Pattuglia - anno II - n. 1 - novembre 1942

C.' arte a Bergamo -Venezia Cinematografica 1442- Disegni ai Carrà ANNO II . N. I . L. 1,50 XXI L'anno XXI dell'Era fascii.ta n&Bce 11otto il senso del rafforzamento di u11a esigeuza morale che ~ sentita ormai da tutti i migliori, senza distinzione di e1à ,ua con un .. fusione spirituiele cuufor• tante. E il biguificato viù bello è che non ci si soflermà più nelle con<1uiste passate, che la nostra ansia Ji supera mèntu illumina di ueceunrictà e di inevitabilità, ma .-i ai orienta veno li.Il mi glior:uuento tendente ali' assoluto, m &i rivalutano le espreMioni più care più profonde della u,>stra latinità. .... Al centro di tutto <ij-ie&lo respiro ,,a sto e sano c'è un"idea che non Uluta che non teme malin1cai e compromeesi l"idea della Patrii1. Una re1ponsabili1 enorrne grava su noi, gio,·ani: quell della nostra storia. Eucre dei;ni di un sloria aiffalla è il compito più grav della nostra generazione, poichè a uo earà affidato l'incarico di concludere di raccogliere. Si.. uo certi che con i termine di questa guerra avrà fine pe I' haliw il cammino arduo e doloros della sua reintcgraziour. a unità: pri111 unità territoriale, poi unità statalf', po unità di partito. E l'unità politica morale dovrà e88ere il corollario logie di tale processo. Ci piace vedere uei trascorai ven auui e in <JU.elli che proS1imi succed ranno fino al momento dell'avvenut rico11truziooe mondiale un• evoluzion una marcia, una dioaruica 8lorica, un stadio formativo, poicbil alla luce tale inlerprelazioue la logica - e iu p litica non si deve mai temere l'uso aucbe l'abuso della logica - può api gare le eventuali lacune, <JUelle che g uomini in malafede guardano con l'o chio della distruzione critica, e i m gliori al contrario si prospettano co 11enso pratico della dura realtà uman ~nza mai dimenticare che ogni oper zione malematica CQmporla uua su ceeeiYa risoluzione basata sulla for~ del ragionamento. È a1>pnoto <Juesta f de mai unentita, ad onta delle frequen camaril1e, in un possibile mìgliorament del mondo scçondo i principi a.ella n ttra smentita, che ci sostiene nel co durre la nostra opera di pensiero. Solo chi riesce a impadronirsi di u ideale, e a farlo 1100, può contare qua coaa. Q,µando noi crediamo nella nuov Europa, noi. non facciamo ahro che un professione di fiducia verso la nostr y{))outà; quando noi crediamo nel! 'o mo nuovo, uomo morale, noi ci rib • diamo capaci di creare le condizio · per lo svolgimento delle anteriori pr messe. \1a pochi sanno quanta at&enz di retoric•, quanta profondità di pa • sione Yi siano in <1ue11tonostro senti sovente ma I compreso anche da chi pi sarebbe intereeaato a comprenderci, a • che da molti dei giovani che dovrann domani insieme con noi dare un volt alla Patria. Questo nostro avvenire, l'avveni che ri ha prome86o Muesolini, non pu tradirci. Pensiamo eohmente che è fo • lia, ora quando più che mai si sen il bisogno di una forte unione di voi • nttì, lasciarsi prendere da un Ìnft:iust ficato pessimismo nella natura dell"u • mo, l'nzichè attivare nella proprilil c • scienza un maturato studio di po11iti i problemi, - NOVEMBRE 1942 - XXI . - S. A. P. GRUPPO III TRUPPE INGLESI CATTURATE IN EOl1:TO AVVIATE Al CAMPI DI CONCENTRAMENTO È innegabile co- legge?,,. E proprio ::}.i·:n;.~i q·::tg D 1· Ia.' D e 11 a I! atr· 1· a. ~:te:\::s~iv:i::~iio:~ ogni tanto la Storia sociale e morale costrinse i popoli, ra onmo n e si a ,a :a e t , ogn ,om i v d imp;imcrc alla vita il .enti.mento della Patria. Mai come ba saputo reagire e combattere con di ogni gionlO il segno di una volontà ora si è aentito i.>•rlare e .si è .scritto tutti i mez:::i a sua disposizione, con mtransigcntc ed indomabile: volontà di questo superiore sentimento nel tutte le sue energie. Esempi di questo di portai e la vita nazionale, .stroncati quale ognuno, vinti i limit_i di qual· la .ttoria d'Italia. i pilastri rimanenti Ji un mondo inu5Ìa.tÌ materialistica concezione e di Nella Patria riconosciamo 6 no- til~, gu.arite le ferite putride di optutti gli entusiasmi partigiani, .si rico... stra più .salda tradizione, la legge più portunisticbe mentalità, su un J>Ìano no.sce in un segno di mistica unità. grande che supera i vincoli di qual- elevato di cosciente virtl'l. Cre iamo Uniti nelJa Patria, quando es.sa è sia.si um.an.a doginatica: nella Patria che il fronte de11a giovi nena e della impegnata nel duro travaglio cli una si riassume il nostro orgoglio dispe- fede .. non facciamo, sarà meglio riconquista necessaria, nella violenza di ratamente nazionale, la nostra fiducia petcrlo per tutti gli interessati duri una evoluzione sociale e morale ur- nel domani, la certezza di una con- cl' orecchio, questioni di· date dl na ... gente alle coscien'ze degli uomini. Ha qui.sta .sofferta giorno per giorno. scita .. sia ora più che mai compatto detto Mazzini che '" la Patria è prima Siamo uomini solo nella Patria. nel tendere al fifle unÌ,·o. Certe <li.. cli ogni altra cosa la coscitnza della ♦ vergenze, in fondo solo dialettiche, Patria,,, eh~ '"la Patria è la J.tdt vanno prese per (1ucllo che valgono nella Patria.,. E che questa /e e e Scriveva Giovanni Boine nel e non smentiscono la nostra affermaquesta coscitnza siano le migliori virtù 1914: '" ... e la legge finalmente coi :ione. Noi, giovani, che conosciamo dei popoli latini è documentato ormai giovani ti scatta nuda fuori di nuovo. i giovani, sappiamo benissimo cosa da secoli di storia densa di fatti. Forse che tu non pensi le rivoluzioni essi vogliono, a che cosa mirano. Quando il nemico dichiarato - den- come un improvviso ritorno ai e;in- Niente di paradossale o ,li impo~si- F5tn fuori - ha tentato dì minare .cipi? Alle origini, al principio della bile. La conquista della verit:• -:id

tentativo di diventare appieno uomini morali: questo per la grandc:z::z:a della Patria, per essere degni di Lei. • Il no.ttro orgoglio nazionale ci impone per prima cosa la supremazia intellettuale e .tpirituale sugli 4ltri popoli: .tuprcma:z:ia che è .ttata sempre italiana. Nell'arte contemporanea, nella cultura, noi vediamo come l' in- . telligenza e l'arte continuino una gloriosa tradizione, I proditori attacchi, ,cmpre bassamente intereuati, contro i giovani artisti rivelano cOme molti tuttora vivano nel compromesso. Le accu.tc di - ci sia permessa la parola - "esterofilia" non intaccano minimamente l'opera di chi agisce con onestà di intenti nel campo delle &rti, Ad iniziare 4uesta campagna di in.tinuazioni, che ha trovato diccinc e diecinc d'anni fa negli oppositori del Manzoni i primi esponenti di una volontà che vegeta ttlttora nello sforzo di Ùenigrare gli uomini più no.ttri, a continuare questa vile campagna, .t6no gli speculatori di una parvenza di fede cbe non è in loro e di cui si .u:rvOno per mascbèrare ig0;oran:a deleteria e \eitdenziosa partigianeria. 