Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
I I R. B.A.CCHELLI, Betla Italia - La città degli amanti 501 I• posjtivo, e quindi di ciò che ha un valore ed è un bene: il Croce mira sopratutto a rilevare « quel che, pur nella relativa aepressione e de– c~den~a e tra le tumiµezze del barocco, l'Italia allora produsse e operò.>> 81 capisce, pert_anto? che nel suo libro, é nella prima parte più, forse, che nella. seconda, 11 Seicento italiano facci;:i,miglior figura di quella che ce n'è st8)ta tramandata sopratutto dal pensiero del Risorgimento.· Gli è che, con quei criteri),' il Seicento cli Croce è per dirla un po' paradossaf- 1 mente 1 il Settecento e magari l'Otto.cento. Vogliamo .dire (fuor di para- dosso) cb.~l'accento è messo non su quel che fu la, media della vita spiri- \ · tuale secentesca, ma 1 sugli elementi migliori, sugli spu:i:i-tidi vita nuova. Ma il Croce è troppo coscienzioso per non tornare tuttavia, a metter • continu.amente in ri!lievo che si trattava precisa,me~te ·di spunti e non ' . ' \ più, il cui sviluppo apparteneva al futuro, e poté verificarsi solo còl di~- ,13olvimento di quel che, per intanto, erano le sistemazioni ufficiali e le forze dominanti del ,Seicento italiano. Le une e le altre, si noti, appaiono sopratutto nella vita politica e sociale del tempo, ,che dal libro del Cro,ce rimane, cli proposito, fuori. Nell'introduzione e nella conclusione il Seicento italiano, che in- · comincia un po' prima dell'anno 1600 e termina un po' prima dell'anno 1700, rimane, anche per il Croce, l'era della, Controriforma,. E la Con~ . troriforma, confrontata da lui nel luminoso primo capitolo col Rinasci– mento e la Riforma, viene collocata sopra un piano p_ettamente in– feriol'e a, 1 quei du~ grandi momenti dello spirito umano. Essa è pura e semplice conservazion<'t istituzionale, e Ria pure, - il Groce, natural– mente, ammette ciò senza riserva, - che l'istituto da conservare, la Chiesa ca,ttoìica, fosse grande e magnifico e avesse da compiere tuttora il suo ufficio storico. Precisamente nel fatto che l'Italia era di.venuta ·un paese cons~rvatore, vivente sugli idea,li e le forze del passato, il Croce , tvova la ragione della effettiva decadenza italiana nel Seicento, per cui q.1;1esto fu verall\ente per ·essa un'età «barocca»,' come non fu per la Frll,n,cia,e l'Inghilterra. L'Italia viveva sul passato, i~ resto d'Europa (o almeno la parte di essa che più contava) sviluppava una vita nuova. Ool riprendere il contatto con qliesta vita, coll'inserirsi nel proce~so generaìe de\la modernità, col ridivenire <<Europa», - questa è la con– clusione emergente clal libro del Croce, - l'Italia avrebbe superato l'età ba,rocca della Controriforma,\ per entrare in quella del Risorgimento nazionale. LUIGI SALVATOREJLLI. ' RICCARDO BACCHEJLLÌ, Bella Italia. - Ceschina, Milano, 1928. L. 14. - - La città deg,_liamanti, - Ceschina, 1929. Lire 12. . 'l'm il « voyager eu· critique, les yeux fixés sur l'histoire », che son parole, del siste~atic@ e severo, Taine, e il « vo~ager en ~o~rist~, _ le~ yeux fixés sur le paysage » che potrebbero far ,da msegna a1 viaggiatori di tutto il mondo romantici impressionisti' e svagati, Bacchelli ha scelto una via di ~ezzo. Critica e diporto, stor_ia e paesaggio in lui s'a,ccordano senza escludersi, entrando in un clima accogliente, bh'è quello del suo spirito misurato e liberal,e. I (
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