Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
ll N euclassicismo mio e altrui 579 dell'autore ma non come il frutto illlconsapevole e inevitabile di un poosiero convivente in totale pace coi suoi mezzi teooici. La materia musicale, già così pura e omogenea nell'antico Strawinski, è qui sostituita da una inquietamte miscela nella quale cozzruno Haeindel, Lulli, Tchaikowski, Bellini, Delibes, Verdi persino, e non pochi altri. Anche teClllica così perfetta in lavori come Petrouchka o Noces) si esprime qui con un contrappunto sporco, grossoiruno e di apparenza quasi dilettruntesca che, posto in opera da un tecnico agguerrito come Strawinski, lascia per lo meno perplessi. Può d~rsi che sia questo l'µltimo verbo della musica. Ma n01I1mi pare che possa questa arte così scarsamente armoniosa, cosi eterogenea, così vol1ita) essere accettata senza beneficio di inventario da chi del classicismo, poiché italiano, ha una bein diversa nozione. Dalla roccaforte parigiina si sono rapidamente levate parole di alta e incondizionata ammirazione per gli ultimi lavori strawm– skiani, e così i vari PrU!Ilières, De Schloezer, Ooeuroy, Lourié, Schaeffner, ecc., si sono affrettati a dire che il neoclassicismo era nato, sia pure per opera di un russo, a Parigi, e che quindi, una volta di più, la luce irradiava al mondo dal suo natural cervello, il quale altro non è né potrebbe essere che Parigi. Non conviene però prendere troppo sul serio queste manifesta- . zi01I1i trl;l,nazionalistiche ed estetiche, emrunando esse da persone di grande ingegno, è vero, ma troppo chiuse nella torre d'avorio del loro pariginismo (non bisogna dimenticare che questi critici sono i medesimi che scrivono senza batter ciglio, essere Biches di Poulenc o Les Facheux di Auric, pietre miliari della storia musicale). Con– viene piuttosto vedere se non esistano contemporlaneamente al nuovo atteggiamento strawinskiano altre analoghe tendenze in altri paesi, ed in tal caso, se siano queste U!Ilaconseguenza di quello, o se risultino invece indipendenti ed autonome. Honegger .... Del giovane svizzero, per quanto porti Uin'etichetta frruncese, è oggidì ben nota la personalità. Anch'egli può essere ascritto nella schiera dei neoclassici. Il suo senso del monumentale, superiore anche a quello di Strawinski, la sua fortissima teClllica, il suo severo polifonismo, tutto concorre a far di lui una figura tra le più serie che conti oggi la musica. Ma l'arte di Honegger non deriva affatto da quella di Strawinski. Proviene invece visibilmente dai classici tedeschi, e sopratutto da Strauss e un poco da Wagner. Però essa rivela, assieme a queste paternità germruniche, anche altre fran– cesi vale a dire quelle di Fauré e di Florent Schmitt. Ad ogni modo, ' . non si può onestamente affermare che Honegger sia una « conse- guenza>> di Strawinski. Se mai, oserei insinuare che alla scelta del soggetto Edipo non fu probabilmente estrruneo il successo del Re David) di parecchi anni anteriore .... 1bliotecaGino Bianco
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