'L'art~ italiana è più che, mai indipendente e vitale . ., ... L'arte italiana d'oggi non è va"alla a nes-- suno, Ogni accusa Ìn tal senso è fal.ta, è un aito pale.se di c1isfattismo. È atto di disfattismo non soltanto perchè dc .. nigra un'a degnissima categoria di lavoratori italiani, ma sopratutto perchè tende indirettamente a dimostrare che il F ascimo non ha avuto presa sulla coscienza degli artisti e the pertanto è naturalmente irriducibile s ogni forma Ji cultura e di pensiero. È, dunque, movimento reazionario e non rivoluzionario, esaurito nelle sue cause occuionali o illegittimamente protrat .. to al di là di esse, .•. Disertori o fuorusciti nell' ani ... mo non sono dunque gli artisti. .italiani; ma quanti, fattisi inopinatamente tutori del principio cli nazionalit~, corrono a denunciare dovunque, anche ;-li' estero, lo scandalo inesistente di questa trahison des clercs . ... Intentiamo, se vi pare, il processo ai giovani; ma non vi scandali:z:2:ate, poi, se molti tt.>stiznoni cf accusa dovessero finire, incriminati, sul banC'o degli imputati ... (Giuseppe Bottai, su "Primato H, 1.941). · Gli artisti italiani operano ora più che mai per la grandcz:a della Patri~. • È facile sentire, anche da chi vi è meno autorizzato culturalmente e .spiritualmente, una critica aspra aJla ·azione elci giovani. C'è chi, oppo.:. 111111 · I. I IDHMIRE 1942-lll PATTUGLIA POLITICA ·. ARTI - LETTERE FORLI' • S.de Littoria · Tel, 6011 Direttor• , R E N A T O R O S S l Condirettore, Ll VI O FlATTl WALTEl RONCHI • r•datt. c•po r••pooHhil• UN NUMERO L. 1, SO Un numero arretrato, Il doppio 1111111.: Ordiuri l. 15- fmi1tiU,im1itiri l. ID Dbtrlb, D. I. E. S. · P.u S, Paatal•o 3 • ROMA PUIILlCITA' 1 Vfflclo Paltltllc1t• • Propa• gaa4a · VJa Roma. 6 • IOLOGNA ANONIMA Aill GRAFICHE • BOLOGNA VIA CONSOLAal • Sez. fdit. C. U. F. • Forll PAOLO SJLidANJ, S•gretario del C. U. f. PlESIDENTE ' Armando lnaglioll - Bruno M•1otti Livio fr•lli • lenito lo11i I - nendo alla maua dei giovani unita e decisa alcuni clementi precocemente invecchiati o che non sono mai .ttati giovani, pretende cqpdannare la nostra g~ .. era:ione {ed anche qui sarà meglio 1ipetere, a scanso cli equivoci, che non intendiamo categorie anagrafichep ma categorie dello spirito) con una somma ·Ji accu.§e una 1_->iù me- •china del!' altra. stra voce sincera cd il meno per farla sentire, ahbiamo voluto ritornare su alcuni punti cl,e costituiscono il motivo dominante della nostra po• lemica. Ahbiamo voluto ritornarci sopra, anche se a qualcuno le nostre parole sembreranno ormai scontate, pcrchè - spinti a nuovamente dichit1: rare ciò che in un ~nno siamo venuti man mano pu hblicando - crcd;amo, sia necessario riproporci continuamente i termini di una situazione alla definizione della quale siamo erotesi, ed a cui perverremo agendo 50l0 dal1' interno. Le nostre parole non vogliono euerc altro che un r..uovo atto ·di fede e costituiscono per noi I' im .. peg o più preciso di una intra.i1sigcnza che per prima cosa sad. rivolta vcr.10 di noi. Un atto di fede e di certezza JU cui haseremo il nostro lavoro quo .. ,;J,ano. IPAL1'ER RONClll Il nostro desiderio di agire profondamente sulle coscienze, la nostra volontà di portare il popolo ad una dignità culturale e politica e di fargli sentire come noi ieguiamo e sosteniamo le sue giuste aspirazioni di una Orientamenetoducativo oggettiva e non rettori.ca elevazione L a istituzione, nell'anno .XlX, presso sociale, la nostra decisione di climi- i Comandi Federali di un UUicio nare tutti coloro che, in un modo O PreparazioOe Politica coincisè. a suo ncll' altro, hanno usurpato una re- tempo coiì l'attuaziòne 'di una premessa sponsabilità diventa,t'a poi caotica ir- deLenninata dalla necessità fortemente respon.sabili.tà, e Ji concedere i] di- sentita di riorganizzare i cooce~Ui C• ri.tto di vita alla sola intcllige,;,za ducativi informatori dello organizzazfo. competente, la nostra fiducia di por• ne giovanile e anche con la trasforma• tare !U un piano pratico, a costo di zione dei mezzi e della struttura della qualiiui sacrificio, ciò che troppo organizzazione ste ssa. I La costituzione di un Ufficio che rac• .spe.uo, ha bti lato ?i sola glori~ ca~- facca, la 005 tra &%tolte cpu,atrtcc, tn cogliesse in sè attività che prima erano decentrate in diverse competenze, atuna parola, ha iuscitato am);>ie reazioni da citi si vede colpito cd ·accu.sato. tività che alla cultura, alla politica, alla 'Siamo stati allora accu.sati di cri... propagaiida e al lavoro avevano attioen• za, presupponeva ioJatti il fine di rie• tica diuruggitr-ice, di 1poca fe'de, per- saminarc il IJ:tCtodo. fino di indifferen:z:a: perchè la nostra Se poteva $8mbrare a prima vista .1ta.rnpa è l'unica in Italia a n&n "vo- che sì fosae voluto f procedere a:d una lere essere· coerente con quella itn- .semplice modili 9aziooe buropratica, con '[)rècisata "-'ortddo,sÌa..,. con la quale Il.Ila oaeervaziooe più ,attetJ,~ ioreee .e molti cercan·o 'di mascherare Ua oon-- ,soprattutto dopo aver 1 assistito agli., ef- , genita inc•1_lacitÀ a rasionare e ad _ fetti e •i rifie&ei d1 questa i,stituzione es&ere. E'-comc que-.ta sfruttata, ipa.rola si C!t,piva di quan._to,era., mutata lo ates• abbia veNo ~1 auo originario e vpuro ea ragione di eeae.re Q.ella, G~ 1. L.: non aignificatocè dagli onesti ~o-runi ri.,a.. ealtiamo,ad, a.(ferm,u-e che la ate~ con• fùto, Jn tutti i md-di icr~l'itti di Cui tuauità della Rivoluzione re~a -.affidata 'Il Italia sta •ora aentcndo l~affan.no""'cd a nuovi ,propo:titi, pjù d ... ~ttivamente il 1>eso, hanno cercato 'di Y.iolentare capaci di poter perpet\UU'e, uoa,.(.iaccola la nostra I f~de. Ed a noi irrequieti, che per~ la sua, indistruttibilità aveva aniiosi rir.ercatori di una verità che b"°gno di esaerc agitata ·da &piriti in• non può casere che dentro di noi, timamente convinti. hanno dunque opposto degli altri a- 1 La P~e&88 era dunque che una nagrafic-amentC- giovani - ultimi rifiuti educazione nuoVa oon potesse ayveoire di una mentalità che or~nai, sia pure se non att.ra\'er■o una tras!onnazione a fatica, va scomparendo .., abil: n·cl- pro-fonda dei concetti di educazione del• l'intonare "il coro degli osanna, pronti le masse giovaniU, traeformaz~one che a nutrir.si cli qualsiilsi avani:o pur cli avrebbe dovuto avere il suo fulcro pro• mantener.1i "in linea,.. ln linea con pulsivo negli uffici di Preparazione Po· che cosa? In linea con il terrore tlcl litica de, t..A>mandi Federali. ·f' · 1 1· ., Ultimamente anche l'articolo di un .sacri 1c~o, con. a,, paura < 1 compro- - . h b ·t R , . t mettersi,, e d, saltare" e con h1he giovane e e o scn to su orna ,·asc,s a quelle cose che costituiscono il baga- è st ato recensi~ su « 1 problemi della glio intimo dei vili. E quando <iual- Gioventù• ed è stato di nuovo inte• cuno <li noi ha avuto i1 coraggio di gralmente pubblicato sul Bollettino del sfidare tutte le ire nella fiducia di Coma nd o Federale di Bergamo perchè I li p 1· affermava che « finalmente è segnato. la essere ut-i e a a atria, è st atn c 113 - morte del caporaJismo malinteso, sofmato pa::zo, ti:ac1itore, proprio Ja loro. locante "ed esteriore•. E queste "deficien:e., le hanno Sappiamo che Cuzari vive nel più proprio scoperte in quei giovani che bel mezzo dello