Pattuglia - anno II - n. 5-6 - mar.-apr. 1943

Il •• l'.-\ ,oo vi giunsi, della. città vi- ~ <li softnnto che era formata, come una qualsiasi altra citLit, do lunghe stra.dc, aftr~ brevi, alcune s11·cue e buie, slarghi. Le piazze mi seml>rarono vuote, composte unicumentc d'aria; di aJ_trc ,,ic .vi<li una lunga fila di negozi, di cristalli, oggetti e sfarzo cli luce. Mu non tn·e"ano alcun valore: fra me e quelle vie non esistev(l un legame. Le percorrevo, ora per un ve1·so ora per l'altro; lutlo ad un trotto decidevo di torna're indietro, infilavo una trusve,,- sale senza curiosità .. ~eppure i poluzzi ~corgcvo, che sapevo belli; canuni.nav~ sui marciapiedi <1uasì compressa dafle C'asc d1e si ergevano ai lati, che potevano guardare fo mia delusione. Che mi atlonlanassi dal centro o che vi cupitas:,i di continuo, att1·atta inconsapevolmente, mi lasciava indiHe1·enle . .l\lì abbnnc.lonavo ~1 desiderio deOc. gamhe di muove.rsi e spesso ripetevo gfi 13tessi giri. Xon tenta,·o di indovinurc In form;J della citt.\; ln quale mi appariva conFusa1 inconcludente; tutto posto, qua e l:1, senza una rngione precisa. forse 111 i,ml luce inconsueto mi impediva d.i penetrare le sue mur,i, cfj capire In sua ,':lotoria, di partecipare alla ~ua vita. E non mi accorsi neppure, i primi tempi, che cresceva, che i palazzi nuovi si Cacenrno sempre più alti a mano a ma..r no cfi.e lambivano la campagna quasi celate le loro moli sotto tenui colori di intonaco, che spazi vuoti rimasti !asciavano aspett&re un distendersi 6Confiuato. La pensavo Iermu., in decrescenza. ;:,nzi. e immaginavo, dentro di <li mc, le case adagio adagio cadere a pezzi, le tru"i dei soffitti marcire, le fine~tre staccarsi, gri intonachi screpolarsi. E gioivo di una decadenza che anticipavo fino a credere di potere assiMc-re al suo supremo concludersi. La cittù mi apparve deserta: gli uomini, Je macchine. i cnvaDi annullati· le loro forme dist;ofte. Io scendevo', salivo, chiedendomi il perchè di quei. pendii, di quclJe rampe; le scaHnate assume\'ano il \'olore cli sbarramenti. La parte ultn 0011 r.ni era concessa e io la guarda\'() come se davvero mi fosse preclusa. Pcrchè erano stati creati tanti giuochi di gradini? 1 colori violenti dei fiori agli angoli delle .strade, ne1Jc piazze si scioglievano nell'aria e si n•~~cohnano creando una festa insolita, chin$.SOSa. F: mi piacevo attribuire ai riflessi dei garofani, delle calendole ·j toni accesi delle case. ' Fu un suono d'acqua a ris,oglinrmil a farmi ~entirc. il primo palpito della cilli1. L'orecchio si abituò al suo ac .. cento, al suo ritmo. lo desidernva. Lo ascolta., o parngonandolo al respjro deflo personu amala. E l'acqua ,crosciava. Mi misi a cercare le fontane e ne scoprii una c1u11si in ogni piazza. Ne~ mezzo <lene piccole qui.etc piazze rfonali, il monumento all'acqua che scaturiva daTla bocca di un uomo di una sirena, da quella deDe ta1·Ut~ghe. eia u_n sa1·colago, o usciva da un bari.le, circondava una barca. Una grande vnrietà: alcune mormoravano sommesse, c-omc un lamento di malato, aftre gorgogliarnno impetuosamente, nftre mute,. le acque rerme. Una scaturiva da fantastiche colline retrostanti e pareva vo-, ler scendere a· precipizio, minacciosa sulla ciit,l 1 per. invaderla; afi-re sporgevano da facciate di case facendore specchinre in un lago contento, con scogli emergenti. Mi convinsi allora che Ja città sentiva nostalgia del ma.re "icino che le era sfuggito, aneJa,·a alJ'acqu(1. Anche il Fiume portavo verso il ma~c la "oce della città. I ponti, come lusrnghc, continuavano oltre il centro ad abbraccia.rio, fuori, dove non esistevano più argini e soltanto ciminiere' cl~ fabbriche, ammassi informi di materiale e qualche ca1>arrna davano il senso del~ !"abitato. fl richiamo restava senza Cl'>ito. Lu cittt'l era -,taccata dal mm-e. Un giorno, improvvisamente, fa sa• goma cli un cavollo divenne