Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

ARGOMENTI. STAMPAR BENE E STAMP.Alt MALE. La mia esperienza .tipografica, diretta e decisiva, la compiei m– sieme ad alcuni amici, anni sono; trattandosi di pubblicare, a nostre spese, un opuscolo in difesa d'un nostro coetaneo, artista nobilissimo e conculcato. E poiché i denari eran pochi, e la stampa, nondimeno, doveva riuscir degna, eccoci tutti di persona a cercar di ottenere il meglio che si potesse dalla più scalcinata tipografia. l!Jra una tipografia piena di tipi straordinari; cominciando dal macchinista, rossiccio, rauco e gigantesco, che non faceva che vantarsi d'aver cavato, senza mezzi a disposizione, dai peggiori impacci il proprietario. Si coglievano dialoghi magnanimi; d'un eroismo incom– preso, sacriiticato. Chiedendo a un bardotto di aggiustare, e mancavan gli arnesi, non so che cosa: « Immaginati d'essere in un deserto; come faresti ? » diceva gravemente il macchinista. E il ragazzo a rispondere che nei. deserti non si stampa. Quello se la pigliava per un'ofl'esa; si inquietava, smaniava. Tornava poi agli accenti platonici. ·Sentiva un po' d'essere il « milite ignoto. » 1'er correggere uno sbaglio, bisognava inseguirlo per tutto lo stanzone, come un topo ; fargli la posta dietro alle casse dei carat– teri; aspettarlo al v:arco sulla scaletta della macchina che fremeva e stava per iscatenarsi; e non tralascia:ç d'investigare tra le gonnelle delle piegatrici. A volte occorreva «contrattarlo» all'orgoglio dei 'tipo– grafi: un vero orgoglio letterario. Difficile persuaderli, anche pren– dendoli con le buone; come persuadere un simbolista, un futurista, un dadaista o un surrealista che, certe innovazioni, meglio non farne di niente. Gli volevano bene come a un.' bambino gobbo; pareva se lo fossero tirato su a minuzzoli di pane; e non si decidevano _arinunciarci. Dopo giorni d'ansietà, dopo aver esplorato, con occhiali formi– dabili e in mano le pinzette, gli errori che, nel piombo disteso, stavano a pancia all'aria come granchi sul marmo di una pescheria; dopo esserci illusi d'averli dispersi come insetti in una suppellettile trattata col petrolio, quando. si apriva la pagina a stampa, di nuovo uscivano a processione: neri, cabalistici, stregati. C'era qualche cosa di" allar– mante nella loro vitalità, nel loro modo di ricomparire. Si pensava BibliotecaGino Bianco

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