RICORRE da qua.lche tempo un facile equi\'OCO nel ·problema dell'01·• dinamento futuro dei popoli, quale sarà foggiato dai condottieri delle idee nuove nel domani della ricostruzione. Si rischia di confondere Passetto collabòrativo delle piccole e grandi nazioni, indispensabile per il mantenimento di un lungo periodo di pace tra Je società ormai estenuate per l'avvicendarsi delle millenarie contese, con un vogo internazionalismo, concepito da alcuni in buona fede come la tondaziono di una vaga quanto generica fra.tellanza universale, da altri di dubbia rocoomandabilità politica come un ritorno alle utopistiche idealità del so• cialismo marxist.a. Non manca poi qua e là uno scetticismo sovente accentuato sulle possibilità stesse di una collaborazione chiamiamofo cosi, intensiva tra le vari~ Nazioni nell'interesse di un superiore benessere generale. Vari interrogativi, e no~ pochi di grave pondo, vengono posti sovente. Potranno sussistere insieme, in un ordine nuovo potenze contincntalr diverse a tendcn~ za imperialistiica? Non si correrà il pericolo, nell'operare il rivolgimento di situazioni di privilegio arrermat.e da secoli, di cui ora una violenta spinta rivoluzionaria ha scosso le basi) di sostituire ad una gerarchia tradjzionalment~e bacata ed ingiusta un'altra, gerardna altrettanto basata sugli int.eressi singoli di sjngoli popoli? Come potranno, condizioni necessarie di dipcJ.tocnzn ttnche soltanto economica di piccole nazioni dotate di scat·so po- ~°:zialc produtth·o, sussistere compa• tibilmente con un avvio al migliorade~r~ ~f!~i~~zi~"nequ~~lle na~~J:e:!:sse~ della questione sociale, cardini anche questi basilari del la tesi innovatrice deJ corporativismo fascista e mondiale? Domande certo gr8vi; problemi difNOSTRNOAZIONALISMO o /!la,7.;tol/l;alilue1nooidtne 1/l;UlJUO ficili che verranno risolti dalla sensibilità e dall'intelligenza di chi verrà chirunato, direi burOCl'aticarnente per competenza di ufficio, a risol\•erli. Ma ci preme far prosente una esigenza che sentiamo viva e infiammata in noi, un'esigenza che non sapremmo se definire più politica o più mo1·ale, e che ci sembra, almeno in teoria, non cozzare con la realizzazione pt·atica della problematica rivoluzionaria. Intendiamo parlare della necessità da parte di ogni popolo di un nazionalismo convinto, di un nazionalismo ad oltranza. Tale nazionalismo, che a prima \•ista può sembrare in opposizione patente ai principi londamentali della collaborazione e della gerarchia, risultea·à, ad un adeguato esame, essere appunto la molla che · farà via vi,a armonicamente funzionare tutti gli elementi del sistema. In sostanza, la situazione è questa: ci troviamo clavanti a un numero notevole di complessi nazionali, la maggior parte dei quali organizzati in or• dinamenti statuali, che presentano, per naturale e babelica formazione, caratriistiche diverse di mentalità, di e.i• viltà, di potenza demografica. Non diciamo di potenza economica: sia paci• fico che noi concepiamo Ja potenza economica solo in suboi-dinazione di questi altri e.tementi. Tali complessi, qualora abbiano raggiunto una costituzione interna conforme ai principi di un minimo di comprensione sociale e di· coscienza nozionale, saranno altrettante individualità precisate e colorite nel quadro più vasto dell'ordi• namento mondiale. Ognuno di essi potrà oUrire un inconfondibile contributo, che vorremmo chiamare personale, al progresso e successivamente alla civiltà del mondo, Ognuno, muovendosi ed ngendo nella propria sfera, piccola o grande che sia, potrà rendersi utile ed usufruire cosi, attraverso un disciplinato scambio, delle utilità d'altro genere p1·odotte dagli altri stati. C'è un particolare, qui, di somma importanza e di delicatissima risoluzione: quello dato dalla delùnitazione della sfera propria di ogni singolo stato. Si