Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

La Stella del Kord 81 del come essa si adatterebbe alle esigenze create dai nuovi costumi. Poiché da noi il più grande rispetto vien osservato verso le concu– bine, alle quali le stesse mogli legittime, per quanto rare siano, fanno una visita di convenienza tutti i venerdì del mese ; e dire basta.rdo a oo ragazzo o matrig,na ad una donna è come altrove chiamarli con il loro ver'o nome. Se uno muore, il numero delle persone che si veste a lutto è incredibile, perchè per un bambino ehe se ne va ci sono almeno due madri che restano a piangere, e per ogmi madre o pa,dre almeno dodici figli. Il seguito dei funerali ,è quincH sempre molto affollato, e poi tutti si ritrovano a cena, ac– comunati dallo stesso dolore. Ma questo non impedisce che ognuno nsi verso l'altro della maggior discrezione; e non accadrà mai, a chi non sia o forestiero o sventato, di coogratularsi con un pad,·e JJer la buona,, riuscita di un figlio che ufficialmente non gli appar– tiene, o di condolersi con 1llil ma.rito per la perdita della moglie d'un altro. Il lettore dirà che questo accade o accadeva un po' da per tutto, I' e sempre in proporzioni più ampie COITl il progredire o il corromperia;i ,della civiltà. Ma quelle che sono altrove eccezioni, da noi costi– tuiscono invece la regola. Nonostante la modestia di cui i miei con– dttadini danno prova, la. città gode infatti la fama che merita. Ma ,è fama a tutt'oggi piuttosto orale che scritta. Perciò il maggiore _Iupiter no1n ne trovò il minimo accenno nella Piccola Enciclopedici <:he, aperta una valigia, si affrettò a consultare, non a,ppena ebbe -Occupato la sua camera alla Uorona di ferro. Era questo, della Corona di ferro 1 il migliore albergo della città, e quanto ho detto or ora dei nostri costumi spiega la grande pre– mura e il tono di assoluta franchezza con cui l'albergatore, U!ll .ometto dolce e cerimonioso, aveva riSJposto alla domanda del mag– -giore l'Upiter, se la locanda fosse tale da poter ospitare una fa. miglia rispettabile come la sua. Nella sua coscienza di onesto lo– .candiere egli avrebbe potuto addirittura giurare che non esisteva, in tutta la città, tetto sotto il quale i principi della morale fossero J>iù rispettati. La Corona cli ferro era uno di quegli alberghi di provincia dove nessuno si ferma mai più cli una notte. All'albergi:l• tore accadeva generalmente di dover ricevere i suoi clienti al lume di una mediocre lampada, dopo l'arrivo degli ultimi treni, e, acco– miatandosene alla luce del giorno successivo, molto l'U)esso gli e~~pitava di noo riconoscerli neppure di vista, e di offrire una buona eamera ad uno che ne usciva allora e l'orario delle partenze ad uno che era appena arrivato. Si sa infatti come la lnce artificiale alteri le fisionomie e possa ingannare anche l'occhio più : perto. E per ciò, .scrupoloso come egli e_ra, aveva p_reso l'ab~tudine, per non confondersi, cli scri,ere a matita. snl foglietto clestmato a rac- a. - Ptya,o. ibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy