Pattuglia - anno II - n. 5-6 - mar.-apr. 1943

L A prima e la più grande l'ivo• luzionc sociale, l'unica che volle e seppe realizzarsi su un piano universale, fu quella del. Cristianesimo. Cristo diede aWuomo - nei tempi in cui la schiavitù era un'istituziom c·he l'Autorità · legalizza, a e dircnde,·a come naturale - la sua piena libertà individuale. Cristo portò infatti il centro reale della vita dell'uomo nella sua coscienza interiore. Lo portò nella sua moralità che non può patire cocrctzioni, poichè Je c·ontinttenzc fisid1è non la toccano. I:) questo~ il brrandc · segreto dell'afrcrmazione l"'ristinni1: la ct·cazione di una più profonda libcrtù individuale, qunle mai ero .stata neppur concepita. [,i .. bertà di coscienzH: questa è la lormula dc, trionfo cristiano. E Ja prima rH·oluzionc sociale fu jmposta nl mondo antico, che Cristo aveva Cl'O- <ilisso senza \inC'erto, poichè un'Idea. c.he sia momento storico quand'è creatu non può che affermarsi: n dispetto d<•2li uumini, delle contingenze, · delle a, verse costruzioni politiche e sociali. Questa libertit assoluta della coscienza individuale, c·onccssa peraltro solo (1 chi abbia in sC una vera coscienzn e una "era moralità, è: l'Idea che la sto1 ia del pensiero umano elabora - tl·a tesi e antitesi - per circa due millenni, Fino allu grnndc crisi dei nostri giorni. t l'Idea che offre nuovo Olimpo di mitolo~il'he divinità ai Popoli dCll'Occidente, con Jc sue schiere di novell~ eroi (martiri che Hll'Icleu of-frono coscienti il sacrificio totale della loro esistenza, snnti <:be il loro io spirituale sublimuno nell'annuUamento completo dell'uomo fisico), si che mentre l'impero dei Cesari latini non sa tro1 are uomini e guerrieri per le propri.e fronticn, la memoria di Cristo può raccoglit'rc _ in unjtù spirituale l'eredità di Roma. t l'Idea che Umanesimo e Rinascimento riportano nella vivida realtà della Storia, riaffermando contro la de- 'J:Cnerazjone cnttolico-auto1·itaria fa libertà piena e completa della c.-osciemm nei campi de11u cultura; è l'Idea che Lutero e la sana_ rt.:ligiositù dei Popoli ccnirocuropei avventano o purif i(.'8l'C la dec-adcn1.f1 della sodetà e il tormnlismo e l'egoismo dei rapporti tr.i le alte gerarchie, f: Pl<lC'a ehc ispira i traditi prin• ci1>i. delh, ri,·oluzionc di f'rancfo, do \C t~ua~lir.nzu Libertà F'ralellanza non \'ogli~no · ii;taurat·c d1e una più ampi;t libertà di coscienza e unn più vasta affermn:r.ionc della moralit{1 umana; mcnlre i11\C'cc il Terrore viene a strnzinre ogni cosciente libert.à e l'i.m-i perntorc ~apoleonc prelcnde dai Papt il diritto di"ino elci suo principato Dal tempo clcll.1 rh·olu:r.ione di ... I rancia l'idea d1 <1uesta libertà indi- , idunlc a~~ume un indirizzo prevalen• •temel'ntc politico. Poichè la libertà (lell'indidduo viene alfcrmuta non più sul Solo piano interiore, mn anche e so1>rallutto sul piano esteriore, si eh";! una sempre 9iù ampia libertà di azione , uol crearsi tra l'individuo e il principio gerarchico dell'autoritù. Nasce il conflitto tra l'uomo e lo Stato, d1è {\\ vers.:1to non più nel singolo uomo dì gU\ C'rno (sovrano ereditnrio, dittatore o µ:crarra clcLto che sia} ma nell'istituzione stessa, che viene giudicata conlrnrin ai principi della liberti.\ umana. f: il principio di una va• sta e lung:1 crisi mondiale, che nei suoi primi fermenti si esprime con l'incon• c.re1a c11uncin1:ion(" del mito internrt- -zifJnalista. Con ferrea logica, partendo du que• <,ti postulati {ISlatuali, Bakunin può U\'- \Cnture contro diversi millenni di ci- ' iltù il su<• credo anarchico. Poichè so l'indidduo abbatte lo Stato, se Ja parte si oppone al tutto, .illora non esiste pc:-rnatura un rapporto armonico di vafori sociali e l'uomo C lihero e giui-tific:alo nel realizzare le sue intime premes."