Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929

so U. Fracohia ternazionali, passano per la sua stazione senza fermarsi o arrivano a tarda notte, quando tutto è buio, deserto e silenzio, per ripar– tirne subito, dopo aver depositato sui suoi marciapiedi, COIIl i sac– chi della posta, qualche coppia sviata o qualche funziorriario (nn isipettore generalmente) delle Dogane o del Demanio. Essa norri ha rapporti stretti e continuativi se non con gli abitanti delle cam– pagne e delle mimori città del circondario. Questi arrivano la mat– tina e ripartono la sera in vecchi treni lumaca, che conservano il carattere :ùngenuo e domestico delle prime ferrovie. Ma i più viag– giano in carrozza o in vecchi sgangherati tranvai, tirati da due cavalli, ai quali spesso se iile aggiunge un terzo di punta. Per quanto questa città sia antica, non offre nessuna speciale attrattiva al turista o allo studioso. Essa fu distrutta sette volte dal terremoto, e quelli che anticament.e la abitavano non avevano il temrpo.di rifare in fretta le loro case che subito un nuovo ter– remoto glieie buttava giù. Si spiega così che essi, sapoodo qua1e sa,. _rebbe sta.ta la loro sorte, le abbiano ricostruite di volta in volta sempre rpiù piccole e meschine. Quando il fuoco della terra lasciò finalmente in pace questa contraida, s'era spenta anche la razza di quelli che avevano il gusto e la sciooza delle belle architetture. Con tutto ciò qualche dignitoso palazzo s'incontra nelle sue vec– chie strade, e anche da noi, come in ogni città d'Italia, si trovano pittoresche rovine di un'età, se noiil maggiore, tanto più gloriosa della nostra. Nelle chiese si conservaiilo anche alcune preziose re– liquie ed immagini venerande, ma per quanto esse abbiano fattQ miracoli per accattivarsi una fede universale, non vi sono riuscite con quello scalpore che richiama verso un santuario o un con– vento l,e moltitudini dei pellegrini. E in generale si sa che ogni paese, a parità di condizioni, crede di rpreferen_za nei propri santi e a questi si attiene. Un solo primato potrebbe vantare la nostra città, ma è di na– tura tale che solo a sentirne discorrere i miei concittadini, gente punto modesta in tutto il resto, qui abbassano gli occhi e umilmente dicono che non è vero. Questo primato, di cui alcuni storici indul– genti fanno risalire l'origine a certe costumanze dei tempi pagani e gli igienisti attribuiscono addirittura ad un microbo dell'acqua potabile, consiste nella grande facilità con cui da noi si annodano matrimoni senza benediz,ione e altrettanto facilmente si sciolgono, per cui l':ùntrico dei figli senza padre e di quelli che ne hanno due, delle madri tuttora pulzelle, delle vedove con due o tre mariti, delle ragazze che allevano un fratellino e dei mariti che non presero mai moglie, è ta-le e così complicato che nessuno riuscirà mai più a sgar– bugliarlo. Si ha qui un piccolo saggio non solo di quello che <,a– rebbe un giorno la società, continuando di questo passo, ma anche BibliotecaGino Bianco

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