Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
506 D. CINELLI, Oastiglion che Dio sol sa - La Trappola di sottomissione si ribellano o male- si piegano. Dall'impostai.ione del lavoro (un giovane signore, che ha bazzicato con l'arte e le anticaglie senza, trarne nulla di conclusivo, compra una tenuta nella terra fra Siena, e la Maremma, e si prova a bonificarla) ci si aspetterebbe che la prima, parte, quella umana e volontaristica, debba avere il sopravvento <> almeno avere tanto 1'ilievo da contendere con la seconda. Invece dopo le prime pagine, e passati i limiti delle necessarie descrizioni di luoghi e di paesaggi, si ha via via il senso di una specie di sopraffazion_e da pa-rte della natura sugli uomini e sulle vicende, sicché quelli e queste, dinanzi ad uno sfondo irruente e magnifico di lecceti, di querceti, di fabbricati rustici in rovina, appaiono impalliditi e bandati. Sullo stesso protagonista, Gherardo, per pagine e pagine si adnggia un che di neb– bioso quasi che la ,sua figura s'incurvi più che si innalzi nella, lotta in– trapresa,; ed anche il tentativo di inserire sul tema principale del lioro un motivo più intimo ed umano: i contrasti con la, moglie di lui, Co– rinna, è un tentativo timido che parrebbe intrapreso più per conside– razione di opportunità roriianzesclie che per necessità vitale dell'azione. Le ragioni di questa specie di sbandamento, in confronto alla pre– potente natura, di forze umane - che pure si sentono correre qua, e là e che interessano il lettore anche per la loro vasta dislocazione : pa– droni, fattori, contadini, come sentinelle di un esercito schiera.to, - sono parecchie. Intanto, le annota,zioni di carattere tecnico -agrario, a-n– che se esatte e tali che si capisce debbano avere la, ]oro importanza in un argomento come quello del libro, appaiono come staccate, quasi enu– merate. Ma anche i sentimenti degli uomini e perfino di Gherardo si di– rebbero come staccati da certe descrizioni e fatti della natura. Si veda per esempio l'incendio del bosco. Dovrebbe essere quello il momento più drammatico, quando anche le ultime speranze di Gherardo possono perdersi. E si, il senso della distruzione del fuoco c'è, e quel correre subdolo della vampata sotto il vento, riapparendo qua e là nella notte e sfuggendo le difese degli uomini, è in una pagina bella fra le molte belle di questo libro. Ma si ha un po' l'impress;i.one che si badi a descrivere senza pensare troppo a ciò che per Gherardo in quel momento il fuoco significhi. E solo ad un certo punto Gherardo vien fuori e non domina, né vinto né vincitore. Forse la ragione di tutto ciò è nella natura dell'autore. Vorrei dire senza esse~e frainteso, che Cinelli, nonostante la sua tendenza a riflettere con tanta serietà sulle cose umane, è, nel fondo, ottimista e idillico, se non sapessi che egli è anche l'autore di La Trappola. E senza dubbio è vero, come è stato osservato, che Castiglion che Dio .sol sa, per la •sua vastità, per la varietà di persone di classi diverse che vi giuocano dentro, per lo stesso ma!ggiore interesse che l'autore vi deve aver posto come vicinanza alla sua vita, è opera che discopre maggior– mente la personalità di chi l'ha scritta e le possibilità grandi dell'avve– nire; ma rimane sempre vero che La Trappola è di più salda e felice co– struzione. Quegli sbandamenti e dispersioni che in Castigliani abbiamo indicati, nella Trappola non ci sono. E se nel mezzo del già breve libro si può desiderare q~ualche minore inch1gio, tutta, l'ultima parte è talmente BibliotecaGino Bianco
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