capisce che, fallita questa dcli• mitazione {atta secondo le diverse necessità vitali, il sistema viene a crollare lino dalla base, originandosi in questo modo la ripetizione alternativa cd interminabile dei pluricnn.a1i conflitti d'interesse. Dove, per forzn di situazioni, non si possa a meno di sacrilicare delle rivendicazioni indivi· duali, abbiamo fiducia che un sistema di compensazioni possa ov\•iare agli inconvenienti gravissimi che verrebbero a presentarsi. Certo, molto dc'lla riuscito o della stabilità del nuovo ordine consisterà nel sapere, da parte di tutti, sottostare a quelle rinuncie che si aHermino indispensabili e che d1altra parte non ledano o diminuiscnno l'integrità nazionale degli Stati. Poichè 1 ripetiamo, sarà questa integrità nozionale, potenziata anzi anche nefle Nazioni che nlla guerra soccomberanno, il fulcro di tutta I' organizzazione. Quando una Nazione saprà esattamente quello che de\·e volere, quali limiti la giustizia e non l'arbitrio degli uomini, * Crediamo opportuno, in queste no~ stre note, accennare al discorso che il Ministro Bottai ha pronunciato nel Teatro Comunale di F'irenze, il 27 giugno di fronte alle rappresentanze di tutta la gioventù europea. ·Discorso che vita va conquistata mediante l'ostilit.à impostura. crediamo fondamentale nei riguardi non contro sé stessi. Senza questa lotta Siate veri, giovani. Esser veri sisolo cli noi giovani, ma anche di gran impegnata contro i propri anni, l'etd gnifica esser si stessi. Siate voi stessi parte del dibattito dottrinale che si fn del corpo sommerge l'ctd dello spi· e sarete della vostra Palria. Sia/e della oggi intorno alle più varie concezioni rìto e cancella l'uomo. vostra • Patria e sarete dell'Europa. politiche aggit-antisi nel mondo intero. Molte considerazioni e molti stralci l'uomo è in crisi di « essere •, perNoi abbiamo avuto la fortuna cli ascol- ancora sarebbe necessario operare, sul chè si è abbanclonato a quel sostituto tare a Firenze Ja viva parola del Mi- discorso di Bottai; specialmente là ove dell'essere che è l' « avere », perchè nistro; ma rileggendo il t~sto del di• si p1·ecisano i rapporti tra due ter- vuole avere ciò che non può essere. scorso su Critica Fascista, l'abbiamo mini apparentemente in contrasto, edu• Donde l'ingiustizia. trovato anche più ricco di motivi es- cazione e organizzazione. Nella con- • scnziali, di soluzioni decisive. cezibne Ia~cista, il rapporto è di comw *• t confortante per noi che un def-i- plementarità; infatti l'educazione: Nel n, 1'6 de « il lambello • abbiamo nitivo credo nelle possibilità dei giova- f! sempre un sè negli altri; l'organiz- osservato una pagina dedicnt.a ai prow ni, di più, il vedere nei giovani gli zazione è, invece, gli altri per s~. Se blemi economici dell'agricoltura itaJiauomini nuovi cui la Rivoluzione ha teso i due teoremi sono validi, il primo co- na, e abbiamo letto alcune notevoli 'tutti i 'Suoi migliori srorzi, vengano da rollario- che si può legittimamente enun- considernziQni di docenti universitari. un uomo che la Rivoluzione ha vissuto ciare è che l'organizzazione, in quauto Sopraltutto le parole del prof. Mae combattuto fin dai primi aneliti di tale e solo tale, in quanto non si as• rio Bandini ci sono piaciute, perché essa, e che anche ora è sulle primis- soci strettamente all'educazione, è sem- pregne di avveduto realismo: sime linee: in modo da dim.ostTare pre una mutilazione... Il nuovo or• Necessita affermare - dopo averne una volto per sempre che per giovi• dine questo problema avrà soprattutto la piena consapevolezza - che le condinczza non si deve intendere una se- dinanzi a sè: di non rifiutarsi al «col- zioni di vita dei piccoli affittuari vegnalazione anagrafica, ma un perenne lettivo» e alle sue sempre pili mani/e- neti, esautorati dai canoni d' aflitto, ed inconfondibile dato