Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

298 Lettere di Ferdinando Martini E vengo ad altro. Sul principio del XVIII capitolo, narrata la visita d~l Bon– compagni al Granduca, per domandargli l'alleanza della Toscana col Piemonte Ella soggiunge : « certo Leopoldo Secondo meditava ancora su quel documento quando fu costretto a lasciare Firenze>>: e 1più innanzi, nel Ca(f)itolostesso si meraviglia come uomini quali il Capponi, il Ridolfi, il Giorgini, non intuissero l'ascensione d'Ita– lia verso l'Unità e l'indipendenza e non ascoltassero la voce di mi popolo diretto e dominato dal Conte di Cavour .... Mi ,pare che qui bisogni distinguere: se per indipendenza s'in– tende il ric-accjare oltre le Alpi gli Austriaci, mediante la guerra, propugnatori e de' ipìù caldi di questa guerra il Caipponi, il Pe– ruzzi, il Ridolfi furono e non fu men vivo in loro che in altri il desiderio di liberare la Lombardia e la Venezia dalla dominazione straniera; se s' intenda invece che indipendenza vera l'Italia non avrebbe avuto mai finché regnassero in Toscana ed altrove dina– stie necessariamente soggette ali' Austria per vincoli di famiglia; e allora, cara Signora Matilde, si persuada che non solo l'audace divinazione dell'unità, ma il più modesto concetto dell'annessione della Toscana al Piemonte pochissimi lo ebbero avanti la partenza del Granduca; e il Capponi e il Peruzzi e il Ridolfi e il Giorgini non sono da rimproverare se non pensarono o non siperarono ciò che neppure il Cavour pensava o 'sperava in quel tempo. Sicuro: neanche il Cavour. Il Granduca non ebbe lungamente a meditare, com' Ella imagina, sulle proposte del Boncompagni : gli erano state fatte molti mesi prima da altri. Le dirò cosa che mi meraviglio non sia comunemente risaputa e della quale non ebbero notizia, pare, neppure coloro che scrissero la storia di que' giorni e di quei negoziati. Nell'estate o nell'autunno, del 1858, precisamente non so o non ricordo, il Marchese Filippo Gualterio venne a Firenze mandatovi dal Cavour, latore di queste l[)roposte al Governo Granducale. Ma– trimonio della Principessa Clotilde, naturalmente non ancora :fidan– zata al Principe Girolamo Naipoleone, con l'Arciduca Ferdinando principe ereditario; dato il caso di guerra con l'Austria, la Toscana, avrebbe fornito al Piemonte alleato un corpo di 12.000 u_omini; il Principe ereditario avrebbe avuto un comando e preso parte alla, guerra; se le armi italiane fossero vittoriose, il Piemonte guaren– tiva alla Toscana l'aggregazione di una tparte del territorio del Du– cato di Modena. Delle proposte si discusse nel Consiglio de' Mini– stri: il Granduca parve un momento abboccare all'amo: se non che, dopo aver riflettuto in lungo silenzio osservò : - Io non iposso fare un'altra volta la guerra ali' Austria. - E il Lenzoni, ministro de– gli Affari Esteri si affrettò a soggiungere : Vostra Altezza no : BibliotecaGino Bianco

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