Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

L. SALVA.TORELLI, San BenedtJtto e l'Itctlùi, del suo tempo 621 di Parigi, è veramente un benemerito della nostra cultura. Più che un italianizzante, egli dimostra di essere uno studioso la cui patria ideale è l'ìtalia con i ~uoi prosatori e i suoi poeti. Il suo Boccace resta pur sempre un'opera fondamentale per lo studio del Certaldese; chi è venuto dopo di lui non ha potuto non giovarsene largamente. E se questo A rioste invoglierà qualche scrittore italiano a darci una monografia complessiva, non erudita ma fondata su u:na solida base di erudizione, e scritta pro– prio per noi, sarà un'altra benemerenza che Henri Hauvette avrà acqui– stata verso la letteratura italiana. Intanto, rileggiamo questo eccellente manuale ariostesco, in cui la sicurezza della dottrina si fonde così bene con la chiarezza dell'esposizione. GIUSEPPE LIPPARINI. Lumi SALVATORELLI, San Benedetto e Ì'Ital-ia del s1w tempo. - Latel'za, Bari, 1929. L. 14. E da aspettà1·si che il centenario cassinese, come avviene di tutti i centenari, ci riserbi un buon ,numero di pubblicazioni occasionali fatte per appaga1·e hb curiosità e la bram,L di umL facile erudizione delle solite pe:risone colte o semicolte: libl'i che generalmente sfioriscono e muoiono, come le foglie degli alberi quando è passata la bella sta,gione. Questo del ,Salva.torelli non dico che sia per fal'e eccezione alla regola, ché sarebbe troppo; ma può e deve essere accolto con rispetto, perché, pur essenUo un lavoro di ~ircostanza, ha pregi innegabili cli sostanza e <li forma. r;~rntore, uomo di studio e non improvvisato1·e, ha già dato prova della sua speciale attitudin!) a cogliere il significato e il va.lore dei movimenti religiosi nel medioevo, conferendo al racconto una vivezza di colorito che, senza ti-adire la storia, offre al lettore un cibo non indi– gesto. Generalmente è ·così 'raro trovare congiunte le due virtù della solida preparazione e della esposizione attraente, non arida e stucche– vole, che non si può far di meno di segnalare i libri del Ralrntorelli e di raocomandarli. Scrivere una, biografia di 8m1 Benedetto da Norcia e, peggio che mai, proporsi di inquadrarla nella storia dei tempi, è impresa non fa– cile, se si voglia ~scire dagli schemi della vecchia lçtteratura agio– grafica. Unica fonte per la conoscenza della vita del Santo sono i - dialoghi di Gregorio Magno, dove storia e leggenda, realtà, e fantasia, si confondono; e, qnanto ai tempi,. San Benedetto vi resta- talmente estraneo che si potrebbe anche rinunziare a conoscerli. Egli è l'uomo .che cerca il regno di Dio fuori d'ogni commercio umano e proibisce ai suoi monaci, quando abbiano av'uto contatti col mondo profano, di ri– ferire ciò che hanno visto o sentito. Possiamo anche credere che a trarlo alla vita eremitica prima, alla vita monastica poi, sia stato lo spettacolo desolante di Roma conquistata da un re barbaro, lacerata dalle discordie religiose dello sci:sma laurenziano, profanata da un papa, simoniaco e corrotto; la Roina,, dove era stato mandato P~: _com– piervi gli studi; ma egli è lo spettatore ~he osserva e tace. ~erc1? 1 d11;e capitoli introduttivi. del libro, << Teodorico a Ro_ma » _e « L'Italia reli– giosa l> restano staccati (e non poteva essere altrimenti) dal nes!3o della , ,, ibltotecaGino Biçnco

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