Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

.... , . ..... ~ .------- 4,00 Il Padre Tosti, Nigra e Cavour e la· conciliazione ___ ___;_ « attristerebbero più di quello chè- !Possa contristarlo la inelutta– « bile forza dei tempi e degli uomini. Oggi è una nazione, rajppresen– « tata da un Parlamento, che ci spinge a Roma. Come resisterle ? (< Impotenti a resistere, perché non aprirci le braccia ed accoglierci « non come invasori, ma come figli pentiti di un peccato che non « è nostro? S. Pietro entrò in Roma a disipetto dei Cesari, e con– « verti a Cristo la rivoluzione pagana; oggi l'Italia vuole entrarvi, « e S. Pietro la convertirà a Cristo. Non abbia timore il S. Padre « degli Italiani. I loro petti chiudono ancora una fede meni) inno- .« cua, e meno anciipite della protezione di chi non è Italìano. La « pace delle coscienze, la civile concordia degli animi, la form ~ « lo splendore del nostro Regno Italiano, non è tanto poca cosa agli « occhi di un Pontefice che ha comune con noi la Patria. Noi non « chiediamo che la compri con lo spogliamento dei diritti i,opra << tutta la Chiesa che egli ha giurato di conservare, non con la ces– ((Rione del sacro !Patrimonio della Chiesa. Anzi vogliamo spezzare << ogni catena che vincola da secoli la sua libertà. Non più e.reqtta– « twr- regi, non !Più tribunali di Monarchia, non più beffarde pre– « sentazioni di Vescovi da parte del Principe laicale. Il Papa anderà « diritto ad imporre le sue leggi ovunque, senza entrar più la Corte « di un Laico a mendicare un Placet, più nemico della Logica che << di Dio. Egli non deve stendere la mano ad alcuno !()er ricevere il « pane. I beni di tutte le Chiese e Conventi d'Italia saranno suoi. « Da questi egli toglierà il necessario per sé, !()elSacro Collegio dei « Cardinali. Questa libertà rubata alla Santa Sede, noi vogliamo «restituire; questo possesso di terreni beni, noi vogliamo ampliare. <( Ecco quello che noi recheremo al Papa in Roma, in ricambio di « un potere politico, di cui l'armato protettorato straniero non « salva nep1Pureil nome. Esca il Vicario di Cristo dal consiglio dei « potentati ipolitici, ed entri nella nostra patria. Vi troverà 1ft, « indipendenza, il possesso dei veri beni della Chiesa, vi troverà ((la forza a riprendere quello che finora ha !Perduto negli Stati « Cattolici, rubato dalle male arti e dalle violenze di scellerate ccpolitiche. >> Sebbene io mi tenessi genuflesso in spiritit ai !Piedi del Papa, quando il Ministro diceva queste cose, pure non !()otetti impedire il loro ingresso nel mio animo. Il Ministro parlava davvero; i suoi occhi lagrimavano e mi tentavano a rispondere. Pensi V. Emi– nenza se maledicessi la legge Mancini, che mi aveva condotto a quel difficile passo. Pure risposi che le condizioni mi parevano van– taggiose alla Chiesa ; che, salvo il diritto ed il fatto di possedere beni su questa terra, la pienezza della libertà e la emancipa– zione della potestà Plllpale a riformare la Chiesa, era un tesoro ine– stimabile. A questo il Ministro prese a confortarmi perché ponessi la mia opera per la riconciliazione dell'Italia col Papato. Ma quale Biblioteca -GinoBianco . . ,

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