Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
626 L. Russo, Francesco De Sanctis e la cultitra napolet'ana ' severo. Quegli uomini sono maschere d'uomini, quella vita è una ma– schera di vita; e la corruzione stessa non è, si può dire, neppur vi– ziosa che obblighi a un giudizio morale. Cosi tutta la commedia è un divertimento, che non pare l'abbia scritta l'Alfieri, e anche la forma ha certe levità umoresche, il dialogo è pronto, gli effetti d'insieme sapienti, anche se facili. E del resto tutto il tono è facile, familiare, pedestre, rnlufamente; come la materia che tratta. Se nelle Tra,gedie grandi l' Al– fieri fu grande perché rispecchiò se stesso, quella sua perples,sità oscil– lante e balenante; e nei sonetti salì più alto, dove espresse la sua in– quieta tristezza, raccolta, tarda, severa, con un baglior d'incendio: in una commedia, sola, delle sei, colse il segno giusto, facendo il più pos.– w.bile tacere quel se stesso, e per farlo tacere, anziché comporre una satira e castigare un costume, prese a rappresentare un argomento che non meritava neppur d'essere castigato, ma, appena, d'esser dipinto, anzi disegnato, con aria sbadata e con l'animo quasi per nulla com– mosso. La malinconia, se mai, passa isolo nell'animo del lettore, o dello spettatore, che ascolta, pensa, e un poco sorride. Francesco Maggini, che ha curato questa, edizione perfettissima, dopo quella errata che pur ebbe gli onori, ventisei anni fa, per le feste centenarie, delle lodi che a nessuno si negano in simili occasioni, da assai tempo lavora all'Alfieri, e prepara, opus magnum, l'edizione cri– tica di tutte le Rime. Questo sarà il libro « moderno )) clell'Alfieri, ed è buona fortuna che ad apprestarlo sii. sia mess9 un uomo di gusto e di mente cauta, non estetizzante ma neppur piattamente storicizzante. Queste, Commedie intanto sono una cosa tutta bella, con una intr?clu– zione affabile, con note rapide, e frequenti rapporti con le diverse ste– sure, convenientissimi, e, sopra ogni altro. con dati esatti sulle inten– zioni e ,sulla composizione di ognuna, che fa bene poter ritrovare in– sieme raccolti, anche perché si è certi che il Maggini avanti di dar una notizia e affermare un fatto, pensa nove volte, e proprio quand'è sul punto di pigliar la penna, torna la decima volta a far ·le sue verifiche. G1usEJPPE DE RoBEi:tTIS. , Lurni Russò, Francesco De Sanctis e la cultura napoletana (1860-1885). - La « Nuova Italia))' Venezia, 1928. Lire 25. Le parole che il Carducci pronunciava nell'aprile del '92, nell'oc– casione d'una sua lettura pariniana al Circolo filologico partenopeo,· scusandosi cli parlar di critica « in Napoli, la capitale delia filosofia ,e della critica italiana )J, sono,, a mio credere, assai più che un leale riconoscimento e un aperto consenso, l'espressione cli quell'ossequio rngo e un po' lontano; che è degli ingegni prevalentemente letterari in confronto a quelli teorici è sistematici, e che è stato ~empre in qualche modo il tono più appa-riscente de' rapporti tra la cultura dell'Italia me– ridionale e quella delle altre regioni. E invero, se non ci fosse il pericolo d'esser indotti a poco a poco e ii'ivolontariamente a dare a schemi incerti e pronisori · dignità e valore di concetti storici fonda– mentali, non sarebbe forse privo d'interesse tentar d'indagare le ra– gioni della fortuna s~mpre così oscillante e discontinua, fragile e pre- BibliotecaGino Bianco
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