Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

LA STELLA DEL NORD. (CONTINUAZIONE). XXIX. La viuzza dove Benedetto aveva scovato quello strano vecchia– rello veniva a sbucare proprio ai piedi di una salita che si chiama via dello Sdrucciolo. Essa sale, sorretta da un muraglione, al con– vento delle Calasamziane, e guarda con una lunga fila d'olmi nericci sopra un'altra via, poco !Più larga di un vicolo che, correndole piana sotto sotto, aggira alla base quella poca altura. Le due volte che Benedetto era tornato nella :filantropica botteguccia, uscendone sempre a mani vuote ma con non so quale intenerimento nell'anima, aveva fatto alcuni !Passi su per la salita e, sedendosi sul muretto umido della recente pioggia, era rimasto lì qualche tempo a rimu– ginl;l,re le rime che ,gli ronzavano nell' orecchio con la cadenza afflitta e strascicata di quella voce, e a guardare distrattamente quanto accadeva nella sottostante via. Non accadeva in realtà proprio nulla, ma qualche cosa c'era pure da vedere, in mancanza di meglio, ed era il grande lavorio d'una sartoria militare. Essa occu!Pa,va, il primo piano d'una casu– pola qualunque, dall'aspetto anzi piuttosto andata a male, mezzo scalcinat~ e stinta, e, attraverso le sue :finestre aperte, si guardava comodamente, anche a non voler essere indiscreti, nell'interno dl'utllostamzone intonacato di bian00 che aveva più del granaio che del laboratorio d'un sarto. E lì, fra un cotlltinuo via vai di rotoli di panno e di bracciate di vestiti grigioverdi, si vedevano le donne che cucivano alle macchine e quelle che rifinivano con l'ago, un bam– bino che agitava il ferro come un turibolo, e il padrone vigilante su tutti con il suo nastro ap!Peso al collo ; ma meglio di tutti si ve– deva il tagliatore, un giovane pallido e allampanato che, impu– gnando un paio di enormi cesoie, non si staccava mai dal suo tavolaccio. La distanza era così !POCa che, per quanto disattento, il secondo giorno Benedetto già ·sapeva che il sarto si chiamava Lorenzo, il tagliatore Egidio; che Pacifico era il facchino e Vannuccio il ra– gazzo che teneva il ferro caldo. A carrate arrivavano le pezze di BibliotecaGino Bianco

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