dello spirito. ste ragioni in campo sociale ed eco- troppo alti per ragioni di serrata con- ··· Non dovendo giustificare u.n pas- nomico, ma, nollo stesso tempo, di correnza, sono misere e inamm_issibili; sato, di cui non sono responsabili, i farvi salve le ragioni della personq. che è del pari inammissibile ed assurgiovani attentano, per istinto, a tutto ciò Abbiamo citati alcuni punti del di- da la situazione che pone i contadini che a loro sembra statuto definitivo scorso, perchè ci sembrano <li interesse dell'agro campano - una delle piU fe• del pensiero e della vita, anche perchè tutto particolare riguardo ai 'problemi lici terre del mondo - tra i pia po• in quello statuto non è iscritta nes- che ci stanno più vicini; tuttavia sia- veri lavoratori italiani. E analogamente suna loro situazione, nessun loro pre- mo incorsi nel pericolo, e forse ca- si può dire per i mezzadri della monstigio. La loro esperienza, l'esperienza duti nell'errore, di dare un'idea ben lagna, per i quali il fat-to di avere propria dei giovani, gli adulti la chia• vaga e frammen~ia della lineare cltia- l'identico contratto di quelli di pia• mano « inesperienza »; e dimenticano rezza di quelle argomentazioni. Per cui nura non vale per niente trarli dalle ch'essa f! partecipazione vigorosa alle consigliamo la lettura del iesto inte- 'condizioni di cronica miseria; per i ple-i cose e non elisione d'esse per un lun- grale, che è1 ripetiamo, nel n. 18 di tatieri siciliani; per i vignaioli delgo e ottuso contallo. « Non diteci, pro- Critica Fascista. Un solo periodo ci l'lstriaj per le mondariso; per i cartestava un giovane, che noi scopria- piace riportare alla f.ine di questo com· bonai e per tani.i altri casi. mo la luna. Certamente i ma la scopri fil- mento, in quanto riailerma contro tutti Si conosce realmente la vita cli quemo, perchi voi non la vedete pitì... ». i dubbiosi quella che è la nostra cer- sta gente? Si ha la consapevolezza dei Ripetiamo ancora una volta, che que• tezza più alta: loro problemi? Si sa come sul serio sto atto cli fiducia ci onora e ci riempie Si leggevano, qualche anno fa, in sia possibile agire nel senso di assicud'orgoglio. Sinceramente, tocca ora a un manifesto della gioventrì ungherese, rare al lavoro di tutte queste figure noi meritarcela e dimostrarcene degni. queste parole: « Noi abbiamo coscien- contadine un 1·cddito familiare mag• E quale potrà esserne il mezzo? L'in• za di poter essere utili all'umanità, giore? tuiz.ione della spirituaUtà più alta, da nella misura in cui siamo ungheresi e Rispondiamo di no a questi interinncstare in ogni azione e in ogni lavoriamo nel quadro ungherese » ... rogativi. E questo malgrado che molte pensiero nostro. La pace che verrà sard la prima persone abbiano simili conoscenze e ponga alle sue aspirazioni, difficilmente i suoi interessi potranno venire a cozzare con nltri contrastanti. 'Il difCicile ~~~à, eap!~n:;n::~::ssi:n:Or:c!~::ti J!i futuri dirigenti a tale convmz1one. Quando il fascismo, cui indubbiamente spelterà insieme con ìl Nazionalsociali· smo questo compito, potrà affermare di averlo razionalmente disimpegnato, sarà la sua più grande vittoria; allora avverrà la significazione più evidente del suo imperialismo, diretto non più solo al conseguimento già nv,•cnuto di una potenza nazionale corrispondente ai valori del • popolo italiano, ma alla instaurazione di una superiore armonia di cui tutti risentiranno il beneficio. Riconoscendo anche alcuni valori, indiscutibili per dimostrazione storica, dei popoli vinti, accentrando e garantendo la personalità di essi come già nell'ordine interno dello Nazione fascista viene accettata e potenziata la personalità creatrice dell'individuo, tutto il com• plesso verrà sempre più arricchito di feconde energie. Vedremo troppo reseo, allora, dicendo che il sistema