Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
La Stella del Nord 603 lei un pezzo di stoffa ta,gliato esattamente come quello : - Ecco, qui si appunteranno le mie medaglie ? - Era quello il pU!Ilto. Ma, più tardi, quando venne col mezzodì l'ora di tornare a casa, Benedetto prese in disparte padron Lorenzo e gli disse : - Padrone mio, questo mestiere del sarto non è più fatto per me: da quando mi wvete detto che 1siete flebotomo, no[l ho più animo di tagliare questi vestiti. Vedo sangue da per tutto e, voi mi capite, non è il sangue dei vostri salassi. Perciò trovatevi un altro Egidio, io vi saluto. · - Oh, stomaco delicato, oh, cuore di burro ! - gemé padron Lo– renzo, cacciandosi le dita in quel ciuffetto di crupelli bigi : - Così s'impara un'arte per poi tradire il maestro? - Portate pazienza, mastro Sanguetta. Per la flebotomia pro– prio non mi sento tagliato. - Piuttosto mi sembri flebile per la tagliometria, - balbettò padron Lorenzo tutto sconvolto:.- Dunque mi vuoi proprio pian– tare? - Oibò! Voi ne far,este subito U[l bosco, se vi piantaissi, d'alberi forniti della TTostra lingua. Ma un abbraccio, se lo volete, ve lo darò e di cuore. Così si lasciarono da buoni amici, e nel pomerhrgio di auello stesso giorno, che era di giovedì, si vide per la prima volta Bene– detto bazzicare nei paraggi della nostra vecchia Università e sotto i portici polverosi dell'antico cortile. « Non bazzichi soldato chi non è riscaldato)), dice un ·vecchio proverbio 1I1ostraledel tempo dei lan– zichenecchi. Ma sotto quei portici consunti da tanti secoli di sapienza peripatetica altro che soldati non incontrava Benedetto. Erano gio– vani barbuti, neri, rossi, con logore divise alcuni, altri insaccati come coscritti in goffi panni nuovi, nei quali era più facile ricono– scere la mano del flebotomo che quella del sarto, ma tutti portavano come ùnica loro arina chi un rotolo di dispense, chi un libraccio squinternato, e di tanto in tanto, brandendo quei loro sdruciti in– Cll!Ilaboli: - Ora lo frullo come una ballerina ! - si sootivano escla– mare·, oppure : - Attenti al barilotto. Olà, occhio alla penna! - E spesso accadeva che uno di quegli scartafacci, partendo davvero come U[l proiettile, sfiorrus,se l'orecchio di un bell'a1pino immerso . nena frettolosa lettura di chi sa quale pandetta, e anda,s,se a cadere con ·un tonfo in mezzo al cortile. Trovò presto amici e anche discepoli e non pochi clienti fra quegli strani soldati. Scoprirono che egli era un gran latinista, un greciJsta da dar le mele ad Ennio Quirino, e : - Tu che sei stato imboscato tra le scartoffie, - gli dicevano, - vierii qua, ripassami in fretta la teoria di Empedocle. Raccontami chi era Apuleio. Inter– rogrumi sui tiranni siracusani. Mi vuoi scrivere per domenica quattro paginette su l'« Africa))? Una tesuccia sui tomisti? Eccoti la ca- BibliotecaGino Bianco
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