Pattuglia - anno I - n. 3 - gennaio 1942

LE"FAnCIULLE .. di tflatllle'bl!/Jtaitatflttke Ogni volla che le liriche di B. M. Rilke mi richiamano con la loro magica attrattiva, mi è sempre nuovo e piacevole l'incontro con le « fanciulle• del poeta. E l'aspettazione non sciupa l'effetto: anzi, mi fa sempre meglio apprezzare tulla la fragile, inc:oscicntc umanità di queste creature. Chè, se noi vogliamo, la poesia di Rilke è prevalentemente oggettiva, tutta tesa a dare un'anima alle cose. Ne viene fuori un mondo magicamente -animato ove muri alberi case vivono fusi all'ora e ali' a111bicntc descritti. Ma esseri umani è difficile tro\'arnc: se non il pastore <li «Suburbio• che ha però la plastica, bruta consistenza di un masso. E allora queste fanciulle, fiorite così delicatamente in mezzo all'altra vita magica delle cose, sono come una breve parentesi ove si ferina e riposa la nostra sensibilità più wnana e dove ci sentiamo pi'ù vicini all'animo del poeta. Rilke ha infatti del femmineo, più di altri poeti, in quel suo abbandono alla vita, nel prevalere che ha in lui la sensibilità sulla ragione. Si comprende allora e si sente meglio lutta la simpatia con cui sono disegnate queste fanciulle. « Panciulle, voi siete barchette avvinte alla proda del tempo. Perciò quel pallore vi sbianca. Immemori, inconscie LUCIANO MINGUZZI • TOBIOLO'• Propr: An:h. Bega sognate darvi alla brezza per prendere il largo, sul lago. .4 volte, d'un trattò, dal lido un. colpo di vento v'investe, .... e v'innamora di sè. (Traci. Errante) Le vedete? queste creature, inquietudini, tremori. E così scntitek di fronte all'amore: • Van molte barche s111 fium2 e_ in una, di certo, egli sta. Ah che baciarlo no11 posso ed egli nel fiume sen va». col volto non ancora pieno, con C'è lutto l'anelito della giovigli occhi che, come dirà P?i nei netta protesa ad afferrare il suo Quaderni di Malte ùauridg Brig- sogno che si svela e fugge. Anegc « incominciamo già a sapere lito, si; ma qui si fermano le le loro bellezze di donna: ma la fanciulle di Rilke: esse sono sembocca, rimasta fanciulla, ancora plice « potenza cPamore non pur morde, da una mela, bocconi anche contaminata dal sacrilegio troppo grossi, per riempirsene della dedizione fisica ». Ché, setutta •: esitanti sulla riva, ma condo Rilke, l'amore non deve già ahhandona ciascuna al proprio essere spiupato dall'atto materiasogno, che è di sciogliersi, pren- le; il bacio distrugge l'amore, dcrc il largo: tremanti per l'a- concretizzandolo e riducendolo ad spettazionc di qualcosa che de- un avvenimento come un altro, ve avvenire. Più che esseri fan- passeggero, dimenticabile col tcmtastici creati direttamente dall'a- po. Ricordate la canzone di Abenimo del poeta, come dice l'Er- Ione nei Quaderni di Malte: «Gli rantc, mi paiono creature origi- amanti, lo vedi, non sanno - nariamcnte vere cui il poeta, co- che un bacio distrugge l'incanto gliendonc la spirituale essenza, ha - che allora comincia l'inganno». tolto quasi ogni determinazione Qui c'è tutto Rilke, solo Rilke reale: e hanno serbato solo i con la sua casta ritenutezza di grandi occhi spalancati sul mon- poeta, con la sua spirituale condo. Più che fantasmi cui il poeta cezionc dell'amore. Da ~questo apha prestato la propria a(fine u- punto nasce l'altra ragione della manità, esseri reali cui' si è ri- sua simpatia per le fanciulle, le volta, a idealizzarli, l'intima sim- pjù vicine e fedeli interpreti del patia di esso. suo animo; la prima vedemmo Fanciulle: non bimbe e non essere il loro femmineo abban- F6'fi'ff'a!ic3hè~ÒfflTlt~tiF 0}1jo, la seconda è appunto quc8 sia incontaminata purezza d' amore. Cosi dall'artistica fusione di questi due motivi abbiamo la delicatissima figura di queste creature, piegale nell'abbandono tutto spirituale ad un puro sogno d'amore. E: qui appunto la meravigliosa originalità di Rilke. Infatti vediamo: il suo abbandono alla vita è un po' quello di Baudclairc, e ognuno conosce le • femmes • del poeta francese: la sua sensibilità è un po' quella dannunziana e si sa <love giunge la sensibilità dell'eroe dannunziano. E allora si resta deliziosamente sorpresi cli fronte a queste spirituali e umane • Madchcn » rilkiane che, nei loro ansiosi tremori, si .. rivolgono per aiuto a Maria. Bianca ventata di castità che ci penetra e purifica. Difficile è trovm,;c qualcosa eia ravvicinar loro. M'è venuto di ripensare al « Sogno di una vergine» di Pascoli. Ma questo sogno è, pur nella sua liricità, troppo concrcio di cose di immagini. Alla nostra sensibilità moderna, al nostro gusto poetico, sono più vicine le sognanti fanciulle di Rilke, nella loro indeterminatezza di lince, di volti, nella loro meravigliosa -aspettazione cl i qualcosa che non sanno, ma che un giorno verrà. ST/::l/0 MA/1'/'INI NEL CUORE DEL BOSCO Nel cuore del bosco di un verde sciupalo, come di soldato morto, il vento ha scavalo /rane. Ad ogni mutar di stagione la voce dei pini è un lamento; ma il tempo l'ha consumala, ora è una mesta preghiera. Nella radura muschiata la piccola croce è convegno al silenzioso cordoglio di serpi e mirtilli, che dura da quando il mio cuore il vento del bosco ha scavato. V/1"1'01110 /JONICEf..U TEMPO D'AMORE Quando in un giro di verdi canti a una sera di erbe mi persi ridendo, quando tacendo sentii il mio male più bianco e il volo del giovane sangue era un grido, quando era nudo, creatura. di le: con mani nuove ho aperto il mio sogno, a trovarli. Mi recavi danzando le stagioni d'amore e il tempo della primavera di noi a un silenzio del mondo, mi ridavi la fiaba d' una mia ora bambina ali' incanto d'un prato di aquiloni : di me sapevi l'infanzia. ANDR/::A CASON ARIA D'AUTUNNO Sullo stradale di morto sole mette una siepe sua ombra magra. Su case aperte semina il cielo a un tempo antico manT invernali. Alberi soli aprono ai rami bocche che vogliono male d'autunno. A li' aria verde nel /osso quieto anitre lente. AND/1/::A CASON

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==