consistente: ebbe peso e , o lume, fermo su Ile sue zampe, appartato. Mangiava il Iieuo (!Uasi fosse in campagna; dietro a Jui stava la , et~•ra, nero slU raggi rossi delle ruote. ~egli angoli, pronte a por• tarmi comodumcntc per la ciltò, aspettavano Je carrozze, con rispetto per !e vie e pc1· le persone. - L'ultima cosa di cui mi avvidi ru iJ verde_. Ce n'era tanto, ovunque, che avevo chmenticato di considerarlo. I colori della cittù erano caldi: un riverbero continuo si rifletteva sulJe piet1·e, amalgamava, i toni opposti. Le strade a un certo punto non erano più selciate, fiancheggiate da case, mj por- ~avuno .fra _tron?hi torli, nl riparo di u'!lmens1 ombrelli. Passeggiavo sui viali dJ. \Jn giardino e prati immensi mi trasportnvnno per declivii collinosi 6oschi (1uasi sel~·uggi_. fra alcune masse' di verde scorsi affiorare strune muro rossastre. ,:\"on erano rovine: severe domina- ,ano tutto intorno, dettavano la loro legge. Mi av, icinai ad esse, cauta mi misurai alla loro imponenza: dove~ano essei-e stalc costruile per giganti, quelle ,·?Jte. Da esse emanava un linguaggio chverso, una'ltra armonio. Nude e sicure trase:u rava no fr nuove costruzioni, decora.te sontuosamentE:i, M'i aggirai per 11neS1e mesi fra esse finchè bi stabili un'intesa. r,..·ou ero più l'intrusa ed esso mi e:onfidnrono Je Coro aspirazioni, i ricordi, il passato di tanti uomini. Le loro memorie erano ricche e io rispondevo sempJiccmentc con ammirazione. L'acanto de.i capitelh mi tornò fresc.-o vivo alle mani. Le colonne spezzate, coriC'ntc si eressero, riacquistarono i lol'O pregi. Come· d'incanto mi sentii l>adron_a d~Jla ~ittil; ecl .ceco gli spe1·oni, ~ 11.1p1m1stcr1ose: non rncombevano più su me; .le stTadc assuo3c1-o un significt,to. U corso, quella lunga strada cliritla, che attraversava quasi tutta ta ciltà, risvcgHava certe sensazioni, mi -condu<.-eva a unn meta; la 6reve strada, perennemente ombrosa mi donava la sorpresa della chiesa concava in cui il so[e giuoca azzardosamentc con l'om• bra, l'arco mi. immette nella pace di una vin campestre con .cancelli aperti su orti vcr-.t:icanti senza tempo, Ja curvo sotto il colle mi of(re Ja lenta spianllta che mi apre il cuore, Pampia piazza mi fa esultare senza sentire H sibilo dcll'automo6ile che mi passa accanto il peso del corpo che porto. 1 Ora ogni pietra mi appartiene, h~, un valore, una voce. Le conosce e tutti i giorni mi pare di scoprire fa Coro bellezza pei- la prima \'Olta. Anche gfi uomini fio visto e mj sono diventati amici. Troppo grande sarebbe fo c_it.tà dJsabitata giacchè gli uomini che vi si avvicendano sono utili un ornamento temporaneo. Stanno ben~ di~scminati,. "isli dail'alto, attorno agli obelischi: logico appare il loro mo, jmenlo \'el'S<.Iun determinato punto, l'affluit·e in unn zona piultoslo che in un' allt·a. E fiduciosa mi aUido di quando in c1uando af fiume, che conduca con la sua ac(1ua bjonc.la nnchc me i\lla foce. N~rn i: sordo alle mie esili pu.rolc, m1 asc-olta, prende quello di me che gli dò e scivola via. 1'ERE:SA SIGNORINI ,__ VETRINA __ , LE FIG_LIE DEL FUOCO d; GERARDDE NERVAL Presso l'editore Guanda di .Modena C uscito il primo volume della nuo,·a collana .-. JJ Castello •· le figlie del fuoco di Gerord <ll' Kcrval, stampate in una .nitida edizione. sono attentamente curate da Oreste Macrì il quale cosi c-Onclude la sua noto introduttiva al \'olumc: « La JezionC! cli Ncr,•ul è pc1· noi intatta: noi solo dobbiamo sapere la materia che resta alle sue ipotesi e ai suoi miti sognati, ed eleggere unicamente in quelJa ~ prose perlùc •, in qut:lla fluidu corrente della primitiva nwntnlitù degli uomini, la parte della ,·crità e dell'invisibile, Ja radice ultima di conoscenza ::.. RAGIOMAMEMTI sulla POESIA d; GIUSEPPESUSINI St'mpre presso Guanda esce un volume di Giuseppe Susini contenente diverse note sopra la poesia oonlemporan~a. Più che studi e saggi sono appunti più che altro immediati i quaJj pure r('i-istono alla prova del libro. 