Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

1 560 E. Giovannetti -I In una società, che, come l'amèricruna d'oggi, arrivava an~iosa -.. alla squisitezza brillante del costume, Crasso pensò a crea:r'e le industrie di lusso,· producendo schiavi tecnicamente specialihzati, raffinati, standardizzati. Li. COIDJprava ·grezzi sui mercati d'9hente e li trasformava con la, più alta probità industriale nelle sue scuole e nei suoi laboratorii. Egli forniva così alla buona società i came– rieri. stilizzati, gli architetti eleganti, gli amministratori esperti. gli argentieri sicuri di cui aveva bisogno, come l'industriale l!lO· derno le fornisce le automobili, i tappeti, le !Porcellane. Quest'in– dustria del raffinamento degli schiavi fioriva, del resto, in Roma fin dal tempo di Catone il vecchio : ma Catone, il rossigno farmer, le aveva dato piuttosto carattere· agricolo d'allevamento, prefe– rendo affidarla agli schiavi stessi ch'egli finanziava all'uopo con un buon interesse. Come è noto, questo farmer aveva industrializ– zato persino gli impulsi sessuali dei suoi schiavi creando loro una Venere mercenaria domestica, c~m una piccola tassa fissa a van - taggio del padrone. E, quel ch'è anche più triste, ai tempi di Crasso la romanità aveva fatto dell'educazione dei gladiatori una vera e propria industria sportiva. Un po' di fantasia morale e tecnica, creando in quegli anni la vasta industria meccanica ed artistica di cui Roma aveva bisogno e che non riuscì mài ad avere, avrebbe indubbiamente servito assai meglio questo grande popolo dal genio realistico. Crasso avrebpe potuto rendere a Roma, col suo talento organizzatore, un servigio forse più alto, e, certo, meno disastroso di quel che seppe renderle con la spada. Ma inchiniamoci alla Provvidenza! Si vede che il taylorismo doveva esser proprio riser– vato tutto a noi. Auguriamoci che questo nuovo folgorante individualismo indu– striale possa essere sempre contenuto nel quadro degli ideali e degli interessi nazionali e che, come vuole Nicolò Castellino, lo Stato dia l'esempio dell'organizzazione scientifica del lavoro e diventi e ri– manga ~'~rganismo degli organismi. Certo è che il taylorismo, in America, ha contribuito assai a rinvigorire la coltura nazionale in qu!l,nto la coltura è organizzabile. Il taylorismo entra ormai, più o meno direttamente, in tutti i grandi istituti colturali e non sol– tanto in quelli destinati all'educazione tecnica. Società editrici, economia domestica, 1aboratorii Rcientifici, asili, associazioni pro– féssionali, università, co1D.servatorii, scuole, biblioteche, enti per la propaganda intellettuale d'ogni genere e d'ogni specie, sono oggi tutti, più o meno, penetrati da questa nuova idea dell'unità orga– nica e della specializzazione esemplare, suscitatrice e coordinatrice di talenti individuali. Con l'ossigeno ravvivante che il principio americano della libera concorrenza, della free competiti~n, im BibliotecaGino Bianco

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