Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

I 14 Lettere d' amore carta, se ne va come un sospiro dolce e muto; ta1nto profondo che mi lascia vuoto e si !Porta ogni cosa con sè. La porta alla **. Sto cosi bene allora ! Se non che mi assale in certi momenti una peina cosi sottile, il pensiero di tutto quello che nOIIlho saputo ancora dire aJla ** ed è forse il meglio di me; la mia musica più intima, la ** dentro di. me; e mentre lascio passare il tem!Po, se poi non arrivassi più a poterglielo dire ? Ci arriverò. E sarà la cosa più bella che io !Possa dire nel mondo. È qu8isi buio. Son venuto apposta in Biblioteca, per far buio colla**. Non distinguo più fa corsa della. ,penna sulla carta. E non voglio accendere il lume. -Voglio che l'ombra mi copra. E poi vo– glio offrire alla ** questo crepuscolo buio e solo. Cosi finirò la do– menica un pochino con lei. E adesso ti penso e ti bacio. (Più tardi). Che dolce ,sera. 801110 stato contento del pensiero che m'è venuto, di fililire la domenica noiosa lontano dalla gente. Il corridoio polveroso, con quei brutti mattoni rossastri, le finestre chiuse e gli armadi opachi del vestibolo, quel non so che di disor– dinato, carte iJI1 abbandono, muraglie nude e gialle nel mio stu • diolo; tutto questo squallore def vecchio edificio, e l'aria di deserto, e di tristezza m'ha fi:i,tto un gralll piacere; l'ho offerto alla **. Que– sto isolo, perchè altro IIlonposso. Ha detto che non vuole nessun sa– crificio da me. Io invece .da UIIlpo' di tem!POprovo taJnti scrupoli nuovi. La, fe– licità si accompag1I1acol rimorso di nolllfare abbastanza !Per esserne degno. Ci sono dei giorni in cui la vita mi sembra un fiume lento senza distinzione; e che bisogni abbandolllansi a tutte le onde ugual– mente; nessuna è più buona, 1I1essunaè più cattiva; tutte chirumano e scorrono e porta1I10con .sè qualche cosa che non ritorna. Questo non mi piace oggi ; sento un Msogno di scegliere, di or– dinare, di piegare il mio animo alla regola e al sacrificio. Non da oggi solo. La «·* mi è venuta vicino in una stagi01I1edi crisi, di pigrizia, di stanchezza, ma anche di amarezza e di rinnovamento moraJ.e; stanchezza di U111a vita passata, ,di una felicità troppo fa. cilmente trovaita a1I1che nelle debolezze e nelle mancanze e nel vuoto. La ** mi ha fatto sentire, di !Più, quasi un sospetto di peccare, di aver peccato contro l'amore. Forse non è permesso abba1I1do– nansi a tutte le dolcezze e a tutti i dolori, come se fossero uguali ; essere da per tutto e in nessun luogo; fidarsi alla molle illusione, che quel che si lascia in U1I1 luogo sia diverso da quel che si trova in un altro, e che i minuti della giornata mai non abbiano rapporto fra loro, come non si toccano l'una coll'altra le gocce dell'acqua che valllilo. Sento in questo pensiero qualche cosa di comodo e falso. Una illusione di beatitudine senza timori che non può esser lecita Biblioteca Gino Bianco

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