Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

M. FUBINI, Ugo Foscolo 111 celli, da scrosci di pioggia e da riesumazioni di musiche antiche. Giuseppe Lippa,rini ed Emico Vanni salirono apposta sulla montagna pistoiese per reclutare Gigi del Bicchiere, cantore all'IÌIIlprovviso del ;vecchio istamp.o, ,perchè inframezu,a,sse d'ottave una di queste riunioni bizzarre. l~ ult:imarnente Nello Qu.ilici ha avuto l'onore di « ,u.mi.liiare » l'ottava d'·OIDO ai 1pfodi del Sov.I'l3Jllo con run .suo patetico ,iliscorso su Ba.•a,ndimarte e Fi01 1 diligi. Io che mi ti--0v.1vopresenite, e vedevo oon che aittenzione il Re seguiva l'oratore, pensavo alla faocia che avrebbe fatto il cardi– nale Ippolito a risentir la filza delle minchionerie del suo <e criaido », recitate in tanto conspetto. Dicesi anche che Mussolini, vedendo un giorno non so quale alta autorità ferrarese, l'interpellasse dicendo: Eb– bene, che ,si fo nella città dell'otta,va d'oro? A questo punto, se il discorso non fosse già anda,to così lontano, ci si potrebbe chiedere che valore lettera.rio ,possono avere, alla fine, v,olgarizooziorni mondane cli questo genere. C'è chi dice che tutto fa brodo, e c'è chi dice ohe a oorte c~ bisognerebbe sempre accostrursi coi dovuni riguardi. LasciMI1ola n. Ma, intaru,to, con la ,scusa dell'ottava d'oro hanno anche r.i,pulito e raooonciato la casetta, parva sed apta, nell'antica contraida Mirasole. Non foss'altro, l'Ariosto ci ha, guar!a- > gnato questo, lui che alla casa ci teneva tanto. ANTONIO BALDINI. MARIO FuBINI, Ugo Foscolo. - Fratelli Ribet, Torino, 1928. L. 20. Dopo il lunghissimo studio del Donadoni su Foscolo, umano, troppo, fol"Se, umano (su seicento e più pagine, poche decine appena sulle Grazie, e insufficienti) ; dbpo il saggio del Citanna, con quella sua volontà un po' chiusa di spremere l'ultimo senso dell'arte foscoliana dalle sole poesie (ma non si curò di toccai• neppur da lontano la difficilissima e bellissima, quistione del traduttore, dico del traduttor d'Omero; e non avverti l'importanza delle Ultirne lettere di Ja,copo Ortis, mettiamo uell',ediz.ione del '98, come presentimento, e più ancora preparazione, della, prima, ,vera grande poesia del Foscolo, delle due Odi, e dei dodici Sonetti almeno): ecco il Fubini, in trecentocinquanta pagine, ordinare e condensare molte giuste cose intorno all'uomo e al poeta Foscolo. Dirò subito che, in massima, si pnò andar d'accordo con lui: ha visto quasi sempre veramtmte, se anche di. certe verità non ha saputo pesarne e darne in tutto il valore: i rapporti tra le varie opere, dalle prime poesie degne d'esser ricol"ldate (gli sciolti Al Sole, le Rimembranze) alle Ultime lettere, alle Odi e ai Sonetti, e ai Sepolcri fino alle Grazie, non dimen– ticando l'alto significato della Ohio1na di Berenice, dov'è già. oltre la critica foscoliana e la filologia in nuoe, un primo avviso delle Grazie, e l'aria che respirò poeticamente scrivendo le Odi: giuste cose. ~la, se invece di contentarsi d'aver visto rapidissimamente, avesse penetrato più addentro, assaporando con un gusto filologico più attento, o più vivo, il naseere di oerte espressioni, il, lampeggiar di certe immagini, e quel eommosso .respiro della parola che fu proprio del Foscolo, nelle Ultime lettere non solo, ma, anche, nelle altre lettere, e in quelle I'

RkJQdWJsaXNoZXIy