vita organjzzativa gio• hanno come unica religione quella vanile, Sappiamo che Cuzari ha appreso dettata dal Fascismo: la religicne del- a considerare i problemi della G. I. L. la Patria, sentimento che ci fa avvi- non per sentito dire ma per esperienza emare e ci fa con più intensità pen- personale O perchè edotto dalla viva sare a Dio e "sentirlo,.. voce di dirigenti responsabili, ma Cre• ♦ diamo che non gli sarà dillicile convc• La funzione della nostra stampa nire con noi, senza volerlo rimandare s1 può ria$sUmere in una parola: co... aJ fondo di Ronchi, dell'ultimo numero raggio. Coraggio nel porre noi stes5i di «Pattuglia•, come Jlespericnza di al di là dei confini di qualsi:ui im.. ogru giorno sempre più ci faccia capire posizione che agisca sia sul nostro quanto sia dilficile attuare quelle con• fisico che su-I noitro .spirito. Un co- elusioni che purè in teoria già risol• raggio intelligente: sappiamo quali /Vono i problemi. responsabilità gravino sopra di noi. Ci eravamo proposti di band.ire un Coraggio umano. È tramontata per esteriori.smo ormai dilagante, di troll.• sempre l'epoca del superuomo: siamo care un eoporaHsmo che, come lui dice uomini, ricchi Jella no~tra riscoperta non sapevamo a quale delle nostre tra• umanit~. uomini degni Jella tradi.. dizioni facesse capo, ci eravamo SO· :ione della no.1tra Patria. Uomini .10- prattutto proposti di lavorare sulle CO· lamente umani. Nella libertà della scienze e sul sentimento base 'dcll'o~ nestà. nostra coscienza troveremo la forza Non 81 trattava di un presupposto di questa personalissima vittoria. Per puramente teorico e nemmeno di una la Patria, .1empre più gra nd e. idea campata interamente in aria, anzi ♦ era nata, come s'è dett.o altrimenti, dai N ell' in1:iarc il secondo anno di riOessi che provenivano da una pratica vita tli questo foglio, che tanto ci giornaliera organizzativa; ci eravamo sta a cuore pcrchè rappresenta la no- accorti che non bnstava la consueto. Forlì ginnastica dei muscoli. se non esisteva una altrettanto intensa ginnastica di cervelli e di cuorL Ma al lume dei risulta.ti oggi consc• guiti in c1uesto campo specifico non si può, ml sembra, dire che quei pro• ponimenti siano stati realiz·zati si come era nelle' vedute di coloro che aderivano a quella teoria. ; La morte dell'csteriorismo è più viva come idea che come realtà e la morte 'deJ. caporalismo è avvenuta non per intervento di terzi ma per spontan~o decesso. 11 prob,ema è agitato, fçrtemqnte agitato e non vorrei che si in~ndesse ·qui che io voglia negare tutta Ja bene• merita, faticosa e talvolta utilissUtla ·a.ttività che gli uffici di Prepaf&#onc Politica 1 ha'1fiO svolto, non 8.Vli~i f nemmeno nessuni-1sima veste per pot,erlo tare, vorrei soltanto fare intendere che l'agitarsi di pochi non è stato quasi che un benemerito inizio di realizzazioni ben pr\'-5to ancorate dalla p'e~aptezza della struttura organizzativa cosi co• me essa è, troppo pesante per quella energia di pochi. E soprattutto, col cuore gonfio di sincerità, ti richiamo, Cuzari, a quel punto del tuo artic.olo in cui a,(fermi « ••• tanto più gravi si presentano !e tre sopradette specificazioni del problema se si consideri come la mancanza di autore fra organizzazione e organizzazione, diverso orientamento di atti• vità, diversa concezione dell'attività po· litica, abbia portato anche, soprnttut• t.o in provincia a compromessi, perdite di tempo, interferenze, e incomprensionì con danno del Fascismo che è unico anche se molti sono gli. uomini•, è più sotto « ... anche qui l' individunlismo ..... deve cedere il posto, come un ntteggia• mento irresponsabile e antistante, alla sistematicità, al sacrificio della vanità, in modo tale che ogni soluzione di continuità che possa originnre il com• promesso, venga esclusa • . lo provincia questo, Cuzari, non è ancorn avvenuto, l'individualismo di qualcuno e soprattutto la vanità di molti, a danno deJla interjorità <lcll'o• pera nducativa da svolgere e a tutto vantaggio dell'esteriorismo che meg)jo -serve a -quei diCetti, è ancora un problc· ma dn esaminare, un problema sopr.at;. tutto di uomini. Senzn voler cadere in problemi par• ticola.ristici, o che comunque assumano l'aspetto odioso dei particolarismo, mi sembra di capire che non sembra si sappia intendere quanto responsabilità rappresenti di fronte alla collettività l'assumersi il compito di educare. Problema vecchio qaesto, almeno quant.o quello dell 1educazione integrale posto sul tappeto dalla Rivoluzione Fa• ,sci.sta e 'Che è senza dubbio una delle pregiudiziali più impegnative del Re· gime. Purtroppo in questo momento non possiamo limitarci che alla sola critica; solo ci preme, atlinchè questo critica non sia solamente distruttiva, riaf• fermare l'esigenza, da parte degli ele• menti direttivi specialmente perilerfoi, di un'aderenza pratica alle preme1se educative. UTJER1"0 BOCCI

Cultu~reallnauovEauropa p Ull. constatando la necessità di sfuggire ai termini di una rigida dogmatica specie pc.r <1uant.o riguarda l'avvenire della cultura e dell'arte europea, ci sentiamo in dovc1·e di fare alcune osscrv11zioni su tale problema, problema dclicnto e diICiciJc come poch.i, poichè se un ordine poHtico economico o sociale può beneficiure di una risoluzione a priori sovente quasi matematica, un indirizzo culturale non può esistere come valido, se non in quanto reso vivo da un complesso di concrete manifestazioni nel momento stesso in cui il piano teorico è !ormulato. Jmpossibilc quindi pensare anche lontanamente a un sistema, a un dettato; impossibile poichè la nascita di positivi vulori culturali è indipendente in ogni caso da esso, ma subordionta sempre al fatto di poter trovare uomint cnpoci di svi1upporU, co11 senso artistico e storico. turale; e non mai, a onta di qualsiasi convinzione esc:lusivamcnte statalista un rapporto inverso. Se quindì noi di preciso, nella cultura della futura l'.;urop0., c1uale seguirà e si creerà, secondo Jc nostre speranze, dopo questo tormcninto periodo di transizione, non sappiamo alt'ro che c1uesto: che avrà la sua base nei più personali e più intimi atteggiamenti dell'animo umana, come unica base possibile per lo sviluppo di tale attività, tuttavia noJ possiamo faticare molto a riconoscere un nostro primato civile e morale appunto e soprattuto in questo settore della vita dei popoli; che è poi il settore di gran ·lunga più importante, fornendo le promesse indispensabili per il succedersi di tutte le altre espressioni dcH'intelligcnza. Del resto. i germi della prossima situazione del pensiero mondiale non sono discord.i. A rigore di esame, non esiste oggi nessun paese che possegga un patrimonio culturale solido, preciso e inquadrato. Epoca di transizione, certamente. Tendenze, molte tendenze, molle delle quali notevoli, più che promettenti. L'ultima cultura francese, la più significativa e certo la più dotata di potenza diffusiva fra quante illu~ minarono l'ultimo ottocento e il primo novecento, ha ormai assunto una posizione di validitù immobile di fronte a.Ila storia; è monumento insigne di