11 tibro <:ostituiscc , eramente, c<>me ,,vvcrte l'autore, una prova di viva lede ncUc nuove forze della letteratura contemporanea « che, uscite da un'eJ>Ocn che tu cli hattaglia. e di ringiovonimento <" n?nostunte i .cliS('()noscimenti più uccan1ti, pure si sono imposte con lento e• sicuro processo di persuasione, dando all'Italia int.ellel"tualc. conlcmp0rancu un tono di esemplare dignità artistica ». DELITTO AL SESTO PIANO di F. B. DI TERZET Ha<·conli crudeli stumpati da Guanda. lhwC'onti di uu autore di cui fino a icl'i ignoravamo l'esisten7AI. La faS<"C:ttuimbonitrice dice che l'autore sarebbe più cinico cli Coin e più terr!bile di non sappiamo quale alro americano. f.1 chia.l'a la Convinzione di molti che per ap1>arire veri e (orti siÙ ne-. cessario solamente adoperare aggettivi crudi e duri. Stiamo assist.endo ad una corsu agli aggettivi. ALESSANDRO Il GRANDE d; GEORGESRADET Xella biblioteca d.i Culturn Storica edita da Einaudi di Torino esce una nuc, a bingrafiu del « soVt"umano fra gli uomini». 'I: L'81Talisi penet-rantc di Giorgio Hndet - scrive ·Manlio Mazziotti ndla iou·oduzione al libro - cui uno stile inunaginoso. ricco di armonie e di colori, per-mett.e di adattare anche la forma di narrazione alle idee ispiralrici della sua inlerl)rntazione storica è nnimnta clu una fol'te e commossa si;upatin per l'eroe di cui egli segue lo g~st a. Oltre le ombre della tempestosa v1!a ci; Alessandro, egli vede sorgere e progressivamente attuarsi il generoso i- <lcale de.liti eguaglianza di tutte le genti in un mondo pacificato e concorde. Pc1· la prima "oh.a nella storia, l'imperialismo trao la sue. giustilicuzìone dr, un inlenlo di alta bellezza morale. Xcl sogno spezzatosi SOn la Iinc inunalura del conquistato1·c macedone e il conlributo del suo genio a un più nobile cammino delPumanità: nella incerta intelligcuzn dei mo, enti clell'impresu glorlosa1 il scgreto di questa polente rie- , ocazionc •· MEMORIE DELLA MIA V!TA d; GIACOMO LEOPARDI Amo1·osa"mentc curato da Ocoiumino Da! Vabbro esce questo ventunesimo ,·olumc della collezione unl\•ers;;,le stainpMa da f\ompinni. Dallo Zibaldone e dalle Carte m,poletanc è stato tratto e disposto in ordine di tempo tutlo c1uanto scrisse Giacomo Leopardi d'autobiogra-• fico dal 1817 al 1832. In questo esteso periodo della sua vita si concretò quasi Lulta l'opera letteraria del Grande. « Il documento di una vita esempJare •. a, ,·erte la nota dcll'cclitorc; e nessun ant.'rtimento polc-,·u essere più onesto 1: vN'O e c·apace cli im·ogliare il pubblico tutto alla lettura. l' E R E D T A' d; MARIO PRATESI Un ~lt:ro volume delh1 Unh•e1·sale Bompinni è costih1ito· du c1ucsto romu1rZ'! e.li Pratesi. Un romanzo foi-le, d'runb•cnlc, tagliato con vigoria e fermezza, che ricordll da vicino Verga. i\1a ln « scoperta » - questo è il tempo delle scoperte - dei Prntesi fatta da alcuni critici c·i sembra piuttosto improvvi• sa e occasionalme-ntf' giustificata. DISCORSI PARLAMENTARI d; CAMILLODI CAVOUR -. Le grandi ft-asi, le grandi mas• simc hanno più volte condotto gli Stati i:11la rovjnu ». E' questo. una frase smagliante ciel grande mi,nislTo piemontese. Ed è c1uesta. la frase che ci ha spinto ad una allenta lettura, appassionata lettura delle gagliarde esercitazioni oratorie del responsabile dell'unità d'ltulia. / Discorsi padomenlari di Camillo cli Cn,our sono stampati. n cura di Dt>lio Cant.jmori, dn quell'intelligente e µu'ntualc editore che è Einaudi nella suu Cniversale. Ci mettono davanti un Cavour rorte vincitore di tutte le balta· glie pal'l.ìmcntori, un dominatore cosciente, cli una fet·vicla inrlessibile volontà. MEMORIE DEL SOTTOSUOLO di FJODORDOSTOJEVSKI] .