Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

20 Lettere d' a1nore che sento solo quando provo a rimuoverli. Ci si crede_ liberi e non si è. Vedrai se mi sbaglio: il mese p&sserà, e sempre sperando, da urn giorno all'altro di venire, alla fine non mi sarò mosso di qui. Altrettanto succederà a te: poi arriverà il freddo e la lonta– nanza e quel gelo fatto di niente, delle ore vuote accumula,te l'una sull'altra, che ci ,si trova alla fine dava,nti come un muro, [lato sooza S3!pere.Faccio molto male a ,scriverti così. Male e bene : bi.so – g,na sempre avere il coraggio di guardarsi innanzi. Solo dopo aver fissato il vuoto cogli o.echi aperti e senza speranza, si può sentire la felicità di chiuderli un poco. E mi trovo stretto fra le tue brac– cia, aanore. Ohe cosa importa se è il sogno di un crepuscolo ? Quel che domani sarà illusione, oggi è più vero del vero. Pic– cola **, che domenica è stata tutta sola laggiù nello studio, a scrivermi tante cose nervose profonde così piooe di lei immem,a– mente care! Quel momento è mio, e nessuno me lo toglie più. Ti sarai dimenticata di me, e io sarò ancora con te, fra le !Pareti solitarie e l'odor delle vernici, guardando quasi furtivamente la tua manina che corre sulla carta, cogli occhi fissi tremanti di tene– rezza infinita. Sei stata così buona con me, così sicura, superiore, luminosa di g,eaierosità senza vanità, di dolcezza ,senza ricambio, d'intelligenza s-enza esitazioni, che il destrno non ti lascerà senza compenso. Se tu ,sapessi quanto mi piaee pensare che tu sarai uscita dal mio amore più bella e armoniosa di prima! Io ti vedo ora e ti dirò quale ti vedo; dopo, non ora. Non posso, ti voglio troppo betne e ho bi– sogno di guardarti e di carezzarti, così, in silenzio liev,emente dol– cemente senza fine. Questa è una cosina che voglio dire subito aJla mia *·*: ho un'altra lettera dentro, una fantasia d'Mnore e di ri– cor,di che .sento bruire nell'anima come le gocce dell'acqua tra le foglie arruffate ,dei pio;plPi; ci sono delle lunghe pause nella notte silenziosa e rpoi delle -scrollate di vento improvviso che fa gro[ldare ogni foglia di fr.eschezza e di musica. Un'altra sera, CO[lpiù tempo e più quiete : non si perdono mica tutte queste cose dentro di me; restano come sospese, tacite, pendule: ma se ti penso, a.more, ecco il vento che le muove tutte e le fa tremare e gemere e cadere. Io dico ades-so: se rnvece di quel mese di prova che la ** voleva impormi (e io 1so il IPerchè, piccolina. Una parola che è sfuggita alla mia paura, e ti deve aver messo dentro un poco dell'uggia sottile, inutilmente ,stanca, che pungeva me quando la dissi. ... Non è solo quello, il perchè. Ma un pochino anche quello), se rnvece di quel mese io tentassi, non urn mese solo ma un periodo, una stagione di una prova un po' diver,sa? Una prova rn me, nella mia vita? Ho sentito altre volte un bisogno di semplicità di ,purificazione; un bisog 1 no grande e dolce di essere solo nel ~io cuore con la mia BibliotecaGino Bianco

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