funzionerà da solo? Che non ci sarà bisogno di egemonie basate sulla forza militare o sull'ultimatum economico, per governare il dinrunismo di una macchina cosi compJessa? Semre scettici, dopo la malaugurata esperienza liberale, di tutti i sistemi che si basano su un'intrinseca autoregolazione, vogliamo questa volta pec• care di ottimismo, ed affermare la no• stra convinzione che in questo caso i frcn.i e gli .stimoli di una direttiva im• periate dovranno essere soprattutto, se non esclusivamente, quelli diretti alla educazione degli uomini e all'evoluzion"é J·ella civiltà; e che il gran corpo cam• minerà spontaneo.niente, pel contributo di tutti i ~uoi organi. GIUSEPPE ZOBOLI Non è certo la prima volta che sulla nostra stampa appaiono richiami all'm·genza assoluta di questi problemi, tanto che potrebbe parere ormni suporCluo continuare a parlarne suJle colonne dei giornali, e quindi in .sede teorica. Noi crediamo invece che sia opportuno deviare sempre l'attenzione degli organi competenti su queste zone ancora vergini dell'intervento sociale fascista, se è \'ero che lo segnalazione periferica e le osservazioni di chi è gerarchicamente subordinato debbono avere il loro valore riella vita. politica del Regime. Insistere, dunQue; insistc1·e Iinchè non si vedo l'inizio di un'attuazione pratica dei <lctVtti di tali esi• genze, in modo che alla pace si arrivi senza che i problemi da risolvere siano in numero esuberante e sgomentante. E se anche, come noi tutti riconosciamo, l'economia di guerra non permelte certo in questo campo delle soluzioni inte• grali, almeno si cominci ad impostare l'organizzazione futura di questi angoli delle società non mai toccati dalla Rivoluzione. Rivoluzione totale: nessuno dovrà rimanere al di fuori di essa 1 nessuno dovrà essere pl'ivo dei suoi benefici. * ** Un nuovo confratello: Signmn, del Gu[ Treviso. Vi abbiamo notato una particolare coerenza, che non sempt•e si manifesta all'inizio di attività del genere. Si ha la sensazione che a Tre~ viso esista un gruppo dotato di molto affiatamento e di molta ch.iarezza d'idee. Il nostro augurio migliore. Altra constatazione interessante: il clima politico in cui vivono quasi tùtti, o almeno i migliori periodici univer• sitori italiani, è quello permeato dall'istanza di una nuova coscienza, di un contenuto morale della Rivoluzione. ·Tutti i nuovi fogli - anche Signum, da cui abbiamo preso le mosse - nascono con questa pregiudicale ben precisa e delineato. .E evidente che tali esigenze spirituali sono divenute cosi potenti che da esse non si può più prescindere. Finora, in via teorica; rimane ora a noi il ({dravissimo impegno cli mostrare andie nella pratica più viva la conseguenza delle nostre azioni alle nostre idee. ... lnfantilitd, borghesismo, sensibi- vera pace nel mondo: si potrà dire molto ,su ciò sia stato scritto. ftfa colitd, sono grezze età del corpo, rima- Patria senza dire odio na.;ionale, si noscenze personali e scritti sono pia sie tali senza attingere i segni dello potrà dire uomo, senza dire scliiavo o frutto di singole iniziatfoe che di coorspirito. I valori dell1infanzia e della padrone; si potrà dire lavoro, senza clinata ricerca e di intimo contatto con giovfoezza, i valori della maturità, i e/ire capitalismo; si potrd dire famiglia la vita rurale; nè, d'altra parte, hanvalori della vecchiaia, vanno ricercati là, senza dire unione nella miseria; si no mai decisamente influito neWazione dove ciascuna di queste epoche diviene potrà dire Europa, senza dire lnghil- concreta e continua, quale si palesa '-o•s-1,_-ie_a _s• _·s_t_•s_•_•_· o g ,,,_· _• P_o_c•--de_1_1a __ t_•_''_•_;_s_i _po_1_,_à_d_;,_•_D_i_o_, s •_n_:a_d_,_·,_• _• •_m_p_,_•_P•_·a_,,_•c_•_s_sa_,_;•_· _ __ _ __ _ _ _____ z_o_n f4ondazione Ruffilli - Forlì
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