ìc egoistiche e brutali. Etica e tnQrnlc, i limiti del male e del bene restano n discrezione degli istinti im4 mediati; l'uomo torna belva nella fore~ta: il più forte sarà t·e. fin quando In sua .!->tretta sarù capace <h infran- !!<·re le co~tolc- dcli' a\ vc:-rsario più Dallalibertiàndi,-iduale alla ltBettàcolletttua prossimo. Quasi che la storia dell'u 4 manittl possa tornare indietro e le conquiste del pensiero non abbiano unu loro concreta realtà! Le Iasi che caratterizzano questa crisi mondiale che sembra voler abbattere nel mondo principi in atto da millenni e instaurare una nuova visiono dj vita e una nuova valutozione dei ,alori eterni, si presentano all'esame stot·ico soLto un aspetto che non si può non definire paradossale: il cbe rivela l'intimo caotico travagljo. L'internazio• nalismo astralto dei primi teorici so• cialisti si concreta in deciso superna1.ionalismo, in tutti i condottieri eh(\ i;iano giunti al pòtere interpretando e sintetizzando una islanza sociale. L'individualismo sfrenato dell' 89 francese si lra!'lforma, man mano ma fata(mente, attra\'erso le varie costruzioni sociali, nel mito di demos inteso come massaunitù, nel collettivismo più coatti\lO. r,.;on muore per questo i1 principio di una _cosciente liberti\ sociale, poi: chè esso è ormat naturato ne( pensiero istintivo dell'uomo; ma un inevitabile processo di evoluzione storica ha categorkamente affermato la necessità, nello schema de, rapporti sociali, di cnt:ihì sempre più compJesse. In modo Lale ch'è orma1 evidente #che !'individuo mon i:.- pili capace da solo cli affermare il suo credo interiore, di difendere 1a sua individuRlità economica, politica, sociale. L'associarsi in ~indacati o pseu do corporazioni, la fase politica della Jotta d1 cla~se, il proletariato inteso come fattore· che trascende i limiti a l'autorità de1 governo nazionale, non sono che manifestazioni di questo ine\'i• tabile proc.-esso storico. Non può morire quella coscienza in• tcriore che Cristo ha donata all'uomo come sua essenziale realtà; ma essa de, e ormaj concretarsi in un piano più "asto che non sia quello dell'individuo, nel piano della collettività, della so• cietù 1,opolare. \ Non mt1ore la libertà, ma l'uomo più non può considerarsi in possesso di una libertà individuale, ma di una ~· bertà che gli proviene dall'esser partQ; vitale di umi società ch'è sicura dei suoi destini e delle sue mete. Oallu coscienza individuale alla coscienza collettiva. Dal.la libertà individuale nlJa libertà collettiva. J)at contratto sociale di Rousseau alla nostra socialità di organismo armonico in tutte le sue parti. Questa è la (ase alla c1uale ci han portato to sviluppo del pensiero umano e delJe sul' applicazioni. · Questa è la formula con la quale l'umnnitù si accinge ogg.i a instaurare una nuova civiltà: fa civiltà sociale1,. l'era della collettività. La Storia si sviluppa attraverso una serie graduale di avvenimenti. L'ultimo di una serie di avvenimenti ha. in germe t'idea informatrice degli a\'ve• l111nenti successivi. Lenùt - non sembrj un paradosso ~ è l'ultimo e iJ più feroce dell'io indiddualistn: egli intatti quell'io egoista che vuole distruggere nell'unili:ì uomo, [a 1•ivivere più aspro e possente, più rafforzato e più scaltrilo, nell'unità