un'età, ma quell'età deve tTamontare, pena l'invecchiamento del mondo. Ormai si sente il bisogno di qualcosa di nuovo; il pensiero umano sente la necessità di cogliere in pieno l'essenza del nuovo secolo, essenza faticosamente cercata e non mo.i scoperta. Chi finora è riuscito con maggiore coerenza n forgiarsi un'idea e un costume sono gli Americani; ma tale idea e tale costume non li possiamo accettare, perchè sono b·oppo !acili e troppo esteriori. Solamente noi italiani abbiamo intravisto, mu purtroppo molto spesso e solo a frammenti, un commino invero rispondente ad alcune delle nostre esigenze più profonde; e in uno rivalutazione originalissima della parte migliore dell'intimo sentimento umano, abbiamo ravvisato la strada da battere, in una successione continua di superamenti, poi• chè è virtù magniUca del nostro spirito non essere mai soddisfatti di una p0sizione conquistata. MIONECO: CACCIA TORI DI LUCERTOLE (I V Pr. Bergamo) sogna dirlo, non abbiamo rilevalo, come forse dentro di noi ci attcndc\'amo, solamente la convenzionalità che in gucrra è la sostanza di queste manifestazioni ufficiali, mn abbinmo viste messe a fuoco con particolare chiarezza, in ispecie per merito dei rappresentanti italiani, posizioni per l'innanzi non sempre precisate da una parte e dall'altra. Il dibattito è stato vivace e acuto soprattutto in tema cli arte e dj indirizzo culturale; se, per ovvie ragioni, non si è potuto andare fino in fondo, tuttavia le idee italiane e germaniche in materia si sono profilate con assoluta net• tezza. Parliamo di italiani e germanici, in quanto è sullo base di questi due Stati che poggjerà l'ordine più vicino a noi; i giapponesi hanno problemi più lontani e cuH-uralmente forse meno complessi, sicchè le loro tendenze hanno per noi importanza quasi esclusivamente in Formativo. Crediamo che la nuova cultura non poss,a scaturire se non do una rivalutazione integrale dell'uomo, come rornito di spirito. L'uomo materialista non deve più esistere, per la vita del genere. E, intendiamoci bene, non è una fiducia derivata dal nostro passato glorioso quella che ci conferma in tale precisione; bene piuttosto la coscienza esatta di una vero necess.ità, di un vero e proprio compito storico e sociale, fallito il quale noi avremo fallito la più gran parte delle nostre intenzioni. Crediamo di essere nel vero profes,sando un nostro predominio politico, un nostro raJforzamento territoriale, un nostro miglioramento economico principaJmente in runzione di un nostro primato cuit la responsabilità forse più gronde, questo, tra quante via via ne abbia assunte Pltolia di fronte a1la storia. Tali pensieri che già dn tempo tene• vamo ben fermi nella nostra mente ci si sono riconformati, con un'evidenza più che mai consolante, durante le discussioni che abbiamo udite al recente convegno itnlo-tcdcsco-nipponico. Do"e, biCompito supremo della nostrn Rivoluzione: aiutare l'uomo a ritro,,are in sè l'amore per le . cose belle e per le cose grandi, per il sacrificio e il disinteresse. Abolire tutta la !orma <lete, riore del secolo, che soUoca l'uomo insieme con la somma ingente dei pregiudizi. fare della vita cli c1uesto popolo italiano che crede e spera un modello di fronte al quale gli stranieri debbano inchinarsi ammirati. Creare un modo di concepire la vita. C. Z i( f '- d ,. ~ . .. cli ,,, DaJl'cdttoriole di « Clviltà FascJsta• «, • ~ I <Alea 'l!Q; guerru, ma hn b,so~no ~ UD. o~ !le, d1 agosto: ■ ,.fj .. a rJIJI "' ,.fi staren1;0 per. dire d,1 un autod1sc:plma • No, non abbiamo paura della guer- 1 j V f1 / ; / rfrl/ f. ,. V tra gh Stati; ma d al\ra parte I uo,:no ra. abbiamo paura della pace. No, nuovo. non _sarà bols_cev1c~, non sarà m- ' I 1· cl . . • . , , ternaz1onalasto, mo runarra attaccato Iorsopprnmo già, qui in ta rn, 1e quc- massa che la pace giunga al p1u pre- generale p~r cm_ la volonta dell uomo temente alle idee fondamentali della sta guerra In vinceremoj ma sulla pa- sto. ~n sostanza, c'è una d?mando che prc_tcnde. d1 .dommare ~n elc_mento che sua Patria e della suo Nozione, per ce non abbiamo altrettole chiarezza. urge m questo momento, e d1 fronte alla ma.1 è r1usc1to a soggiogare. la forza il salvamento della civilti\ universale. Nelle grandi guerre del nostro secolo qu~le n_on pochi. rima~ronno imb~raz- di~grcgatTfoe . dell'o_<l.io tra i popoli. Di conseguenza, egli si troverà a dover si costruiscono le fondamenta e si get- zatt, noi compresi: « Smmo maturi per U1sogno convmcers1 _un~ volta pe~ sell!-- contemperare nel suo interno due eletano i piani delle poci avvenire: que- lo pace? • . pre che tale forza e più che mai peri- menti uno economico che gli farà sen• sto non capirono i fabbricatori della Crediamo che l'~sigenza ptù torte colosa ore, n~l secolo XX: se un ~":'J><? tire iÌ bisogno di esprimersi al di fuori « p"ace • del 1919, ed è successo quel ~be de"'.e Pt:n_e~rar~ m questo momento )~ molte gent.1 no!1 ave~a.no 1~ pOSSJb~ta dei limiti sovente stretti dalla sua terra 'Che è successo. Anche perciò sono guer- 1 • nostri sp1r~t1, sia sopratt~tto c:iuella d.~ C?nosccrs1, d1 avv1cmars1,_ e qu1~~ d'origine, uno politico, e aggiungeremo re lunghe, perchè nel corso di esse da prepararsi con profondità di eo- di eh combattere, ora la spmto rnp1- sentimentale che )o terrà sempre più ci sono troppe cose da fare, non solo scienz:a al so~ravve~.irc d~lla fase rico: dissima del p~ogresso, la diUusione d_cl- legato, pen~ la morte spiritualt;, alle in ordine allo guerra, ma più ancora s~t~vo, studiandosi particolarmente d1 la cult~ra, 1) decrescere progressivo sue tradizioni e alla suo idea Nazionale. forse in ordjne ed in funzione della def1rnrc l'essenza e le soprast!uttu': delle d_1s~nze hanno fatto si . c~e tutte Ora: darà origine, questa sorta di susseguente pace. L'Europa ormai, que- del nostro programmo. Perchè 1 casa, l~ naz1om posson~ gu~rdars1 m fac- conflitto interiore e personale, a una sta Europa in cui noi viviamo, è ma- è ovvio, sono due:. o la ~ace .s3:à_ un c10, scrutarsi !1e~l1_?c_ch1, pro_nte a S-0· serie di conflitti tra i popoli, deter• turo per uno studio diretto e sereno, compromesso con I proprJ pnnc1p1, e spettare delle 10.u:ruc1z1ee a riconoscere minati dall'insufficienza nel saper ragsobrio e senza • miti • (e senza po- vedrà l'instaur~zione di un ordine che d~gli interessi neJle _zone pi~ impensa~ giungere un equilibrio? . }emiche e chiassi e considerazioni), chiameremo .urulnteral~, e allor~ notu- b~lmente lontane d~J propri centri cli Certamente, qualora non si . tenga ciel suo immediato domani. Non tanto ralmente prima o poi le vecchie que- vita. Per converso, 1uomo moderno, che conto nell'ordinamento futuro, eh c1uev'è urgenza di vincere la guerra, quanto stion.i ritorneranno a galla producendo ancoro non è. riuscilo. ·in pra~ica, quasi stc due basilari. Noi italiani siamo. fidi chiarire le idee e definire le forze nuove sciagure, oppure si terrà conto di dovunquo, n !Msolvere 11 suo più urgente denti, fidenti soprattutto nella va~t~tà costruttive per la pace che seguirà •. tutto e di tutti, si