Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
76 U. Fracchia _ È proprio il ca.so di [Pensare alle casse e ai ba-uli, - gli ri– spoodevano, scrollando le spalle : - Bisogna, pensare alla pelle. - Bravi, la ipelle ! - ribatteva indignato il maggiore Iupiter : - Per voi n001esiste altro che la vostra pelle. Lasciamo pure andare i bauli. Ma le mie casse ? Non sapete che valore hanno le mie casse? - Ohe cosa ci avrete nelle vostre casse, poi ! - esclamavano con disprezzo. - Ohe cosa ci h,o? La mia vita. Si, dico, valgono qualche cosa di più della mia pelle e della vostra. - Sentilo ! O perchè non si butta dal1a murata ? Giusto, siamo troppi a bordo. Ma: - Largo, lasciatemi passare, marma,glia-, -- gridava per nulla intimorito il maggiore Iupiter. E bene o male, funivano per lasdail'lo passare. Benedetto condusse Alessandra fino alla porta deBa sa-la di pr1ma classe, e poi, districandosi alla svelta -dal sartiame dell'al– bero caduto che gli attraversava il cammino, cercò di raggiungere suo rpadre. Alessandra apri a fatica la porta che il vento premeva contro il battente ed entrò nella sala,. Essa era bassa, male illu– minata e vuota. del tutto, salvo in un angolo c;love,nonostante la poca luce, si vedevano distintamente due persone, l'Ullla coricata, l'altra seduta sopra il divalllo di velluto rosso. La prima era una signora vestita di grigio, che teneva il viso nascosto in un fazzo– letto, come per difendersi dal sole. Essa dormiva con un respiro calmo e profondo, il capo appoggiato .sopra un involto di sciarpe e di panni. L'3ltra era, un vecchio obeso, con le gambe avvolte in uno scialle verde, le mani incrociate sul ipomo di un bastoncello, uno strano berretto di pelo posato sulla sommità del capo. Non si ve– deva ombra d'altro pelo né sulla parte del cranio che il suo ber– retto lasciava scoperta, né sul suo viso tutto cincischiato di rughe. Era sveglio, e sorrise quando Alessandra gli si avvicinò. - Vi siete proprio dimenticati di noi, - disse con un filo tremulo di voce. Alessandra gli dette un bacio Aulla gota e, con la mano, carez– zandogli il mento, gli fece cenno di tacere. In silenzio poi gli si sedette accanto e attese. Non dovette attendere molto, poiché poco dopo entrar0010 con molto fracasso di iporta, di voci e di passi il maggiore Iupiter e Benedetto. - Meno male, - diceva il primo, - mi ero proprio spaventato. Capirai, le mie casse ! - Ma come ,non te ne eri accorto, che pompavano acqua da due ore? - Guardavo la costa con il mio cannocchiale, - rispose il mag- BibliotecaGino Bianco
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