\'"ella LnivC'rsale Einaudi appare in (1uesti giorni unn nuo,·n edizione di .questo allucjnanlc racconto dello scrittore russo. Hact:onto che si può eonsidt·rnr~ come il prime, dei grandi romanzi che seguiranno cronologica.ment.e. «- E' nssai tardi, però. che D. si accorge c·ome la sua vocazione più p1-ofonda sia di narrm·c, non più limitandosi agli umori ed alle ,·iccndc dei suo~ personaggi, sull'esempio dei romanzieri ottocenteschi, bensì ponendo n cont.rasto fra lor-o e col mondo circostnnte le idee che questi persdnaggi ri,·i.,·ono con spnsmodica intensità. ,-\ qua.l'llntatrè anni sono le Memorie del sottosuolo (1864) che gli aprono d'un tratto la str:iclu ai grandi romanzi successivi •· Il BELLO NELL'ARTE d; ]. WINCKELMANN E' c1uesla la primu ordinata raccolto degli scritti di uno dei più. i;randi studiosi delPnrtc. il famoso appassi•>nnto ammiratore della Bellezza c!assica. Gli scritti sono apparsi nelli( Cni,·ersalc Einaudi e sono st.ati curati clu Federico Pfister. ROBINSON CRUSOÈ d; DANIELEDE FOE '\clh1 cf1Jfnna e T gr;:rndi scrittori. stranieri >- clirclht clulPaccademico d'Italia .),rturo Farinelli e splendidamente !-tampala dall'U.T.E.T. cli TOL"ino, è re~ centc-mcntc uscita une. nuova accurata edizione della celcbl'C storiu di llobin• son Crosuè. , « Ed è certo interessante vedere - sc1·ive Augusta Grosso Guidctti nella. introclu1.ionc al romanzo - la Fine dei noHro c-roe; che in fondo ru sempre e soprnilutto un uomo cli grande bnou senso e cli buona , olontil, nel senso c,uug<:lico dclln parola. Tutto il ro· manzo è ln glo1•i!icozione clcH'cnergia e <ld lavoro, l'epopeI? della fatica umana e della lotta per fo. ,,itl'.l. Così cho oltre al mistE-riosc, e pur sempre vivo ro~cino delJ'an·enturn nell'isola, il valore didattico del romanzo. coi certo De Foe diede immensu portata. è ottuule iu ogni momento della vita dello s1>i_rito: e il libro, caro ai fanciulli., puo essere amic,3 anche a chi non è più' coraggio e di speranza •. s A L A M B O' di GUSTAVOFLAUBERT :\·ella stessu collana dell'U. T. E. T. esce. tradotto <lri Emilio Castelhmi. il romanzo di Flnubert: Salambò . .., L~ ligurn di Salambò scrive nella introcluzionc Emilio Castellani - 1 è un.:.t specie di somma dello spleen· orien~ talistico !lauhertiano. E la ,era protagonista del romanzo non è lci: è Tanit, la dcn fenicia. anima di Cat·W:t11:inc, che in sè raduna gli attributi di Giunone, di Vcnel'E', di Cibelc e dj Dìana, che l'Upprcsenta insomma nel libro - e nell'inlento dell'autore - il principio femminile perfetto. Xon solo ne è succuba Salnmbò. ma tuttn il i-omanzo non n.101 essere che l'espressione dell'amorosa eppur mortale lotto tra Tanit e Moloch, fra 11elemento. lunare e quello solare; i simboli eh<' \'i appaiono - sono i ,messaggeri i,l mondo terreno ,di quella celeste contesa di cui Salumhò e Moloch sono gli inconsci mnndatari. le vitUme predestinale•· l■ leggenda e le avventure di Ulensplegel e lammeGoed.zak d; DANIELEDE COSTER ll 105° e 106(1 ,·olume della collana clell'C.T.E.T .... I gntndi scrittori stranieri>- pubblico. le celebri av,·entUt·e del De Coster curate da Carlo ncrnardi. il quale in unn dotta ed informata introduzione mette a fuoco quello che l'" if mondo del.l'autore e <1uclla che è Ja sua arte. ~ Mirabil<" l'arte del De Coster nel mescolare E' m·monizzare. via \'ia che narra, clcnumti così opposti come il tragico e il comico. Il succeder~i. dei capitoli è come un alternarsi di ombre e di luci ». ERRATA CORRIGE Per uua sviMa del correttore cli bo:.- ze nella noia i11trodutti,,a al ,wmero dedicato alla l.eueratura giuliana. il t>en• siero delraurore è stato evide11teme11te falsato. Infatti Aforin. è opparso come t1ppartenentP alla srl,iera dei giovani lf>Uerati giulicmi. mentre ero swto giu• ,stamente iucluso m•l 1truppo dei più an:im1i d<i Garibaldo Marussi. Chiediamo qui pubblicamente scusa all'amico Marus!i per l'errore involoutcrrio. WALTER RONCH I - respor,sabilt

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