riuscirà a discri- problema, quello del suo rapporto con di risoluzioni che il nostro sp1rtto Paura della pace. E uno specie di minare il bene dal male e il giusto lo Sta~, ~a io~jviduato ~n~ dell_e ~e latino saprà indubbiarnent~ !ormulare_; assurdo al quale aolo la tormentata dall'ingiusto, e allora solo c1è speranza caratter1shche più essenzrnh e più v1- fidenti perchè siamo convmh che noi, essenza cli questo nostro secolo po- che un lungo per.iodo di benessere si ve, determinato dal diritto e dal dovere come sap~mmo trovare vent'anni fa la tevo portare. Paura della pace: che è apra per la vecchia Europa, per il di produrre. qualcos.t. . parola nuova per le nuove genti, ancora oramai sentimento spontaneo di chiun- mondo. E ben chiaro allora che questa aspi- una volta avremo chiara nella mente que riesca a Iigurarsj e a penstn·e una Non. è _qu~sto, intend~am.oci_, un razior:ie nobilissima . dell'uomo ~oder- )a Legge. . sistemazione politica universale, pau- preventivo p1et1smo verso i vmt1, che ~10 1 eh p~od~rre per 11 bene: ~ltr~1 ~ per Ma gli a:ltr1? ra che nasce da una riflessione pro- dovranno in ogni modo scontare la loro il proprio tn tutte le ram1I1caz1om del Paura della pace, come teme lo fonda e maturtaa, al contrario del su- insufficienza di fronte al cammino della lavoro e della cultura, non può conci- scrittore di Civiltà Fascista. periiciale ed intenso desiderio della storia; ma è la coscienza di un'esigenza liarsi con la spinto distruttrice della. ZOIJ. Fonaaz1one l"'\.Ulllll-l ror11 3

I N questo periodo, nel quale la gioventù del mondo é chiamAta a dar prove di valore su tanti campi di battaglia per una lotta di proporzioni e di intensità senza precedenti, sono Cre- <1uenti discussioni e scritti sul tema «coraggio». Le opinioni e i punti di vista sono molteplici, e. come spesso avv-ienc discordi. Pur )imitando l'esame sol;anto al contegno dell'uomo di fronte al pericolo fisico. in generale e o quello del combattimento in particolare, sarebbe facile fornire almeno una diecina di differcnt~ definizioni del coraggio e, per contrario, della paura. Molto difficile invece, poter enunciare una definizione sola e compiuta che risolva completamente in ogni caso. Questo prov.:1, a mio parere, la complessità del fenomeno. Tuttavin è possibile distinguere ll:e pri1_1cipali forme di coraggio: quello incosciente dell'uomo anormale e~JC, per qualche anomali.a o insuffi~ cienza, non avverte o av\'erte scal'sr 1 _ mente I' istin~o della conservazion;; qu~llo che deriva da atavici istinti brutali, s~nguinar; e di fotta; e in(inc il coraggio cosciente delJ'uomo normale cd inci\'ilito. La prima è una forma infrequcti.tc anornrnlc e non mette conto pal'larne'. Lu seconda in\'cce è una forma clic si p~ò . riscontrare anche in alcuni indi.- v1du1 appartenenti a rozze ci\•ili ma è più frc<1ucntc nelle razze priru'itive Il s?tt.oscrit'to ebbe ad osservarne un~ man1fcstazionc impressionante nel corso d1 operazioni cli grande polizia coloniale in A. O. I. - Era con la nostra colonna Al comando di formozioni irregolari ìndigcne un certo Fitaurari Abebè leale. p~rtigiono nostro, capo scio:mo molto cl1gmtoso e compito, che si dilettava pedino di strabigliarci di tanto in tanto con qualche frase di inverosimile fr,-ances_e appreso all'ex corte neguss1ta. Ca"nlcava al mio fianco il buon Abcbè i!iforinato di gnllica cultura c1_uando St accese improvviso il combott1m<-nto; posso dire di non aver mai vi_sto una trasformazione così completa eh u~ tssere umano (eccezion fatta per la ~mcmatogrdica visione del -=dottor ,Jck1II• che subito accorse alla mia memoria). Con i lineamenti incrcdibilmen• te sconvolti ed improvvisamente imbestial~ti, gli occ.hi iniettati di sangue e fuori deUc orbite, Ja bocca schiumante guloppava ritto sulle st.1Ue incitand~ con urla selvagge. i suoi uomini senza tenere conto di un fuoco ecce.zionaJn:ientc generoso di mitragliatrici ribelli .. E_ ~on. potcv~ tenerne conto perchè g_h_1stmt1 atn"1ci sanguinari scatenat1s1 nel suo essere erano ormai talmente violenti da non permettergli nessun alt~o sent~mento o pensiero. Il suo corag- ~o derivava dalla contingenza di una unpossi~ilit~ psichica di aver pòura, in se1 anm d1 permanenza in Africa ho riscontrato altre volte fenomeni del genere. t. qucstR una lorma dj intrepidezza d1 fronte al pericolo che fnuc le debite proporzioni, non di r'rcrisce gran ch_e dalla ferocia deHe belve per le quah la lotta è necessità di esistenza, istinto jnnato e abitudine originaria. La terza forma, la più ele"ata _ quella del coraggio cosciente dell'uomo normale - presento, a sua volta, una quantità di aspetti e di varietà. Esiste il coraggio freddo, esiste quello impetuoso, quello sereno, quello costante, quello scontinuo, ecc. e sono <1ucsti soltanto dHferenti modi di manifestazione patente del coraggio, relati- \'amcnte di non ingente quantità. Molto più numerose sono invece le dirrerc-nziazioni del coraggio se si considerano le varie Iorze normali psichiche, risiche ed intellettuali alle qua:li l'uomo attinge per tenere contegno intrepido di fronte al pericolo; <1uellc rorzc cioè che potremo chiamare i ciattori determinanti del coraggio». Es.:uniniumone qualcuno: 1°) l'esuberanza fisica. E una forza determinante. L'uomo fisicamcnle sano e forte ha generalmente !iducia in se stesso, è portato nll'azionc, alla proDHLCORllGGIO lica dello sport, nlla violenza (più del debole, a parità di educazione morale). Favorito dalle sue possibilità fisiche è dotato di spirito agonistico e quindi comprende la bellezza del rischio come superamento di. se stesso e come aHermazione di fronte agli altri uomini. Tutte queste coratteristicJie favoriscono evidentemente lo svHuppo del coraggio. E: stato infatti constatato come uu af(ievolimento tem1>0raneo della forza fisica inCluisca sfavorevolmente anche su individui abitualmente coraggiosi. Ogni combattente sa quanto si perda di slancio, di sicurezza e di eggressività <1unndo si abbiano le ossa rott..c dalle fatiche, lo stomaco ,'Uoto o si sia sofferenti per un semplice mal di denti. Si verifica inoltre che, quanto più un uomo, per lo sua vitalitù, è lontano daJla morte, t.nnto meno Ja teme e, per questo motivo, si è generalmente più ardimentosi a venti anni che a cinquanta, <1uando non intervenga una acquisita maggiore forza di cnruttcre. 2°) Solidità cd equilibrio del sistema nervoso. Determina una minore , impressionabilità e l'attitudine n valutare il pericolo con obiettività. Permette di sopportare bene lo sforzo nervoso cui si è sottoposti nel contatto col pericolo. Tale sforzo, se prolungato come in combattimento, affatica enormemente. Alla fine di una giornata di intenso combnttimento difensivo, du- .-ante la <1ualc si sia svolta un'attivitù fisico minima, ci si sente in genere più stanchi che dopo una giot·nata di marcia. Questo sforzo ncr,,oso prolu'lgnto fiacca alle volte anche individui coraggiosi; i reduci della guc1·ra di trincea raccontano di assaltntori pieni di slancio che mal resistevano al tormento d.i un bombardamento prolungato. 