Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

in aloune lettere inedite 399 Partirà a giorni per Roma e per Torino il padre Capecelatro, Fi– IÌ[)pino, che va a patrocinare !Presso V. E. la causa del suo ordine. Appartiene a distintissima famiglia napoletana. Anch'esso erudito, probo, liberale, amico del Cardinale Arcivescovo di Napoli. Passando per Roma, vedrà il Papa; darò a lui pure le occorrenti istruzioni 1 ). Se V. E. crede che io debba !Proseguire in questa pro!Paganda ec– clesiastica, che io vo qui facendo, abbia la bontà di farmelo sapere. Un'indisposizione mi obbliga di ricorrere ad altra mano per scrivere. V. E. mi perdonerà e gradirà l'attestato dei miei rispet- tosi sentimenti. NIGRA. V. IL P ADREJTOSTl AL CARDINALEJ SANTUCCI. Montecassino, 4 Aprile 1861. Eminentissimo PrincÌ[)e, La legge M anoini che scioglie in queste Provincie le compagnie religiose, mi tirò fuori da questa solitudine per salvare dal nau– fragio il mio Monastero di Montecassino. Era un dovere che non !Poteva posporre al mio proposito di non mescolarmi affatto con gli uòmini e con le cose di questo mondo. Vidi il Consigliere per gli Affari Ecclesiastici, e n'ebbi assicurazione della incolumità del mio Monast~ro. Volli meglio assicurarmi della cosa, e vidi il Mi– nistro di Luogotenenza S. E. il Sig. Cav. Nigra. Questi, dagli affari di un Monastero, mi trasse a ragionare di quelli dell'Italia e della Chiesa. Adombrai dapprima, e !Perché la discussione era spropor– zionata alla mente di un povero Monaco, e perché pericolosa per le solenni !Proteste del S. Padre, fatte nei Concistori. Ma quando mi avvidi che il Cav. Nigra non mi parlava da 'Ministro, ma da Ita– liano Cattolico che sentiva tutta l'a,marezza della collisione tra il Papato e l'Italia; quando vidi le lagrime ai suoi occhi per le an– goscie di una coscienza stretta tra le convenienze del suo ufficio, della obbedienza al suo Sovrano, delle esigenze di una nazionalità che irroII11pe,e il santissimo debito religioso di obbedire al Vicario di Cristo, piansi anche io di quella compassione, che è terribile quando è svegliata -dal soprannaturale dolore di un'anima che trangoscia per Dio. Non potetti chiudere l'animo alle parole del Nigra: « Possibile, « che il S. Padre non abbia pietà delle angustie delle nostre co– (< scienze! O crede che noi non siamo più figli della Chiesa, e che « ci beffiamo dei suoi castighi ? Se egli vedesse i nostri cuori, lo 1) Alfonso Capecelatro, nato nel 1824, morto in Capua, arcivescovo e cardi– nale, nel 1912. Bibliotecario di S. R. Chiesa, è nobile figura di prelato, di cit– tadino, di scrittore. Dedicò al Tosti, di cui si mantenne in ogni vicenda fra– terno amico, una slmpatica Oommemora,zione (Montecassino, 1898). Biblìoteca Gino Bianco

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