chisse, che nel caso specitioo del bolscevismo leniniano \'iene rappresentata. dal proletariato industriale, feroce egemone e supcrsfruttatore dell'economia russa. La crisi sociale cd economica che eia oltt·e venti anni lravaglia il mondo è il sìntomo più efticace di c1uesta immane rratlura che ci separa dal pas• sato. Uomini 'C cose. concezioni ed idee che trent'anni or sono dominavano il mondo p~r eredità secolare, oggi han solo odor rh tomba, di reliquie ccnt.cnarie e, fot·se, anche un poco buffe. A ca, allo di due ere, mentre moriva fa ci\'iltà <lell'io individuale, gli uomini migliori si unirono per partecipare aUn dinamico della st.oria. Cosi nacque il fascismo. Si annunziò come reazione naziounl<! all'internazionalismo di Mosca. S1 munifcstò tuttavia come movimento, non come partito. IJ che contene\la tutto un programma. Ben altro che una semplice reazione ai principi astatuali ciel olomento, fermcntnva 1 mugari ancora inconscio, nell'Idea informatrice Jel Capo, nell'intuito storico <.lei suoi primi seguaci. Non pc.r nulla. I\ifussolini nveva lungamente militato nel socialismo italiano e ne era stuto parte dirig:ente. Il suo allontanarsi dagli antichi compagni non et'a un(1 defezione, ma un superomcnto. Superament,, cho aveva bi.sogno. per i suoi più vasti, pioni, di unn b.:1se solida e sicura, di un trampolino di foncio. Cosi sorse il Fascismo e si attuò con l'istanza pro- 'valentemente nazionale che ne costituisce Ja prima fase, che si chiudo con questa guerra. con le 10sostituibili premesse materiali - politiche ed economiche - delJa pot.enza. italiana, del• la potenzn nazionale del Partito. Yen• t'anni: if nuovo Stato ha 1e sue mun. mnestt·e, siamo giunti ad aHerrare con dogmatica sicurezza i nostri principi• le ÌS"tituzfoni sono state create: l'immensa macchina delta Rivoluzione fa. scisia è pronta in tutti i suoi meccanismi e solo attende che l' UomO( spinga il bottone d'accensione. Nè conviene attendere troppo, poiché sui meccanismi nuovi subita presa ha la ruggine! f La storia è continuità di avvenimcntì evohentesi. Alla fine del primo, alJ'al• ba dei secondo ,·entennio noi aflermi&.mo con sicura coscienza di giovani, più sensibili agli a\/vertimenti della storia appunto pcrchè tali, che la fosc nazionaJc è finita, che inizia la fase imperiale, uni, ersalc. Oggi ci sentiamo pronti ad iinpronlarc di noi (a nuo• va civiltù ehc si prcunnunciu, la civilti\ sociale. Coscienza e libertà. L'individuo cosciente è individuo Jiberù. La collettività cosciente t; colleUivitn libera. E poichè noi - col portare sul piano universale Pfdea foscista - vogliamo re:tlinare una libertà colletth•a, una libtrtà cli Popolo intesa come sintesi unitaria dei suoi valori più veri cd eterni, a noi spetta prima il compito cli creare nei fascisti una coscienza colletf.ivu, un potenziarsi dell'incli- ,,idualità um::urn nella realtù statale; un individuale superamento dell'egoismo indh-idualista. Il che in Condo J>otremo anche def-inire con due soli tcnnini: Religione sociulc. t Questa è l'Idea fascisto, f'ldea solamente fn.s<:i5t.a, tutta l'Idea fascista. Questa è l'fdea r1\·0luzionariu del nostro secolo, In civiltà dei secoli suc- <'essivi. DalJa coscienza individuale alla coscienza collettiva. Dalla liberti, individuale alla libertà· collettiva. 