Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
La 8ttlla del Nord 605 passetti illl giardàno ; Alesandra, che amava tanto i fiori, avrebbe potuto coltivarne. Le suppellettili erano signorili, e la casa, disa– bitaita da poco, conservava una cert'aria doo:nestica, e si potrebbe dire tepida, che difficilmente hanno le case d'affitto. Infine, casse, bauli e persone in due giorni emigrarono dalla Corona di ferro) lasciando quell'omettino del locandiere tutto sconsolato nella so– litudine della sua locanda. La signora Celeste s'improvvisò mas– saia e, per vantarsi, ricordava di aver già governato una casa a Ma– nagua ed una a Antofag,asta. Più assai di lei seppe darsi d'attorno Alessandra, e tutte e due. incominciarono a tiranneggiare con ogni dolcezza una vedovella di vent'anni, che ogni mezz'ora si ripiegava sopra una sedia, in un angolo della cucina, a piangere nel suo fazzo– letto nero e a sospirare smarrita. Dopo una settim3'na, tutto il quartiere sapeva di quella nuova famiglia che era venuta a stabilirsi in città. Più d'uno ricordava d'aver visto le cinque persone di cui sembrava composta approdare con una scialuppa da quella nave naufragata; anzi c'era chi, non avendo dimenticàito l'aspetto imponente del padre che si teneva allora ritto sulla prua della barca, provava ora quasi piacere a ve– derlo qualche volta laggiù, in quel palmo di giardinetto, fumare il sigaro in veste da camera, come un qualunque mortale. Di dove ve– nisse quella gente nessuno poteva dire. Ma si sparse egua1mente ful– minea la voce che fosse una famiglia esemplare, all'antica, d'una rispettabilità indiscutibile, forse con qualche quarto di nobiltà e con costumanze addirittura patriarcali. I figli trattavano i genitori col «lei», i genitori dicevano «voi)) ai figli. Prima di sedersi a ta– vola, tutti in piedi recitavano una preghiera. Poi il padre divideva ì1 pane, tanto per uno, secondo il sesso e l'età, e non più. Vecchio soldato - un maggiore ? chi sa - esigeva da tutti in casa sua una disciplina militare. Incontrandolo per la via, molti incominciarono dunque a salu– tarlo, prima con un cenno di cortese deferenza, poi con sempre mag– gior rispetto. Quando si vedevano volare cappelli di qua e di là, nei p:vessi della Casa dalle Betulle, si poteva esser certi che il mag– giore Iupiter era alle viste. Un poco più riservati verso la signora Celeste, se l'incontravano sola o con Alessandra, non mancavano però di darle qualche ,segno della loro devota ammirazione. Molte furono le carte da visita che, come si usa tra buoni vicini, vennero lasciate in quei giorni al cancello delle Betulle. E tuttavia sarebbero staite dieci volte pìù numerose se, chi non aveva la famiglia in re– ,gol31,stimandosi indegno di avvicinare persone di così alta educa– zione, non si fosse spontaneamente astenuto dal manifestarsi con un o:ma,ggiotroppo diretto e impegnativo. Se sorgeva un litigio fra marito e moglie, se un figlio si ribellava al padre, se si rompeva una promessa di matrimonio, se si dava il caso di ,ima dubbia na- Biblioteca Gino Bianco
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