3°). Caratteristiche del temperamento. Non sono rari gli ottimisti convinti, i quali, ancbe nei momenti più difficìli, non sono mai abbandonati dallo sicurezza. che -.a loro» non succederà nulla di male e il loro coraggio è basato, in unn buona parte, su <1ucsta apl·ioristica convinzione. Questo ottimismo può essere, in dcfinjtiva, la somma dei due fattori precedenti, pei-- chè è in genere ottimista l'uomo dagli organi sani e dai nervi snld.i. Può anche derivare dall'aver precedentemente aHrontnto e superato numerosi altri pericoli, cioè dal fattore seguente. 4°) Allenamento al pericolo. L'uomo fa l'abitudine a tutto. Anche al perkolo. Perchè sia razionale, questo allenamento, come quello sportivo, deve essere possibilmente progressivo. In tale condizione, oltre che per lo sviluppo di forza fisica e di destrezza che determina, risiede il grande educativo valore dello sport, che da questo punto di vista può essere definito « scuola di coraggio ». Ed è per tale suo valore educativo, sopratutto, che presso tutti gli eserciti sono in tanto favore Ja scherma, maestra di aggressività, i salti dall'alto, radenti, mortali, lo sci, In roccia, l'equitazione. A proposito ricordare la defisizione mussoliniana e il coraggio è i:-- bitudine». 5°) L'educazione. Ritengo abbia importanza predominante. Essa può compensare infotti anche la assenza com• pleta dei fattori (in nd ora esposti, purchè l'individuo abbia una sensibilità morale che lo porti ad assj_miJare l'educazione ricevuta dnlla società cd a perfezionarla con un'autoeducazione orientata a nobili ideali sociali e <li dignità umana. Ilo appl'cso da un combattente degno di ogni fiducia che uno dei più luminosi e spirituali eroi nostri della grande guerra non riusciva a vinccl·e un Corte tremito nervoso di fronte al pericolo; tuttavia nessun pericolo poteva a1·restarlo e, nnchc sotto i più violenti bombardamenti, sdegnava di gettarsi in terra. Questa è per mc In più nlta, più nobilé, più umano formu di coraggio: il «coraggio dello spirito .. che può forc un eroe di un uomo privo dei mezzi tisici e nervosi atti a renderlo coraggioso. A proposito dell'educazione al coraggio, al sentimento del dovere, allo spirito di sucrificio che per il cittadinosoldato sono tre aspetti dello stesso problema, sarà opportuno ricordare le cure prodigate dal Regime all'educazione della gio"cntù, l'importanza data dai nostri regolamenti militari alla funzione educativa, posta al disopra anche di quella addcstrnt;va e in(ine le parole del Moltkc: «La vittoria (del 1870), dovuta nnzitutto nll'opera dei maestri elementari ... ». 6°) L'amor proprio cd il rispetto umano. Hanno grandi efretti su individui molto sensibili, specie se appartenenti a società nelle quali il coraggio sia tenuto jn gran considerazione. L'ascari eritreo moltiplica la sua abituale bravura se si trova tra paesani; al suo viJloggio sarebbe disprezzato da tutti e non troverebbe una ragozzn disposta a sposarlo, se sapesse che si è comportato con poco onore, in combattimento. Questo !attore del COl'nggio ha portato alla definizione divenut.a paradosso: «il coraggio è la paura di far vedere che si ha paura». 7°) Il sentimento religioso o il temperrunento fatalista. L'individuo trae il suo coraggio dal rimettere la sua sorte nelle mani di Dio o del Destino, nella cui onnipotenza ha cicca fiducia. E una torma di coraggio che si basa sulla convinzione che l'uomo non può cambiare quanto è scritto. («maktub» dicono gli arabi). Non più in Africa, ma su altro fronte europeo, il nostro Frn Serafino, volontario froncescaoo 1 tante gareggiava coi più validi fanti. Per Jui «pensavo San Francesco». 8°) Il senso del dovere e della responsabilità. Presuppone il fattore « educazione ». Ha molta importanza e spiega come il contegno degli ufficiali in combattimento sia superiore - come massa - a quello dei gregari. EROISMO UNIVERSITARIO Co11tribufodi sangue dei Fascisti Univtrsitari ptr la grandezza <hl/a Patria ~-~~~fll• _d' O~o FulU Decorati ~:::,yu• ~ · O~o Decorali ~:l:.f'•• .d• O~o Decorati Segretari del G. U. F. cadutl Gerarchi del G. U. F. caduti GUERRA ATTUALE GUERRA A. O. I. GUERRA DI SPAGNA Littori cadufl . . . Faac:l1te Unh·araltarla caduta per la Patria TOTALE Medaglie d'Oro TOTALE Caduti , . TOTALE Decorali ,. a. 1207 a. 9S6 1102 .. .. .. .. .. .. .. .. 36 .. 218 .. •• 260 • • 10 3 135 tno ISIO F.pndazione Ruffilli - Forlì Specialmente il senso della responsabilità è un vero narcotico dell'istinto di conservazione. Sempre per restare nel campo militare, un comandante che in combattimento ris1>0nde dnvanti a Dio e davanti agli uomi~i della vita di migliaia di soldati e davanti al Paese dell'assolvimento di un compito di vitale importanza e che richiede tutte le sue energie morali, intellettuali e fisiche, ha ben poco tempo e possi• bilità di pensare alla propria incolumità personale. Questi sono, a mio parere, i fattori principali che determinano il coraggio come qualitù dj carattere Condnmcntalmcnte stabile. f. ovvio che molto spesso convergono contempornneamente parecchi di tnli fattori a formare un carattere coraggioso. Inoltre J>UÒ verificarsi che alcuni di essi giochino di volta in volta con muggiore o minore eUicncin nello stesso individuo a scccondn di stati d'nnimo e di circonstnnze speciali. Vi sono inFine altri clementi i quali non in(luiscono stnbilm<'nlc sulla formazione di un cnrattere coraggioso, ma possono temporonenmente deLerminaJ'c un ntteggiamcrito coraggioso. Ne clen•. co qualcuno: a) slato d'unimo . per il quale la vita non ha più importanza (coruggio di rinuncio); b) convinzione che non v'è più speranza di scampo e conseguente rcazìone (corap:gio della disperazione); e) effetto eccitato d~ un pericolo corso eia una persona amata, che può indurre per esempio una debole donna ad atti del pitì puro eroismo per sal\'ore una sua creatura (<'oraggio affettivo); cl) spirito di emulazione eccitato dall'esempio, o in[lussi esercitati dal11:11nbicntc o dall'oscendcntc di un capo (fenomeno caruttcristico dello psicologia delle mnssc, che potremmo chiamare coraggio riflesso); e) determimite situnzioni nelle qunli si aHronta il pericolo. Per es. è più dif .. ficilc essere corn,igiosi subendo un attacco che portandolo, per quanto in guerra il pericolo individuale sia mng• giorc nell'attacco); !) stato di eccitazione ncl'vosn prodotta da sostanze stimolanti (per es. alcool). Riferendomi a quanto ho esposto lino ad ora, e tralasciando i fattori (lettera doifa " alla /) ud azione contingente e passeggicra, ritengo di poter concludere che nel formare un carattere stabilmente coraggioso influiscono, nel• l'uomo civile e normale, doti innate e qualità acc1uisite. Le prime (doti [isiche nervose e naturali caratteristiche di temperamento) costituiscono essenzialmente predisposizioni, tendenze naturali all'ardimento, ma non bastano da sole a formare la sostanza dell'autentico coraggio. E: invece provato che i fattori morali e spirituali del coraggio (<1ualità acquisite) bastano n compensare largament.e l'insuHicienza, o a sopperire addirittura alla mancanza. di doti fisiche e nervose. In altri termjni pure essendo veramente coraggiosi - per esserlo cioè ~~:~;:,a ideÌf~al!::t ~on::~~~~ni ~~; spiritualitù, una nobiltà, o almeno una dirittura di carattere e un buon gusto nel concepire la vita, che esulano e si elevano molto al disopra delle semplici doti fisiche e nervose e presuppongono una afformazione di volontà. Di qui le possibilità enormi deU1cducazionc e della volontà come determinanti del cornggio. Di qui, in!ine, In possibilità di aFfermare che il coraggio è nobile merito e la paura indegno demerito, e il pieno diritto di negare a chi ami adagiarsi in una comoda vigliacl'herii1, In facile gìustificnzione dell'impossibilitlì fisica e nervosa di affrontare il pericolo. Su queste cooclusioni si basa la fiducia nella proprit\ opera di chi è preposto al\'cducaz.ionc del cittadino-soldato e si propo11ga di forginrc uomini d'animo virile, capaci cli senti1·e la belle:tza di e vivere pericolosamente ». ,11,.gg. NAl'OlEONE SESSI

