Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
La_ Stella del Nord 213 per la_loro. magrezza. Ancor.a oggi, in questi dintormi, quando si vuol ,dire d1 uno che è tutto [lelle e ossa, si dice che è come i cani del conte Pepi. Ma, mio pa,dre diceva che cane m310-ro è due volte buon caccia,tore: e eh.e se il cane non muore di f:~e è come il - ' gatto che non acchiappa i topi. Egli im.somma aveva un.a,passione: la caccia, e quei cani, per quanto scheletriti erano il solo lusso che egli si concedesse. Come cacciafore 1 poi, bisogna dire che era gram.de davvero. Fosse la [)aura-di sprecare un~ carica di schioppo, fosse l'occhio illlfaJlibile, egli si vailltava senza nessuna millanteria di non aver ma-i sba.gliato un colpo in vita sua. Credo che, se avesse sba,gliato un col[Po, la passione del cacciatore gli sarèbbe svanita per seanpre. « Come in tutto il resto, anche nella caccia, mio padre si rego– lava verso di me con uno stra,no &miso,della giustizia. Voleva che io fossi orgoglioso della mia naiscita, di essere un Pepi, e che, gli facessi onore, ma senza toccare un quattrino. A caccia voleva che sempre lo accompagnassi, coine la sua seco111da ombra, ma di darmi un fucile non ,si è mai potuto parlare. Mi affidava il carmiere, e di quello dovevo star.mene pa,go, anzi dirmi felicissimo di portarlo, · così che fra tutti, compresi i cani, il solo che faticasse ero fo, men– tre gli altri si divertivano. Lo ricordo senza rancore. Una mat;ti111a di quell'estate andammo lungo il fiume, il cui corso pas,sa dietro questa villa, 1110nmolto distante di qui. Era un'ora che si stava alla po.st._a, senza vedere una coda. A un tratto, dal ca111neto, si leva uno stormo di anitre, e mio pa-dre pronto pun,ta il fucile, ma il colpo non parte. Le sue armi erano molto belle, niella-te, im.tars-iate (le aveva ereditate dal noillno) ma vecchie. Con la bacchetta si mise a frugare nelle ca111nedel suo fucile, e non saprei dire come fu : udii uno scoppio, ·e vidi mio padre crollare nell'erba come un aJbero schiantdto. « Dico un albero schiantato, ~ non esagero, perché mio [Padre, essendo alto e massiccio per quanto io sono piccolo, e mingherli1110 .d'ossa, somigliava ad' una poderosa quercia; mentre mio noillno era per l'appu111to tutto il contrario di ,mio padre, piccolo e min– gherlino come me. Ohe cosa voglia1110 significare queste alrternative nello stesso ramo d'una famiglia, noill saprei. Sono senza dubbio stranezze della natura. In ogini modo, mio padre cadde di schianto nel prato .per non risollevarsi mai più. Poche ore dopo era morto. Dice un proverbio che : Ava1nu1 cwn moritwr nil recte facit. 1111 un - certo senso è vero, ma mio padre non volle fare per me ID.eppur questo. Era troppo noto in tutto il contado come eccellente cac– ciatore e anche come im[)areggiabile avaro, perché non sembrasse sospett~ a ,più d'uno che egli, così esperto nel maneggiare le armi e così attaccato alla vita, fosse proprio a111datoad uccidersi con
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