Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
La Stella del Nord :)89 simili a due nere stelle, si ergeva con una nobiltà addirittura arcaica eul collo forte, ma anche morbido e ben levigato, e sulle spalle la cui robustezza era appena addolcita dalla molle curva del seno. Questa era Guendalina. Finito il pranzo, essa si ritirò tra i suoi fornelli, come la regina nei propri appartamenti a metà della festa, per lasciare liberi gli ospiti di comportarsi come meglio credono nelle sale del Palazzo. Così fecero Pepi e Iupiter, quando ebbero centellinfl,to il caffè. La sigmora Celeste e le signorine si ritirarono in un angolo del salotto, i due vecchi amici amdaro1110, con il loro permesso, a fare i cento passi in giardino, E Marcello volle misu– rarsi con Benedetto in u111a piccola partita al biliardo. Cadeva qualche gocciolina qua e là, ma era il vento che le scrol– lava dalle foglie degli alberi, perché il maggiore Iupiter, alzando gli occhi, vide brillare in cielo alcune vivide stelle. - Se Dio vuole, si rasserena, - disse. - Sei dunque veramente deciso ? - gli domandò il conte Ro- berto. - Sì, amico mio. Non si torna più indietro, - rispose il mag– giore Iupiter: - Mi userai la cortesia di avvertire il fattore, per modo che io possa andare e venire liberamente, praticare qualche scavo, se lo riterr.ò necessario, e d'altro non ho bisogno per ora. - Questo è già fatto, - disse il conte Roberto: - Tu non avrai che da comandare. · Mossero qualche passo in silenzio, accendendo ognuno il proprio sigaro. - Sai, - soggiunse poi con una leggiera esitazione il conte Ro– berto, - dopo il nostro colloquio di oggi ho molto riflettuto sul caso tuo. - Ebbene? - Ebbene, io 1110n posso che ammirarti. Tu hai ancora il co- raggio, la forza di lottare. Pensi ancora all'avvenire, tu. - Ti sembro dunque già così vecchio ? - domandò con un ma– linconico sorriso il maggiore Iupiter. - Oh, no, al contrario, - rispose il conte Roberto : - Tu sei anzi molto più giovane di me, sebbene fra noi non ci sia differenza d'età. Ma chi pensa oggi all'avvenire? Non vedi come tutti vi– vono .giorno per giorno? Tutti sperperano, nessuno raccoglie. Vada il mondo come vuole : questo è il pensiero di milioni di uomini. - Questo non può essere il mio pensiero, - disse il maggiore Iupiter. - Eppure di che cosa possiamo esser certi ? Ohe cosa sarà do– mani di noi, della nostra vita, dei nostri beni e delle nostre idee ? Non hai amche tu il senso che tutto sia provvisorio intorno a noi ? Questa guerra dovrebbe pur finire, Stefano mio. Di male ne ha già fatto abbastanza. iblìoteca Gino Bianco
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