Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

AMEDEO MORANDOTTI. (1872-1924). « Qualche volta una locuzione insolita aJI".llestava il ceinso~e, pM buon conoscitoll'e d'italiano. - Che oosa vuol dill"e 'sbaglirure il primo bot– tone' ? - Si tratta,via anche quella volta del Be1gio. Gliene d:iiedil'esem– pio sull:1 mia gia()Ca,.- Ah - disse ridendo - das ist aber malitios - ». Ma questo è malizioso. Questa ,scenetta, fra M,O!I'andottie il censore mdese.o a B~lino, nel– l'apll'ile 1915, è nell'ultimo capitolo di Germania in guerra) uno smilzo volllJilletto ipubbli,ca,to nel 1915; e fra tante cita~ioni che a,rvll':ei potuto fllill'e(uno dei guai del :recerrisoredi MO!I'ando,tti,è appunto .questo: che si tro,va ,subito davanti, d,a, quel piocolo volume ,del 1915 e da questo, più grosso, che Mondadori pubblica ora. col semplice titolo Scritti - Milano, Mondadori, 1928 - una, folla di particolari vivissimi che lo invitano tutti a, farsi acciuffare) quella scenetta ,è venuta avanti per prima e si è imposta !on una certa prepotenza. Perché? Perché in q~el malitios c'è il mio piccolo piano, e lo vedrete fra poco. Ma debbo anche dirvi che è venuta avanti perché non sapevo facilmente :figurarmi Morandotti, così come io l'ho conosciuto a Berlino, in quella mossa di chiudersi la giacca sbagliando il primo bottone per far vedere al censore che la Germania il primo bottone della guerra l'aveva sbagliato con l'invadere il Belgio .... Il rfcordo che avevo di lui - forse perché lo vidi poche volte nella sua abitazione allll/ Kai,ser-allée e negli ultimi anni - era tutto di un uomo serio, severo, forse un po' malinconico, tozzo nella persona, folto di capelli e di peli ruvidi fin sulle grandi sopracciglia. Adesso invec,e, a ·riliegg;erlo nelle ,sue pagine J'accolte, vedevo quella serietà e maJinconia accendersi di una luce Leggera e birichina, ep,pure, aweste detto, profomla, che illuminava a un tratto tutta la pagina, la portava ,su oome una cosa fatta d'aria ·eppMe tutta concreta. Di quel J'ioo:rdo :pe:risonal,enon ,è dunque da fi,dall'si. Ci dev'essere qualche altra oosa,, E ,d,ev'.esse11e più ·che ,lJlil punto di rpailltenza o una dote soltanto natUTaLe, un punto d'arrrivo faticoS3JIIlente conqui,stato. Ma a,ndaIDe a mpesoor,e ora i g.mdini e 1e svoltate atrt:wàversocui quella salita fu fatta - adesso che .si può aiver sortt'•ocooio, ed è già gJ'an cosa, soltalllto p,airte degli airtoooli del Corriere della Sera ,e cioè di un periodo· ctre fu tutto ·della matuTità; e gli altri, forse i più iruteressanti. ool lato della formazfo11e, bisog.nell',ebbeandarli ,a trpvacr,e in gimna,li dive~si e di anni lonta,ni - non è facile impresa. Nè a me rpiace il mestiere di ta,gliar le omhre col gracile coltello dell'almanaccatoue. . Certo. ,quando io lo vidi a Berlino, ,finita la, guerra, quella salita era tutta fa,tt_.a,se ,egli, nonostante la modestia. e riservatezza che aveva, si sentiva così. sic'Uro da ,so,:r,ride11e, in cell'to modo, di quelli che, io e.redo, furonò .gli ostacoli di un tempo. Un .giO(l'IIJ(), una domenica - ohe c'ewa BibliotecaGino Bianco

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