LONTANO ~UL lD)ON iomBa il ca11uao111iJ XXX ottobre LA mattinata è un po' <l.iaccia; un vento sottile e freddo mi sferzo. il volto arrossato e piccole calde lacrime calano giù dagli occhi che cercano di sfuggire a.I barbagl.i? ~el so~e già al~ :c~~~~~ot~~~ r::~~~ 0do~lrov~:lopj:~ (iciente, tanta ricchezza e tanto sciupio. Poterlo mandare a casa, potessimo almeno utilizzarlo noi. Gli scavi continuano e sembrano più fortunati: compaiono ritrose e pudich·e alcune grosse patato e sotto quelle delle altre ed altre ancora; è il pozzo delle patate, è la cava delle patate 1 è la m.ini,,cra delle patate. La voce si sparge in un tam.po. In uil lampo tutti i miei artiglieri sono nel piccolo orto a sondardarlo, a sbudellarlo. Zappe e vanghe e bad.i,li e gravfoe che si alzano e si aUondano in una sdntil.lantc cqngcstione. Come li han trovati tutti c1uegli arnesi? Per far le piazzuole, ricordo, lavoravano uno olla volta, perchè c'era un piccone soltanto. Per fare j rifugi antischeggie ci son voluti due giorni sempre perché mancavano gli attrezzi. Strano, ora tutti zappano, tutti scavano. Strano davvero. La miniera ha fruttato circn otto quintali di patate poi si è esaurita; un'altra piccola buca ha !ruttato trenta uova ed un vaso pieno cli burro; lo squarcio di un artigl.iere più insi• stente e più cocciuto degli altri mette a nudo una cassa e dalla cassa escono come per un gioco di prestigio, una pelliccia, un paio d.i scarpe ed indumenti vari da uomo e da donna. E tutti intorno a vedere, a toccare avidi. E' tuttb è buon.o, è ottimo, è magnifico. e Questo in Italia ... » e non finiscono lasciando capire con un sorriso d' intesa che <1uella roba li in Italia sarebbe un valore i.nunenso, costerebbe un occhio delJa testa. Brutto vizio abbiamo noi. Come se in Italia si fosse morti di fame e mancasse tutto o quel poco che c'è fosse scadente e spregevole. Da sotto le travi di una stamberga COLONNE MOTORIZZATE IN MARCIA VERSO LA VITTORIA cola casa forzandone i vetri non sempre intatti che rabbrividivano e gemevano sotto la carezza gelida. Il primo assaggio dell'inverno. li dorso della mano sale ad asciugare una goccia che si è pOl'fatu indiscreta vicino alJ'oJ'CCChioe gli .In il solletico. La mano è nuda ancora e bianca e delicata, fragile quasi nel suo pallore. Per quanto tempo ancora? Tra non molto bisogneril aprire la cassetta degli indumenti invermùi e la Jl)ano bianca e !ragile scomparirà coperta e deformato dai grossi guanti cli lana, lana dc!J' Italia. Lana grigia, lana marrone, lana bia~ca: che importa? è lana, lana del m10 paese che mi proteggerà dal freddo, il freddo della Russia. Ed anch'io rabbrividisco. ME\ non è il ventoJ non è il freddo, forse soltanto il pensiero; il sole mi accarezza e pare che una piccola, tenue, lasciva tiammella mi stiori lentamente il corpo. Mi stiro voluttuosamente le membra rannicchiandomi per poi t(mde·re il corpo, il volto, le br11ccia nude ed abbronzate ul sole, felice. Ln vita è be.lln. li sole splende, La vita è bella· il cielo è azzurro, limpido, sincero 'come in Italia, la vita è bella. La vita è bcUa mo·rmoro, la vita è bella dico, la vita è bella cauto. Mi sentono i soldati intenti a scavare nell'orto vicioo e m.:i salutano e mi dicono « 13uon giorno signor tenente ». Ouon giorno, così, sempliccme~te, come si dice in ItaHa, da borghesi. 13uon giorno, buona notte, buon appetito: stra.ne parole che producono un curioso effetto ~otite e lusate qui in Russia neUa terra dei Co.sacchi, qui dove non si vedono che case abbandonate, campi abbandonati; e scassinamento e distruzione e ~compiglio, in un disordine selvnggio e rabbioso: selvaggio !!ome ~'ord~ sovietica che è passata prima d1 noi, rabbioso come l'orda sovietica che, in- ,-------------------------------,;i 1,eguit'a du noi, l'ha dovuta abbandonare. ~ I soldati continuano a frugare, a scavare nell'orto calpestato e rapinato. Lo so, cercano patate, le grosse e bianche patate della Russia che completano ed arricchiscono il frugale rnn- "'1REDEVAMO di essere stati abba- A meno che, per riooluzione e sicio: queUè patate che poi fanno cuocere '-.I stanza chiari, nell'ultimo numero di stema:ione avvenire non si voglia intenin bidoni, in secchi, in diatte, .inf reci- « Pattuglia :.• accennando ai punti es- dere l'imposi=ione di r,n sistema gid pienti di ogni specie e ogm orma, arrangiati chi lo .sa, come, chi lo sa dove senziali e alle ragioni decisive che ci preparato e finito in ogni suo ingrae chi lo sa quando. spingono " porre al centro della con- naggio ai vari complessi nazionali che Scavano: .mn il piccolo orto non può cezione fascista una visione na:iona- dovranno entrare per /orza di storia in offrire nulla più, saccheggiato com'è in d 1 · un'orbita imperiale. Ma non d da eretutti i 'Suoi angolini. Eppure continuano Ustica. Afo pare, secon o a cum no- h a scavare ed affondano la zappa giù nel str( camerati, che ci si debba limitare dersi piutlosto e e un sistema possa terreno leggermente sabbioso. « Ma che in proposito a un «sano e illuminato pa~ avere validità in alcuni solo dei suoi state cercundo, il tesoro degli Zar? )I triottismo », che è poi un termine molto fondamentali principi, soprattutto mo- « Eh, signor tenente, non si sa mai ». vago e molto gratuito, che non sorte rali, e che le caratteristiche margiEh mi solrrid_ono coni un'arMia. d' i~~sa altro effetto se non quello dì confondere nali e particolari debbano al contrario c e mi ascia perp esso. 1 nvvicmo subire un intelligente adattamento alle proprio ìn tempo per sentire il col~ maggiormente le idee. Dovremo allora po un po' soffocato della zappa che si ribadire e precisare la nostra posi- diverse esigenze di tempo di luogo e cli è fermata Il a metà e non vuole an- tradizione o altro, sl da non condurre, dare più giù. Un sasso, dico, ma so :ione al rigua rd o. come indubbiamente accadrebbe altrigià che non può essere. La buca allar• Abbiomo parlate> di nazionalismo per mentì, a uno smorzamento delle singata in un lampo rivela ngli occh.i ~oi, e di nazionalismo per le altre nacuriosi, avidi ed impazienti una gros- zioni dell'ordine nuovo; ni cònviene in- golarì capacità di iniziativa? E tale sa. cassa rettangolare, di legno, listata sistere sulla nostra convinzione profon- smorzamento non vorrebbe, di conset,rasversalmente da striscie di lamina da che la rivalutazione assoluta e di- guenza, una netta e deUneata reazione sottile che d.isegnano tanti piccoli rom- a scapito della generale armonia? bi: la cassa immancabile in ogni casa remmo esasperata delle caratteristiche t opportuno, prima di affermare che ~s::~~~!