Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

I VOI OHE ASOOLTATE. Quanto ,a me, chiedo a ogni autore per prima ed ultima cosa una piana e aperta relazione della sua ·vita .... una tal relazione come egli spedireb– be ~i suoli di casa da un paese loo.– tano; chè se egli è vissuto sincera– mente, egli stava di sicuro in un paese ben lontano dal mio. WALDE.L'l'. Difficilmente si troverebbe, anche cercando nella letteratura di ogni tempo e !Paese, qualcosa di simile al sonetto che il Petrarca ha messo in principio del Canzoniere. Forse nOIIlgli si avvicinano che talune dì quelle arie mozartiane, in cui ascoltiamo un uomo già moribondo, non più legato alla terra che dalla propria voce: e ançh'essa ben poco serba ormai di mortale. Singolari parole ci accolgono su quella, soglia di un.'opera ch'è pure intesa a celebrare un.a donna amata: E del mio vaneggi'ar vergogna è 'l frutto E 'l pentersi, e 'l C0111o.scer chiaramente .... . Chi si lascerà andare a perder di vista, nella selva delle opm1oni erudite, una storia così semplice, così umana e così incredibile, vedrà il Canzoniere mutarglisi tra mano in una collezione di scia rade insolubili. Questa storia è quella d'un uomo che per ventun'anni amò corpo ed anima, d'amore intero e appassionato, con agsoluta dedizione di sé e contro ogni speranza, uina donna che egli conosceva benissimo no111 essere niente fuor dal comune, e inamabile per più d'un verso. La sua passione era senza illusioni, dunque senza rime– dio. L'amò anche dopo morta, e l'amore non cedette che alla vec– chiaia. Le poche altre donne con le quali ebbe che fare 111011 lo di– strassero mai da quel sentimento ; il suo libro parla di quella sola. 'Tutto questo avrebbe, è vero, il conforto di dotte autorità, ma non giova invocarle, perchè il contrario è stato affermato non meno autorevolmente. No111 c'è cosa pensabile nell'argomento che non BibliotecaGino Bianco

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