Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

I 112 M. Funrn1, Ugo Foscolo J'amoi-e (divine!) alla Fa,gn3illlÌ; avrebbe, forse, inteso megli~, dand~ al lettore più prove e più caJ,me, che lì, e solo li, naequero 1 grandi sonetti, quelli Alla sera, In 1norte del frat~llo Gio1;an:i, A Z aointo, A li'irenze, Alla Musa; lì feoe le prime grandi pr·ove 11 li oscolo a usa.re qUJelsuo linguaggio ombrato e caldo; li sperimentò la risonanza, - e la f,orza di cerni « temi» ooe poi tol'lllairo;nonon solo nei quasi contempo– rrunei' Sonetti, ma perfino nelle lontanissime Grazie; li finalmente la poesia foscoliana si dà, com'è, :na,ta all'improvviso da una sovrabbon-=– danza cordiale e quasi da un J-.igoglio di adfetti, anche se poi l'adulta, mente, oongiurata, con quello che egli stesso chiamava il « Demone del– l'inoontenta,bilità », per tanti anni lavorò a complicare, e affaticare, quel ,fiotto sorgivo. Ma, come la critica storic a prima 'S'a ,ccrunìintorno a questo libro per imbastire l1[I. processo di p.receden.oo, così quella psicologica poi, facendo dell'0rtis una specie d i personaggio drammatico, anzi, s'è detto, « allieriano >>, pe,r la compiacenza di vederselo pJ-oPJ-ioagire <lavanti, come su una soona, ha voluto guaJ-dar mNiutamente gesti e azioni e contrad– diziOiili, prestando tanto pooo orecchio a quelle parole dove Ortis, o Foscolo, in ,segreto, e per così dire dietro la soeoo, cercava, i.qterrogawa e ritrovava sé stesso, accresceva, sé stesso, specchiandovisi con tutta l'anima. La quale fu sempre in guerra con sé e travagliatissima,; e egli n'ebbe cosctenza, fin nei primi anni. Aprite l'Ortis. La conoscenza del cuore umano, anzi del suo cuoro, e la difesa dei diritti del cuore, alimento viivo della sua vita e del suo peccato e della sua poesia; il senso della bellema morale, el'ltremo sogno della parte migliore e più gelosa di sé; l'iùea dell'armonia, che poi svolse sì astrat– tamente nel secondo inno delle Grazie, ma che ;nello ,stesso inno vide per miracolo riflessa nella danza della sua più cara, più amata, più pianta, ,sacer,dotessa, e la espresse con modi che sono certo i più nuovi e potenti del Foscolo/per UIIlatal confluenza ,di affetti veri, di concetti avvertiti •nel loro limite e di arte sovil'ana; il sentimento e il presenti– mento d'esule, a cui accordò tutte le corde della sua malinconia; l'amor filiale, mestissimo, che gli foce più triste l'esilio, o parve il volto di quella tristezza, nella forma più toccwte e umana; e un oenno ancora di .religiOllleantica; e perfiino certi gusti letterari (il suo amor per Pe– trail'ca); e l'uso di certe parole fcmdamem.tali alla musica foscoliana: tutto si ritrova nell'0rtis. Ora il Fu bini ha visto un po', direi, con l'occhio, aperto, del critico, un ,po' con l'occhio, complicato, del psicologo: più contento fOil'se a questa se.conda vista che alla prima. Ma se a,vesse guardato alla qualità é al senso di certe espressioni che sono i;n quelle pagine giovanili, avrebbe ce1·to avvertito meglio il distacco tra le prime poesie e le Grazie, e perché propriamente le Grazie, nel modo più dissimulato e segreto, sono un ritol'IIlo commoss.o e melodioso di certi motivi che tutti ritrovammo nell'Ortis; av11ebbevisto, dico, che gli ultimi divinissimi versi del se– condo inno di cui egli neppure ha sospettata la grandezza e· H valore quasi_,simbolioo, ,son l'eco moltiplicata d'un primo cenno che è già ;nel– l'Ortis; che, ancora, nel Velo, la cima della ,poesia foscoliana, l'amor di patria, che in Foscolo gridò pMole cocenti, quando non si esprMSe in Bibliot~ca Gino Bianco

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