Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

LA GIORNATA DELLA BAMBINA. Qu01ndola luce del giorno le sfiora le guance, la brumbina apre gli occhi e riman ferma a guardare, riconoscendo il biancore del letto, !',argento dello specchio, il muso tr31Sognato di un orso di stoffa chè ha passato la notte ai suoi piedi. _8orr1de lieve, rassicu– rata. Da un'altra stanza le giungono voci note, sommesse per non s·vegliarla. Allora chiaJma, tutti accorrono con i saluti sulle labbra, prorompono, si curvano a baciarla, a carezzarla, a dirle che c'è il sole, che è una stella. - Ho fame - grida la bambina. La vestono in gran furia, la portano di peso davanti a una ciotola di laitte, sono contenti della sua avidità. Dicono che è fresca come un fiore. Ha gli occhi celesti, limpidi e ridenti. È rosea e rotonda, i eapelli le si fanno più leggeri al sole mattutino. La giornata è serena, l'aria mite. S'aprono le finestre, e la ba,m– bina va sul balcone. Nella strada la gente s'accorge aprpena di lei, smarrita grazia, come un geranio su un davanzale, la lruscia tran– quilla nel suo abbandono. La vastità del balcone sospeso quasi a mezz'aria, le cose non ancora vi,ste del mondo, un cane che corre tutto solo, una carrozzina trruscinata sul marcia,piede da una balia dal grembiule rosso, i trilli delle biciclette, e quella libertà d'esser sola, tutto le fa tamto cuore, che si mette a cantare. Un canto non di pa,role ma di sillabe lunghe, vibranti, ripetute. È seduta su una piccola seggiola di vimini, guarda l'aria con gli occhi ancor più celesti, sul volto. ha una pace infinita, e canta. La mattina vola con ali leggier'e, l'aria è piena di voci, muore il canto nello spazio come un'onda nel mare. Solo un vecchietto l'ascolta, ma non guarda in su pèr non farsi scorgere; cammina pianissimo sotto il balcone, e si ferma un attimo sull'angolo, prima di svoltare. A u,n tratto la bambina rimam muta, come ,se non potesse più sopportare l'affettuoso abbandono. S'è accorta d'essere sola da tanto tempo, si guarda attorno con un lieve ,sgomento negli occhi, si fa rossa, le vioo quasi da piangere. Ohiama disperata la mamma, BibliotecaGino Bianco

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