Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
124 COLE'l''.l'E, Le voyage égoiste pagina la scrittrice ricerca e_ rileva moti, ~ens:iz~oni, ~·c~uls~, inviti d'un ordine quasi soltanto fisico; e che ha 11 p1gho spiegrnd1cato, la frase accostante e un tantino il gusto dello sconveniente .... 'l'utto vero.' Ma infine come è sana, istintiva Colette, in questo mondo che si sfalda e si abbioscia! Questa proprio è la caratteristica sua : restare schietta e senza vizio tra temi e :persone viziose, esser naturale dove la materia è falsa; istintiva dove l'istinto è tradito. Attraverso racconti romanzi e commenti, Colette è venuta su su creando un suo tono, un s~o tipo di donna, èhe può anche non piacere, (che certo non vorremmo sposare), ma che è decisamente qualcuno. Accetta i dolori e le gioie della vita con coraggio. Impiega l'intelligenza, e ne ba a esser sé stessa presente a, sé, senza complicarsi, e senza evadere. ' ' . . . Della propria bellezza ha soprattutto un senso d1 samtà. Non è civetta. Qnando è immorale, lo è con la stessa sincerità e naturalezza con cui è bipede. Non dice bugie, o dice soltanto le eterne bugie dell'amore. Piange di rado, e sempre da sola. Si innamora, ma non parla mai da innamorata. Ha il pudore del suo sentire; non inganna nessuno e tanto meno sé stessa; quando l'amore di lui è finito, dovesse morirne, gli stringe la mano franca, e se ne va. Un che di americano si è inne– stato qui nella dolcezza o nella galanteria francese. Da una sanità, da una franchezza che parevano soltanto fisiche, si esprime cosi un tipo uma1to, ur:'anima. Colette è la più sioura « conturiè1·e » di questo mo– dello; il suo ne è il più elegante, il più fresco, laboratorio. E via via in questi anni, il suo taglio si è fatto sempre più netto e scarno. Dice a p. 5G'. Court, plat, géometrique, quadrangulaire, le vétement flrnirlin s'ét(t!Jl-it sur des gabarits qui dépendent du parallélor1ram 111'3. Parla ora della veste o dell'anima? Quel tanto di patetico che poteva nascerle ieri dalle situazioni romanzesche o dall'ambiente, oggi volentieri lo ha lasciato per via. I suoi romanzi si son ridotti all'essenziale, idilli a · due. I suoi ricordi, i suoi commenti sono esatti e mordenti. Nei suoi dialoghi cli bestie, gatti e cani hannn buttato via tutte le intenzioni, le ironie, le allegorie di cui li rivestirono i favolisti classici. Si pensa che se cani e gatti leggessero Colette, vi si riconoscerebbero o sarebbero contenti. Quanto istinto! Eppure l'intelligenza è altrettanta. Cosa sem– pre rara in donna, il suo stile regge all'esame. È aderente, pieghevole, esprime tutto ciò che la scrittrice vuole; ma una cosa decisamente non vuole: lasciarsi andare, tentar l'avventura, l'alone, l'eco della frase vuota. Colette non butta mai i dadi delle parole per vedere se mai il caso le regala un sentimento che le manca, una poesia che non ha. Prima che un trucco per gli altri, le sembrerebbe un tradimento di sé. Sotto questo aspetto, ella è l'anti-Sancl. In compenso la gioventù la dote di sorprender l'inedito, quella di meravigliarsi le è continua N~lla sua pagina, tutto è caratterizzato : non succede mai che un ba~io sia uguale a un altro bacio, che un fiore sia un fiore qualunque e non quello li, che un gesto ne ripeta un altro, che una parola, una ca– rezza sua passino senza un senso nuovo. La sua frase non conosce Ja pesantezza opaca dell'abitudine . . V~glia~o anche dire che, con queste doti, Colette è tuttavia una, scrittrice d1 corto raggio, di scarse figure; artista, soltanto sensuale? BibliotecaGino Bianco
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