Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

A. SUA ECCELLENZA BENITO MUSSOLINI. Eocellenza, le sa,vie parole con cui F.Jla nell'ottofu.e scorso ha, proclamato l'in– dipendenza del giudizio sull'arte da,l .giudizio sulla politica, non hanno meravigliato i redattori di queste pagine, perché sapevano che l'amore alla verità è in Lei più forte d'ogni altro affetto, e quella verità, anche se iper ipoco velata,, era ben antica e ben soda. Ma non dobbiamo iperciò esserLe meno riconoscenti, tanti erano, e non solo tra airtisti e scrittori, i convinti rche « la tessera dà l'ingegno a chi non lo possiede», e tanti sono anc6ra quelli fissi nella speranza ch'Ella non abbia parlato per lo.ro. Delle tessere s'hanno registr'i bollati; degl'ingegni, no, ed è una fortuna,. ,Si potrebbe inoomma trovare ancora un poeta estroso come il Burchiello o nostalgico come il Gozzano, per cui la parola Stato sia soltanto un partici!pio passato. Oggi, merito del Fascismo, il caso è poco probabile; ma a fil ùi logica resta possibile. L'arte fascista, della quale tanto più si parla, quanto meno se ne tenta una definizione, o meglio uno stile singolarmente fascista nell'art.e sorg,e:rà solo ,quando coscienza e civiltà italiane saranno state dal Fa– sdsmo oosì rinnovate e foggiate che quello stile esca non da un fatto della, volontà ma dal costume, dal sentimento e dallo stesso istinto. Lo stile detto Karpo leonico preesistenL all'Impero e gli sopravvisse. Il Bo– naiparte se l' e.ra preso, come una veste di parata che al primo sguardo col J'icordo déi Cesa-ri doveva spiegare ai popoli i suoi propositi e fatti im– periali. Ma, l'ade ·e la poesia che davvero espressero quella procellosa ,·olontà di ridaJ'e al mondo, dopo la follia rivoluzionaria, una pace e un ordine alla, .romana (senza Roma) e che rappresentarono quella corsa a.:ffannata, la spada in pugno, attraverso tutta l'Europa per raggiun– gere, più che il ne.mie-o, la rpropria ambizione sempre più alta e lon– tana, non furono l'arte togata di Davide la meccanica poesia di Delille; furono l'arte di Delaci:oix e la poesia di Hugo, venti o trent'anni dopo. David cioè aveva dato l'immagine di quello che imperatore e impero de– sideravano di essere: DelacroL"r, invece, l'immagine di quello che furono e della vera e concitata ani.tua loro. Sono cose che l'Eccellenza Vostra sa, meglio di me. Le scrivo solo per aggiungere che, se uno stile originale non può oggi nascere per rnlontà del Governo, almeno le fabbriche erette dal Go,erno Fascista, nella capitale. nelle prov.ince, nelle colonie potreb- blioteca Gino Bianco

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