Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

Lo scudo della Regina Elisa LA REGINA ELISA. 1. Standosi Carlo in sì tranquilla pace, che gli parea di poter chiuder Jano; né sapendo che Alcina e che 'l fallace re delle fraudi e 1 ) de l'insidie, Garro, avesson, per accendere una face che Francia ardesse, il fuciletto in mauo ; un giorno che la corte avea più bella, vide entrar ne la sala una donzella. 2. L'abito altiero, inusitato o rado- 2 ); 175 tre scudieri e una donna che seguiva; , , segno facean ch'era d'onesto grado, e di ipaese, indi lontan, veniva. Costei, fuor d'una tasca di zendado, tosto che giunse, un bel scudo espediva, che, d~pinto, e per mezo e d'ogni intorno, d'oro e di sma.lto .e di gemme era adornò. 3. Fatta la riverenzia, che dovuta era a tanto sìgnor 3 ) : parla in tal guisa : « Invittissimo Augusto, iò son venuta, mandata, a Voi, da la regina Elisa, che signoreggia l'isola perduta di là da Tile 4 ), oltre il gran polo assisa; la qual vince ogni donna, di bellezza,J come ogn'altro signor, Voi, di grandezza. 4. E come la più bella ch'oggi sia - ·.al mondo, ella si tiene (et è 5 ) con vero), I) L'e manca, per un forellino. - 2) Aveva cominciato con altra rima: L'inusitato e stremo abito altiero. a) I due punti sono dell'Ariosto. 4 ) Ti!e, per Tùle, anche nel Ji'urioso, X, st. 88, v. 6: Da Tile 1 e fin da la remota Islanda. Inoltre è da notare, che Tile oltre il gran son -parole cancellate, e nulla è sostituito. 5) Si legge male è.

RkJQdWJsaXNoZXIy