Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
122 À. M.A.UROIS, Climats contrasto, si direbbe che in certi punti aiuti, come sfondo, a, staccare certe figure e a farle muovere con una luce e una limpidità ed evidenza che son degne d'attenzione: soprattutto figure e caratteri di donna. Vedete questa: « Elle a un joli geste des yeux quan-cl elle cherche à ,_•urii-prendre quelque ohose, elle plisse un pe-it le front et regarde en avant oomme si elle ne voyciit pas bien; pitis se fait: - Oui - à elle-mérne. Elle a oom– pris. >> Questa è Odile, la giovinetta, che a Ffoenze s'incontra con Philippe Marcenat, ed è poi la moglie, la prima moglie cli lui, che è il protago– n:Lstadel romanzo. E anche ,se nel romanzo non oi fosse che questa Odile, deliziosa figura, - ma ce ne sono altre, ben viste, e tutte di donne, - ba– sterebbe quella perché il libro meriti d'esser letto. Ma io volevo diire come, a,pprofondendo quella prima impressione, qualche altra cosa si po.ssa intendere. Essa info,tti, più che dalla posi– zione delle parole o dalle indicae;i.oni di quailche motivo chiaramente mu– sicale, semln·a nascere dal modo stesso come i ca,rattel'i in questo ro– manzo sono visti. Non sono caratte1,i fermi o che lentamente si vanno formando verso un punto di arrivo; ma sono intesi piuttosto come atmosfere o climats (di qui il titolo), su cui il tempo e le passioni e i contatti colli gli altri hanno incessanti influenze, sicché Yanno continua– mente trasforma,ndosi, nonostante ritorni e allacchLmenti ai motivi fon– damentali. Per par}a;re più umanamente, dirò come nell'amo1'f\ te.ma nnico e esdusiv,o di qnesto roma,nzo, i due motivi princ,ipaJi siano quello della fedeltà ,e sa,ggez,za,, e quello della vooazione e leggera follia; motivi tutti e due necessa,ri alla feHcità di Phi,lìppe Marcenat, ma che nel de– stino dei suoi amori hanno il torto di giocare a contrattempo. Così Phi– lippe ,è saggio, fed,ele, ragionatore, mentre Odile è gaia,, leggera, amante dei piaceri, sia pure con una punta di malinconia; sicché l'amore fra i due non è f.elioe, e finisce con la fuga di Odile, che p oi .si uccide. E anche ·quando Philippe trova la saggia e fedele Isa .bel.le , per l'influenza e il riconc1o di Odile, il caJ.'a,tter,e di Pbilippe è ca mbiato .... Tutto questo che da noi è stato ohiamato « frantumazione dei ca,rat– teri » e che tiene naturalmente anche un po' del relativismo pirandel- 1iiano, non è oerto cosa nuova. Ma bisogna, dire che in Maurois hai una caratteristica sua; perché, se, per tornare a Tjitandello (lontanissimo, narturalmente, per ogni altra oosa da,! nostro autore), quella iustabi– Htà di sentimenti e di c.ruratteri è spiegata con una specie di ossessione logica ed è alle volte interrotta da quailche rude tratto di verismo che rfoorda lo s,oolaro di Verga,; nel Ma,urois, invece, la singolarità mi pare esser-e questa: che il risolversi dei caira,tteri in zone o atmosfere succes– sive è sostenuto da unia fitta siepe di osservazioni psicolog iche, tutte ooerenti e concrete, il cui tessuto logico è finemente simula.to e cOIIleri– coperto da uno strato di sensibilità. Anzi, il curio so mélang e di senti– mentalità e di ragionamento che è al fondo di parecchie pagine di que– sto libro, è una delle ragioni non ultime del suo fascino. 'l'utto questo è il meglio; e non è poco. Ma non bisogna andare olti·,e. Il pa;ragone, che qualche oritioo france.se ha accennato con alcune figure dei grandi romanzi del passat o. mi par e assai pericoloso .... Chè --... BibliotecaGino Bianco
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