Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

632 O. l'vJ.A.LA.GODI, Poesie vecchie e nitoi-e (1890-1915) lmrne • avremo dato un'imma,gine almeno approssimativa, dello scrit– tore• ~d avremo finito di chiarire certi motivi del suo isolamento, nei ' . confronti del gusto odierno. Per quanto il Malagodi preferisca non distogliersi da,i luoghi topici della propria ispirazione, è naturale che lie occasioni di canto gli si p1·oducano con un diverso incontro di elementi. Il senso di stupore adorante, l'uscire dallo stato di riflessione nello stato di sogno, in composizioni come Danza di fiori, Cantatrice, ecc., sono ancora intrec– ciati alle impressioni prime, e misti del loro profumo. In altre poesie: La consolatrice, La creatura, che rllippresentano, a mio vedere, il meglio di quest'arte, il tema è semplicizzato all'estremo; raccolto su sé stesso, come la figura d'una composizione plastica; e la lirica risulta d'un'unica massa, con lievissime articolazioni. In altre anc01·a, come Ospite not– t1irno, si pensa, a modi caratteristici dell'essay fantastico, rialzati nel ritmo; e quanto ad effetti coloristici, o d'altra specie, più esteriori, si potrebbe ti·ovame indizio·, garbato, nel pittoresco-leggendario della Sera del cacciatore, o nel pittoresco-naturalistico della, Canzone dei j'n.dti. C'è abbastanza per scorgere che quell'uniformità, contro la quale il poeta in certo modo premuniva il lettore, in fin~ dei conti si chiamerebbe, meglio e soltanto: coerenza di tono. Né poteva altrimenti, in scrittore quanto attento a non fraintendere i propri moti, altret– tanto pratico di buoni libri e industrioso a dire, q\rnl che vuole con sciol– tezza di risoluzioni. 'falvolta, è un sistema di sviluppi analogo a quello delle varia– zioni musicali (per es. in Creator Spiritus', Pianta fiorita) : la lirica procede in un lungo ruscellamento di motivi secondari, la cui rela– zione col motivo principale ,è troppo immediata, perché s'abbiano con– trap12osti a bastanza intensi. La finitezza di questo ricamato mor– morio di note in sordina non toglie [Ldun senso d'inerzia nell'insieme. F.d è facile che un lettore meno disposto ad apprezzare le sottigli~ze di tale contrappunto, sia maggiormente colpito drupoesie, più lievi, nelle quali rimase, a dir così, l'impronta e l'imprevisto della cosa vissuta: Danza di fiori, Cantatrice, già ricordate; e, dello stesso tipo: Fronda alla fi.nestra, Il fiore della messe. · Occorre appena avvertire che, con questa qualità di ispirazione appartata, e con la fisionomia, verbale e prosodica, che risponde alle preferenze letterarie anzidette, non è nulia, in quest'arte, che. ritenga d'un romanticismo voluto e patinato; la discendenza culturale nasce da affetto spontaneo, non è un fenomeno di biblioteca. Del resto, a mo– strare la indipendenza del gusto, nel. confronto di poeti appartenenti ad un'epoca con la quale egli ha più attinenza, basta, fra altri capi– toli critici, il saggio premesso dal Malagodi ad una scelta delle migliori liriche del Prati. La verità è che, in ogni letteratura, il temeno vivo, l'humus tradi– zionale, è assai più vasto e più libero che non appaia dal punto di vista delle mode e delle scuole; e basta sapervi por11epiede, e lavorare sinceramente, perché il lavoro trovi iThfine giustificazione e consenso. E in ogni letteratura,, di fianco agli scrittori che compiono espe- BibliotecaGino Bianco

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