~sta«G~~~~I~ p:ri!"~;~ni:~: produtt/r.,e di ogni na:ione possa essere la tradizione, lo spirito, la cultura, la è un po' delusa. Infatti c'è del grano, l'unico perno intorno al quale far fun- razza, la mentalità d'una nazione costiè piena (ino all'orlo di grano, di un :ionare il sistema. Perchè se o rd ine tuiscono idee del passato, riflettere bel grano, del migliore, dicono i miei nuor.,o vuol dire giustizia, soprattutto molto attentamente su que.-;ti interrogaartiglieri che vengono daUa campagna distributiva, nessuno ci potrà negare tivi. E come · possiamo concepire una e se ne intendono. Ma sono più de- che -r dare ad oanuno il suo posto d t. ·t . d' lusi di me. Grano, sempre grano, dap- ,,., :i. potenza e una pro ut ivi a un paese pcrtutto grano. Fossimo in Italia, mo dovrà essere presa in considerazione la se non in funzione specifica di tutti qui, senza un mulino, senza niente... personalltà di tutti. E tutto questo, questi elementi? li fatto che poi ora Grano, robaccia! e si rinchiude il pe- checchd ci si dica, non i un attaccarsi tale potenza e tale produttività vensante coperchio, con !orza, i n d.ispettiti. al passato, ma è solo un rialfermare gana rivalutati maggiormente i,1 funzio- Grano, grano che noi disprezziamo, · che buttiamo via, grano a quintali nelle un'idea eterna e fondamentale di com- ne generale di un ideale corporativo e case, sotto terra, nei rifugi del- prensione mondiale che non d mai stata collaborativo pretlomente fascista, non le staUe. Grano da buttar via. E ri- realizzata, e che può raggiungersi solo deve far dimenticare la necessità insomango li a guardare pensoso la cassa trasportando una concezione squisita• stituibi/e delle anteriori premesse, ma che pare avvilita dalla noncuraoza sde- . d //'. d' . solo rendere sempre più evidente che gnosa dei soldati Mi piange il cuore: mente corporativa a interno , ogm a casa vivono con un etto e mezzo d.i singolo Stato alla più vasta applica- la formulo può chiudersi esclusivamente pane al giorno e qui dove il pane non zione internazionale. con l'integrazione dei due fattori. manca, chè la razione è più che su(- t..~------------------------------E FondazioneRuffilli - For vien tirata su un'altra cassa ed altre ne vengono scovate nelle case vicine: stivaloni di felLro, pastrani, fazzoletti, biancheria, una coperta imbottita e un'altra pelliccia. « Pelle d'orso > dice uno. Ma no, è pecora, soltanto pecora. Però ha un bel peso ed è morbida ed ha una carezza calda. « Questa roba qui, d'inverno ... ». I soldati pensano ,all'inverno e se ne preoccupano. I soldati sanno che per Natale non saremo a casa; quest'altr'anno, a primavera, forse. E provano lo pellicce ed i cappotti scom1>aren<lovi, e"Jormi e goffi be• stioni che destano il riso. L' inverno, l' inverno in Russia con Je sue nevi, con i suoi venti, coi suoi quaranta gradi sotto zero. Quattro me.si incappucciati, infagottati, rintanati. In Italia soltanto un po' di neve che serve agli appassionati per andare a sciare, a.i ragazzi per fare le pallate e ai frequentatori dei Bar del centro per godersi lo spettacolo di qualche ~ivolone non contemplato nel programma d.i un giretto sotto i portici, tanto per non perdere l'abitudine. « Ma questo rumore ... >. Tendo gli orecchi e mi accorgo che viene dal parcheggio. Mi av,,icino; il rumore si fa più distinto e meno sordo: sembra qualcosa come una ruota che :striscia e corrode, un rumore un po' cupo che procede con diHicoltA, improvvisamente tace, riprende più liberamente, monotono o lungo andare. In un cerchio di alberi stanno seduti i miei autisti. « Si~ gnor tenente, oggi vi faremo mangiare gnocchi di patate». « Si, bravo, e lo farina :. ? « Eccola signor tenente » I... In una gavetta c'è qualcosa di bianco, le loro tute blu sono chiazzate di bi.an• co e in terra anche sembra sia stato disteso u11 leggero strato di gesso. Farina! Gli autisti hanno trovato un macinino « scassato », gli hanno ridf1to vita con qualche... vite e qualche ruota ed eccoli girare a turno, con lena, pCJ· fare la farina. Il filtratore della nalta ancora nuovo fa da setaccio e la Iarina esce bianca ed impalpabile proprio come la... farina. Gnocchi di patate: il mio piatto preferito. Gnocch.i di patate per il mio onomastico, gnocchi di patate per il mio compleanno, gnocchi di patate per tutte le mie feste, gnocchi di patate per il mio ritorno a casa. E vorrei dire di no) i gnocchi li mangerò in Italia c1uando sarò tornato, so1tanto allora. i gnocchi che la mamma mi ha promess~, i gnocchi della mam• ma, la mamma che mi aspetta e prega e piange. Soltanto allora al mio ritorno, in Italia, a casa mia, devo mangiare i gnocchi, quelli che le sunt.e moni della mamma mi prepareranno tremando di gioia, poicl1è sarà la mia fest..1. allora, la più grande, la più bella. No, non preparate nulla, mi sembrerebbe di tradirlo la mamma, mi sembrerebbo di guastarle un 1>0 1 di quella gioia sovrumana, la gioia di preparare il piatto preferito al figlio che ritorna dalla guerra 1 dalla guerra ca1>itc ! No, niente, non ci riesco, devo dire ., si, va bene, sentiremo quello che sapete fa.re». L'offerta è troppo spontanee; c'è l'entusiasmo, c'è la gioia cli potei· offri.re aJ proprio uUiciale un piatto che da tempo anche Jui nòn ha potuto gustare. C'è la gioia di offrire nella voce, sulle labbra, negli occhi. Dire no è impossibile. Bisogna aCi!ontentarli questi cari ragazzi, non si può. E umiliarli con un rifiuto, non sì può. E domani tagliatelle. Benissimo, sentire~ mo anche quelle. E devo sorridere e ridere con loro. « Però, signor tenente, scusate, ci vorrebbe un po' di burro ». « Burro? Va bene, ve lo dò io •. e E non avreste per caso? ... » « Cosa?» « Scusate signor tenente, ma per fare le tagliatelle ci vogliono anche le uova:.. e Ah, ah, ora chiedete un po' troppo. Ma come! gente come voi non è capace di far a.altar fuori le uova?• « Va bene, signor tenente. Salteranno fuori. Stasera gnocchi e domani tagliatelle». Il macinino riprende il suo vorticoso lavoro ed io mi allontano sorridente e commosso. La vita è pur bella: il sole dardeggia l'ondulata distesa d.i campi inoo.lti, it cielo tino all'orizzonte è azzurro e sincero, il vento riposa stanco sulle foglie della piccola boscaglia accarezzando con un sommesso ge~ mito di piacere la miriade di passeri che vi ha cercato rifugio. I passeri. Strano. Anche in Russia vi sono i passeri? Quanto tempo ci mette un passero per arr.ivare in Italia? Chissà. Lontano sul Don romba cupo il cannone. ALBERTO SGRIGNOLI 5

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