Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
/ R. MICHAUD, Pa·norama de la Littémture américaine 125 E sia. Ma dei sensi ella come pochi sa cogliere i moti, i baleni, in quel momento improvviso, inedito, in cui quasi toccano la luce del– l'anima. Nasce di qui, una sua quasi fisica spiritualità che piace e scon– certa. È qui il fascino e l'assurdo di questa scrittrice. Dove è rimasto dunque quello che dicevamo in principio, lo scrittore morale ? E chial'o, siamo agli antipodi. Eppure il mondo che Colette qui ama descrivere, le damine e gli omarini tra cui qui ella si aggira, quelle eleganze, quei costumi, quel gergo di vita, quel loro lussuoso esser nulla, per la presenza stessa di lei, di Golette, trovano il correttivo più giusto, il miglior commento. Quello proprio che basta. Quel tanto di schietto, di vibrante, di ani– malesco che è in lei, serve e avanza pel'ché, al suo entrare, per il con– trasto, l'aria intorno sembri cattiva e la gente falsa. Ahimé, ci sono vizi, ammollimenti, a rimproverare i quali meglio d'un moralista in cattedra, serve la presenza di una creatura sana e zitta. Una luce ap– pena più viva basta a svergognare una faccia troppo tinta. Un fox che irr'ompe gaio nel cerchio di un salotto dove l'aria e i discorsi sian troppo viziati e le bellezze troppo stanche e finte e quello salta e annusa, fa le feste, ficca gli occhi su ciascuno, basta il fox perché il trucco cada e tutti invecchino. Perché scomoùare un predicatore dove basta uno specchio? Annota Colette a p. 102 e tira via: « Mon amie Valentine a hau,s8é les épaules, q1i/elle porte minces, voir un peu avides. Toiit son oorps empreint d'1me apre jeunesse, et oomrne dévast6 par une aclolesoenoe sans fin. lfans la rue, 1;1iede dos, elle a dùIJon clouze ans, oomme beauooup de fernmes d'aujourd'hui. De faoe, elle semble un peii fatigitée de jouer si longtemps à la petite fille. » PIETRO p ANCRAZI. HÉlGIS MICHAUD, Panorama dfJ la Littérature amérioaine. - Kra, Paris, 1928. Fr. 18. Alla moda obbligatoria di presentare in «panorama» la letteratura contempo1•anea che è oggetto dei suoi studi particolari non ha potuto ·sottrarsi neppur e Régis M ichaud, che alla letteratura degli Stati Uniti d'America s'era dediea.to sinora attirato da indagini e da ricostruzioni acce,nt1•ate intorno ad Emerson e ad alcuni romanzieri, indagini e rico– struzfoni di primo ordine, degne insieme d'un uniYersitario di Sorbonue e di un divulgatore geniale. 11 Panorama de la LUtérature amérioaine ch'ora egli ci offre cerca di aprire nella vasta foresta di quella letteratura viottoli e sentieri, per i quali il curioso e lo studioso possano avviarsi più o meno ageyolmente e cerca, nello stesso tempo, di tratteggiare e di coloril'e certe atmosfere, di catalogare certe tendenze e certi caratteri generali; ma sentiamo ebe il Michaud doveva, trovarsi più a suo agio in un campo ben delimitato, come quello del romanzo, da lui saggiato e trattato due anni or sono, nel volume in cui era riuscito a disegna1·e le figure di scrit– tori come Hawthorne e James, Dreiser e Lewis, A.uderson e Cabell. Questo libro, certo il migliore che sia stato scritto in Europa sui roman- teca Gino Bianco
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