Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

La Stella del Nord 215 ---------- l!;econdo le più squisite ricette di un cuoco francese. Io ho sempre amato le [lumerose e allegre comitive, gli amici di buona compa– gnia, il buon vino, la buona tavola, e anche le belle doilille. Qui ne - venivano di bellissime, ma io non avevo occhi che per mia moglie, noo vedevo che lei. La casa era sempre piena di ospiti. I [}Ostri a.miei andavano e venivano senza, essere invitati, come se fosse statd. casa loro, ed appartenevano alla più fi[le, alla più eletta società dei dintorni. Non saprei dire se allora io ero verMnoote felice. La fe. licità è cosa tanto difficile da ca,pir,e. Mi sembrava di essere felice, e i[l ogni modo mi accontentavo del mio stato. Il mio mondo errt circoscritto in queste mura. Qui io trovavo quanto mi occorreva, per non desiderare [lUlla che fosse fuori. Guenda IIlOnera quello che si dice una mogli-e innamorata, ma me ne dava la più perfetta illusione co:n i segni di una costante te[lerezza e di una docilità incantevole. Il più bel giorno della mia vita fu quello in cui nac– que Marcello, il mio primogenito. ~< Un incidente da nulla, uno di quei di•sgraziati incidenti che sono come la goccia di aceto che basta a inacidire tutta la cantina, distrusse in Ull1 attimo quella mia illusoria o verace felicità. ~i festeggiava appunto la II131Scita di Marcello. La casa era piena di ospiti fino al tetto. Tutti i parenti prossimi e lo[ltani di Huenda aivevano voluto presenziare alla festa. Da soli erano più di trenta. Suo padre, mio suocero, blil vecchio. generale a riposo, aveva pre~) il comando deUe scuderie e delle cucine, ·ed era orgoglioso del ti– tolo di Governatore che gli avevo conferito soleillilemente in quella circostanza. Si cominciò con una caccia alla volpe nella brughiera. Fu Ulllacavalcata bellissima. Mez7,.acittà venne a fare ala al corteo dei cavalieri e ,delle amazzoni, dei trombettieri, dei bracchieri, delle mute che sfilavano ·sulla strada, prima di eliltra,re in caccia. Era uno spettacolo nuovo da queste parti. La volpe fu scovat~ quasi. subito, ma solo dopo un lungo e movimentato inseguimento di due ore il tally ho del mastro ci avverti che i c~ni avevano azzannato la preda. Una magnifica coda fulva, fu il trofeo che io portai trion– fante a Guenda, la quale se ne, mostrò contentissima al punto Ja vellicare con il .suo pelo lungo e fi[l~ il [laso di Marcello che pian gèva nella culla. Il praillzo--che segui fu degno della caccia. Non bastando la •sala a capire tanti ospiti, le tavole erano state imban– dite in giardino.- Esse occupava1I1Oquasi per intero la lunghezza del viale. Si bevve molto alla salute di Guenda e del neonato, alla mia salute, alla salute di tutti i presenti, e ci levammo dalle mem;e che stava già per ca lare la sera. ·« Fino a questo [) UID.to tu tto era andato secondo i miei voti. Di– sgraziatamente ci mettemmo a giocare. Eravamo tutti alquanto eccitati dal vi[lo, dagli evviva, dai cibi forti, dal clima ardente di ioteca Gino,Bianco

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