Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

P. CLAUDEL, Positions et propositions 509 ma solo esporre alcune ricette personali di ~raticante. Il suo principio prosodico del rythme respiratoire è noto da u_npezzo; ma per quali ra– gionamenti ci sia arriyato, lo apprendiamo ora: attraverso la critica del classico alessandrino. L'alessandrino, egli dice, è un errore grosso-~ lano che falsa,,la fonetica francese attrilmel!ldo a ciascuna sillaba un valore eguale. Prova ne sia· che cade in rovina, quando perdendo il suo carattere mnemotecnico e lapidario, il-suo ca,rattere di vers proverbe, si prova alla musica. Come è nato questo verso ? il Claude] lo spiega con l:;i, particolare psicologia del suo popolo, con quel « besoin de la nécessité, » quell' « horreur du' hasard, ùe l'accillentel, de l'imprévu 1 >>quella << dé– tiance de la sensibflité » che lo caratterizzano (un confronto utilissimo sarebbe da fare con quanto dice in proposito il Leopardi in numerosi punti dello Zibaldone). Questi elementi hanno modellato la prosodia francese per m,ezzo di una progressiva contra·inte esterna e interna, fat– tasi col· tempo così inflessibile e meccanica., che parve alla fine inutile complicarla con altri elementi refrattari e sospefti; quali l'ispirazione, la fantasia, il s@gno, la pass,ione, la, musica .. :. Po~ importava che il senso e il sentimento fossero sacrificati (e lo sono, a quanto aff,erma il Claudel, nei tre quarti dèlla poesia. francese), purché ìe regole, - misura e rima, - fossero rispettate. Così f.ecero i classici e rosì fecero i primi romantici, ai quali, l'!otte le barricate della fantasia,. parve forse troppo audace rompere subìto anche quelle della metrica. Ma la prosodia rivoluzio– naria (leggi romantica) ne sofferse: era una vociferazione che si dibat-, teva nel ben cinghiato verso. (Jlassici e romantici non hanno messo ili valore tutte le possibilità de rléfootation che· contiene la lingua francese. Spezzare il despotismo del compatto e martellato alessandrino, ricordando che il verso essen– ziale e primordiale è « une idée isolée par du blanc >> - le blanc, l'in– termittence, l'alinéa, la co'upure, l'.intervention du néant che misurano l'intensità e la tensione dello spirito, un metronomo interiore che regola l'emissione sonora: ecco Claudel, voglio dire la prosodia di f'laudel. Dosì si può cantare l'amore e il dolore di Violaine dolce; e anche 1 e forse più che nel Polyeucte o nel J;ocelyn, trovare versi «veri>> nel Codice penale; questo per esempio : .' . · Tout condamné à mort - aura la tète tranchée. Dirà un lettore prudente che ha lett0 il Brevia1·io d'estetica: ma, e la poesia ? Conclude il Claudel : « La création poétique dispose d'une espèce d'atelier où il faut distinguer le métal, la forge et le soufflet. C'est de ce triple élément mis en amvre suivant des formules variées que 1 I sort le. vers. » Il verso, va bene; andiamo ora in cerca della poesia. Nei , capitoletti di cui il libro è composto si fa qualche inlwntro interessante. Victor Hugo : con mano esperta il Claudel pesa tutta la charpie e il remplissage che ne ingombrano le vaste pagine; Flaubert : :tbbiamo sempre creduto un vittorioso lo stilista che si rotolava per terra nello spasimo della ricerca; ora il suo tormento ci è definito quellf,) « d'un sourd cherchant à réaliser une note qu'il ne parvient pas à entendre; » Dante: oh, Dante. Forse siamo sulla via buona. Nell'opera del poeta, a BibtiotecaGino Bianco

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