Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
510 S. SASSOON, Memoirs of a fox-hunting man cui dà il titolo raro di imperiale o cattolico, t1·ova il Claudel questi tre segni distintivi: l'ispirarionf!, un soffio misterioso che gli antichi chiamavano la Musa e che non è temerario assimilare a un carisma teo– logico (gratia gratis data) o allo spirito profetico; l'intelligenza, che comprende critica e gusto; infinp la cattolicità (per intenderla in senso opportuno, si pensi che anche a Shakespeare si può attribuirla). Sono generalità; e, alla fine, che cosa sia l'arte non riusciamo a saperlo. Anche .in una Lettre à l'abbé Brémond sull'ispirazione poetica, la questione non si chiarisce meglio. Vocaq;ione, concitazione ritmica, moto– dell'anima che regola quello delle parole, un modo particolare di servirsi dei vocaboli per rendere sensibili i fantasmi : sono approssimazioni, non di più. L'arte non rientra tutta nello stampo di queste definizioni. 'l"utto sommato, Paul Claudel, così ricco di poesia nella sua opera, (e starei per dire: nonostante le complicazioni prosodiche) qfando vuol darci i frutti della sua esperienza quarantenne, le sue ricette, come le chiama, di praticante, pare riduca tutto al rnoyen des mots, che, secondo lui, è per il poeta quello che è per il pittore :iJ colore e la nota pel musi– cista. E tanto va oltre, che giustifica anche (ma che diranno Abel Her– mant e gl'Immortali ?), l'errore di grammatica, sempre per la ragione che « la fante grammaticale est le plus souvent le remède à une faute euphonique. » La contrainte della grammatica è una <t malherbei:ie ».... A volume letto, si spiegano meglio le simpatie, qui dentro rinno– vate, dell'antico ospite « des mardis de la rue de Rome >> per Mallarmé, quel Mallarmé che passò la vita a cercare il rapporto necessario fra il contenuto d'arte e il contenente materfale, il proble:qia e la pagina, la poesia e la tipografia .... Il poeta cattolico Claudel continua a essere in arte, un fenomeno inquietante. FRANCESCO 0ASNATI. ' . SrnGFRIED SAssooN, Memoirs of a fox-hunting man. -t Faber & Gwyer Ltd., London, 1928, pp. 395. 7 scellini. Questo volume, pubblicato nel settembre del 1928 e già ristampato. per la sesta volta nel novembre, è stato salutato da molti critici, e tra i 1 più accorti, come il miglior libro inglese dell'annata. Ciò sia detto con buona pace di Lytton ,Strachey. È, in ogni modo, un libro tipico, e, come tale, i continentali faran bene a leggerlo senza lasciarsi sconcertare dall'as soluta ~ssenza d'interesse sessuale nella storia. (Di figure fem– minili ri.on ci sono che una vecchia zia e una vecchia domestica.) È un libro tipico come Earlham di Percy Lubbock, come la immeritamente– famosa Spanish Farm Trilogy del Mottram, o certi romanzi del Baring. Per lo studio dell'anima inglese, è un libro fondamentale. E, quanto a stile, il Sassoon è riuscito a esser ,semplice, ed efficace, dove il Mottram era secco e fiacco, e il Baring facile e a volte futile (non parlo qui deI Lubbock, stilista per eccellenza); è riuscito insomma a trovare quel– l'accordo in grigio minore,- unobtrusive, che partecipa dell'eleganza de– gli abiti inglesi d'accreditata sartoria. Il protagonista racconta come, da giovine, educò in sé una passione per la caccia alla volpe e pei cavalli. « Passione >> è forse parola troppo- BibliotecaGino Bianco
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