Pègaso - anno I - n. 1 - gennaio 1929
La Stella dpl Nord · 79 - Non sei mai stato in questo paese? - domandò Benedetto. - Mai. Eppure, ora me ne ricordo, un mio compagno di studi era proprio di questa città. Si chiamava Pepi, era nobile, ricco, e ci volevamo un bene dell'anima,. Quanti anni sono passati? Venti– cinque, tre1I1t'anni. Quandò a1I1chetu potrai dire: trent'anni fa, allora saprai che co-sa pensare della vita. - Io posso già dire: dieci anni fa, - r~ose Benedetto. Era venuto il loro turno. Le signore non solo dovettero lasciari,,i abbracciare da U1I1 marinaio, ma a,bbracciarlo anche strettamente al collo, per scendere con lui lungo la scala di corda. La signora Celeste si aggrappò finché poté alla mano di Benedetto, racco– manda,ndosi che non l'a,bbandona-sse. E quando poi dovette stac– caTISelile, gettò un piccolo grido e chiuse gli occhi. Questo fu il solo episodio drammatico del salvataggio. La gente che affollava la spiag1gia vide noiil senza curiosità avvicinarsi quella scialuppa por– ta,ta ,da quattro robusti rematori, con le due signore sedute a po[Jpa,, il vecchio e Benedetto nel centro, e il maggiore Iupiter ritto a prua, con un piede posato sul bordo e la persona avvolta nelle pieghe. che il ve1I1togonfiava, del suo largo e lungo cappotto. C'è chi an– cora ne discorre con un certo stupore, e dice che quella scialuppa sembrava non portasse naufraghi come tutti gli altri, ma [Jerso· naggi di romanzo, e che non veni se dalla Stella (lel Nord 1 ma da molto più distante. Che cosa potesse suggerire questa strana im– pressione, non saprei dire COIIl sicurezza. Forse il fatto che, fra tutti i paisseggeri di quella nave, essi soli erano di condizione signorile, borghesi ,e non O[Jerai né soldati, o forse la grande dignità con cui quelle cinque persone, toccando terra, si raggrupparooo fra le loro valigie gettate in disor,dine sulla sabbia. VIII. Fu così che la famiglia Iupiter, padre, madre, un nonno, non si sa se paterno o materno, e i due figli minori, Benedetto e Ales· srundra, essendo il maggiore, Massimo, da tre anni alla guerra, venne per un caso fortU1I1ato,pòiché alla Stella del Nord poteva toc· care sorte a1I1che peggiore, a trovarsi sbalestrata nella nostra città, che non era preparata a riceverla. Essa infatti appartiene al nu– mero di quelle città di provincia, come se ne iiilcontrano tante nel nostro paese che, senza essere né troppo piccole né trOl,ppO povere, né isolate iilé morte, nonostante la loro vecchia Università, l'Arei– seminario il Vescovado, la Caserma di fanteria, l'O. pedale e le Carceri Giudiziarie vivono della vita limitata e ristretta di una qualunque sottoprefettura. I treni ra,pidi, i « grandi e pressi» in• ·oteca Gino Bianco
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