1 Per la ReJjgione sociale, per l'affermazione del fascismo come Idc~t uni"ersale. Questa è ]'ora degli apostoli, di c1uelli che sentono in sè la dinamica della Rivolu.zione e della storia. Oggi occorre propagare, non più propagu11• dare; si che it principio si trasmuti in dogma e il dogma in Verb,.,. Verbo religioso, che faccia d'ogni fa,. scisto non un numero di tessera ma un Apostolo che sappia non .solo mo .. rfre per il suo credo, ma anche morll'e con cosciente moralità. , Come sapevano morire gli Apostoli di Pnlcstinn, mcnh-e il mondo ìmpa• ra, a il loro verbo cristiano! RAFFAELF. VENTIIEllA Fondazione Ruffilli - Forlì l'articolo di Raifaele Ventrella ci Djfre lo spunl.o per manifestare alcune considerazioni, in questo caso non perfettamente iri accordo con le opinioni dell'autore dell'articolo, ma necessarie tuttavia per addivenire a uri chiarimento di "lcunc 11ostre posi=ioni. Due sono te idee di Vc,itrelfo che non ci sentiamo di arcetlare in pieno: la prima cli esse, afferma essere finita, all'alba del secondo tient.e,mio, le, fase 11azio11aledella Rivolu=ione; e,,.scre per iniziare ora fo nuova fase, uni,,ersafe, imperiale. In ,,eritti, siamo rimasti u11 po' stupejatti net ... enlir procfonwre r,oncfu. sa la ;,,se rwziom,le, prop,·io 1ou'1ito ,topo che si era detto « ... il nuovo Stato ha le sue mur~1 maestre, siamo giw1ti ad afferrare con dogmatica sicurezta i nO.\lri principi, le 1stit11:.ioni sono state cre,,te: l'immensa macchina della llivoluzio11e Pa.~cista rl proni.o. in tutti i suoi mecc,mismi e !iOio attende che l'Uomo spinga it bottone d'accensione•. Non Possiamo credere, infatti, che. questo si riferisca alla fase universale della Rivoluzione; ma è troppo chiaro che si tratta delta macchina creata per fa Na=ione, creata per noi; potremo quindi considerare conclusa la fase nazionale, solo quando questa macchina abbia ragg;unto il più alto potenziale nell'interno dei Paese. Abituìamoci sempre ad essere realisti: prima preoccupiamoci di noi, delle nostre conquiste rivofu-zionarie; in un secondo tempo, e attraverso un processo f>i.ù laborioso, pì1l difficile, più complesso, sì tratterà di propagare - meglio ·che propagandare, come giustamente dice I' entrella - queste idee e queste con- <111h,tenel mondo. Senonc/1è proprio qui notiamo la seconda delle opinioni di Ventrelta che non possfomo condividere. Ci sembra che egli corra il pericolo di trorare clelle somiglianze e dei paralfeli trop~ po evidenti tra il Fascismo e l'idea cristiana; che voglia trovare corri- .-.ponden:e invero un po' gratuite tra l'universalità della dottrina di Cristo e l'universalitd ,lell'idea Fascista. Riesce per noi un po' Jalicoso pensare a una Religione sociale; ancora più fa• licoso pensare che · uti principio politico, eia noi ac<'etlal.o _soprattutto in quanto squisitamente vicino alta spirilualit-à latina, possa mutarsi in dogma; e ;e dogma in Verbo. Una teoria sociale non può essere ,ma Religione: <1uesta è cosa pro/on• clamente individuale e sovrumana, inlima e tra.çcendentc, mentre quella è ciel tutto umana e politica, e quindi pratica e attinente alfa cOllettività. Un principìo religioso può tramutcrrsi in l'erbo, universale, appunto pe.r il suo carattere sovrara:ionale; un principio politico 11011 può che rimanere singolarmente iluido, varinmente susceftibi• le di diverse applica=ioni e di progressivi aggiorna1!1euti a sec.onda di u,~a: somma di esigenze focali e temporali; tanto do potersi accettare co11 molta' difiicoltà l'efe=io11e di esso a Dogma, o, peggio, a Verbo. Senza coniare poi c<>me, in quçsto ca~o. ne venga pienamente ammllata l'essen=o rfoolu.=jo. 'laria espres"'n in u,i continuo dfre. nire. (N. d. R.) 7

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