Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929
Neoclassicismo musicale 199 la.Na've, proiettando tali procedimenti nella sfe~a della sensibilità moderna e facendòli valere, in maggiore o minor misura, in tutte le sue opere successive. · Ma, una volta purificati gli spiriti al contatto dell'arte [PO[)O· laresca, avendo anzi portato quest'elemento alla saturazione, i com– posi~ori tendono concordemente a semplificare le forme; e, preoc– cupati tanto di sfuggire al soggettivismo ottocentesco e romantico quanto di creare musiche nitide e chiare, indipendenti da influssi pittorici e letterari, si volgono, come ad esempio luminoso ed im– peccabile, alle musiche del Settecento. Non è la [Prima volta che _questa nostalgia del Settecento si affaccia nella musica contem[PO· ranea : già Debussy aveva invocato lo studio dei clavicembalisti e a Rameau aveva dedicato un mirabile Omaggio, _pur esprimendosi coi più moderpi e appassionati accenti ; dopo di lui Ravel aveva deposto sulla tomba di Couperin, a guisa di :floreale corona votiva, una deli– cata serie di pagine pianistiche; e all'arte del· Sei e Settecento aveva mirato [Più d'una volta il nostro Malipiero. La reazione al· l'Ottocento, do[Po essersi esplicata prima nelle deliquescenze de– bussiane, poi nella violenza del primo Strawinski, assume questa volta le forme pacate e concilianti di un « ritorno all'antico)). « Ritorno a Bach)) ? Non credo : nulla mi pare più lontano, se non dalla concezione formale, dal clima spirituale di Bach quanto la musica attuale. -Ma sarà difficile liberarsi da tale definizione, ed è vano oramai -protestare) se i fau~ori di tale movimento, con Strawinski alla testa, toccando per la prima volta il suolo ameri– ,cano banno avuto la malaugurata idea dì chiamare a testimone -della loro eyoluzione il grande cantar, ed hanno dato il nome sacro di Bach in pasto ai cronisti. Questi, si sa, sono come i pulcini che aspettan l'imbeccata, e sipargono poi il becchime, mal digerito, ai quattro venti. .. : dobbiamo dunque rassègnarci a sentir ripetere il nome sacro di Bach ad ogni più futile motivo. Ma, ripeto, sarebbe stato più esatto (poichè, se alcuni mirano a Bach, altri volgono .a, Scarlatti le loro preferenze), e forse anche più modesto, parlare– -di un ritorno agli ideali e alle forme del Settecento. Uno dei primi aS[Petti assunti da questa nostalgia settecentesca, ,è la creazione di una serie di divertiment-i su musiche di quel se– ,colo. Anche in questa occasione ,Strawinski inaugura la serie con Pulcinella, composto su musiche di Pergolese; accanto a questo, Casella crea la sua deliziosa Sca.rlatUana. ( e già [Prima Vincenzo Tommàsini aveva ricorso a Scarlatti per un balletto goldoniano Le _ ,donne di buon u.more); mentre Malipiero ci offre una Oimarosiana, Respighi si spinge fino alle soglie dell'Ottocento con la sua Rossi- 111,iana, dopo aver precedentemente utilizzato musiche di Rossini nel BibliotecaGino Bianco
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