Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

I I \ I RIOORDO DI FERDINANDp MARTIN!. Di questi giorni, gli anni scorsi si prendeva a Firenze un treno mattiniero, si risaiiva da Pistoia la Valùinievole e si sbarcava a Mon– summano. A dirgli solo - Da sua Eccellenza-, il vetturino si raddriz– zava e schioccava. Eran giornate tutte serene. Sembrava che Ferdina,ndo Martini vecchio, conversando nello studj<> dalla sua poltrona, o sotto la querce del giardino, avesse l'arte di fermare il tempo. Nella sua frase, nel suo giudizio, il presente e il passato si bilanciavano, la curiosità del nuovo e la memoria del tempo eran vivf del pari. :µa, sua esperienza, i 1 suoi ricordi di uomo politico, di letterato, di signore, eran tanti e cosi ben compensati tra il libro e la vita, t·ra la testimonianza e la lettura, che a sentirlo parlare, quasi non si sapeva più dove soltanto la ~uà 'me– moria e dove la vita avesse principio. Che cosa avesse visto e che cosa , avesl;!e soltanto letto. Giocava con gli anni, e ci metteva una punta di umore e di malizia. Nominava Giosué (il Carducci) e poi, che so?, I il Rossini, e poi il maresciallo Bertrand, e poi Voltaire, e quasi sembrava che li avesse conosciuti tutt'e quattro. Ma ecco che toglieva dal tavolo, cercava la pagina interr9tta e.commentava il romanzo ultimo uscito. Un patriarca giovanile, ch,1 lo pensa ? Eppure i commenti più limpidi, i motti più acuti sui fatti, sugli uomini, sui libri d'oggi certo li udimmo da quella v9ce che sembrava antica. Anche per questo ci piaceva e gli si voleva bene. Ci sono uomini politici e letterati che peJ; restar giovani si fanno via via la faccia allo specchio delle mode, tristissima mimèsi. Ferdinando Martìni attraversò quattro monarchie restando sempre se stesso e ~empre in pari col tempo. Giovane, ebbe- il dono di vivere senza fretta, vecchio quello di ricordwre senza rimpianto ; questa, si, è gio– ventù dono degli Dei! , - Io preparo, un commento alla Genesi. Non è vero che Mathusalem vivesse novecento anni : fu uno che a cinquanta tante cose aveva visto da scambiare un anno per venti. Io non sono punto sicuro di non essere stato innamorato di M.lle de la Vallière .... - ~ in una lettera alla signora Matilde Gioli. Ma pare, tale e quale, di sentire la voce del Mar– tini. Ore serene di Monsummano, gli altri anni! Quest'anno non pii\. Inganniamo la giornata e il rimpianto tra le stampe e le ristampe di lui. 11 suo Giusti! Ma non è mica vero che il Martini fosse cosi cieco per il poeta del suo paese. Del Giusti sapeva tutto; del poeta, del– l'uomo dell'ambiente e del tempo; e in cinquant'anni tutto disse in 1 . \ .I BiblfotecaGino Bianco

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