Pègaso - anno I - n. 2 - febbraio 1929

GIOSUE OARDUCOI E IL PETRARCA. Giosue Carducci doveva essere un massone speciale perché a noi ~iovani insegnava che chi vuol diventare subito generale, è un pessimo soldato ; e chi vuol essere s11bito cardinale, è un pessimo prete. Egli ci faceva fare di gran marcie con lo zaino pesante e ìl fucile grosso della erudizione filologica; e guai a chi non andava dritto. Però il passo d'oca del più rigido metodo tedesco, come usava allora nelle scuole, non ce lo ha mai prescritto. Col suo temperamento di poeta Giosue Carducci si era adattato con passione a quell'ufficio di caporale istruttore per amore al– l'Italia, giacché egli era di otpinione che l'Italia soffrisse di facilo– neria in varie cose, e anche in letteratura; e credeva di riuscire a farne la cura con la molta severità degli studi. Era anche sua ingenua opinione che esiste una disonestà letteraria anche se que– sta non è segnata nel codice. Da ciò tutte quelle polemiche e battaglie; mentre Alessandro Manzoni, ben più savio, lasciò che ogni letterato cocesse nel suo brodo; non accettò sfide, né sfidò alcuno. Venne poi anche per il Carducci il tempo delle patate marce e dei fischi disperati intorno alla sua nobile testa canuta. L'uomo non piegò di una linea. E queste cose avvennero nel tempo in cui sostenere la dignità della patria era considerato come un vecchiume di fantasmi risorgenti dal Quarantotto. Ma qui mi pare si sdruccioli nella politica, e perciò « lascio la !Politica ov'ella sta, - come dice Silvio Pellico nel principio delle sue Prigioni, - e passo ad altro.» Tuttavia devo riconoscere che anche nei miei giovani anni, non mi lasciai mai sedurre eccessivamente da quel non so che di vee– menza giacobina che affiora qua e là nelle ipagine più belle del Maestro. Anche certe affermazioni che facevano andare in sullùcchero o'li altri come il Galileo dalle rosse chiome, Cristo più non trionfa, o ' 11. - Pèg::iso. BibliotecaGmo Bianco

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