Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
# 5 M. FUBINI, Ugo Foscolo 113 modi dl•arnma,tioamoote calcati, è dato con un tremito sottel"raneo in pochi aceenti soli [Mesci, o Flora gentile, oro alle fila; E il destro lembo istoriato esulti D'un festante convito: il Gemo in volta Prime coroni agii esuH le tazze], dove la commozip;ne è cosi taciuta che molti fino ad oggi vi son passati accanto senz'aocorgersene. Ma la mancanza, di filologia, per di più, ha fatto scrivere al Fubini parole frettolose sulla Notizia intorno a Didimo Chierico, dove son pagine grandi per quella volontà appunto di dissimulare il proprio dolore, staccarsi dal proprio dolore, giocando con uua sorta di linguag– ~o allusivo e lonta;n,o che molti, ad esempio, oggi imitano, i più avvertiti neoclassici, nulla veramente avendo da dissimulare, su nulla avendo da tacere, se non ,su una povertà di interiore vita che invece nel Foscolo fu rfoca fino allo strazio. (Maiquesto noJ1si deve dire, o qui non importavrL di.re ). E torno al FUJbini. Il quale sulle Ultime lettere di J. O. ha pUJ· steso, sulle mosse d'altri, un'acuta indagine, esaminando e rilevando quella loro composizione « per strati)), cosa verissima; ma che nel corso del Hbro è rimasta senz'eco. Foscolo, veramente, compose sempre « per strati)> : che Ìlll materia mitologica l'obbligò ai famosi trapassi pinda ,ri.ci , a, volte arbitrari, a volte delicatarrnente segreti, secondo che l'arte crebbe e maturò dall'ode A L-uigia Pallavicini ai frammenti delle Grazie; ma che in una materia sentimentale fu tutto un lavoro di scavo, in pro– fondo, ,e gli dettò i ,versi più liquidi e limpidi, eppur nettamente dise– gnati, d'una dolcezza ignota. Nell'un caso non era mai sa.zio di cor– reggere ,e aggiungere; nell'altro l'impazienza era tutta di trovar parole che con un mi;nimo d'impegno, e nei modi più piani, rinnovassero il miracolo ,dei poeti gra111diclassici nei momenti grandi. Così, certi fram– menti, riscoperti per improvviso estro quando lavorava alle Oonsidera– zion-i intorno alla Chioma dv Berenice, rimaserp staccati 3/llche dove si studiò di proseguirli, dissimulando il più possibile le commessure: !Involontario, nel pierio fonte Vide '.l'iresia giovinetto i fulvi Ca,pei di Palla, liberi dall'elmo Coprir le rosee disarmate spalle .... '(e il disc.orso a,ndrebbe ripetuto per il frammento su Boreaccio, dove i primi otto versi certo sopr:wanzano tutti gli altri per novità e fuoco di ispirazione : .... Io dal mio poggio Quando tacciono i venti fra le toIT:i Della vaga l!'irenze .... ); ma gli altri, quelli iintimi, quelli più suoi, quelli che portò nell'anima per anni, e arricchi di tutta la sua esperienza di dolore e d'arte, paiono i!gorgati facili, pur con un'aura si preziosa, e senza fatica. E qui, proprio la, poesia ebbe per il Foscolo l'ufficio di catarsi, e toccò le altezze d'una S. - P~gaso. BibliotecaGino Bianèo
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