Passato e Presente - anno III - n. 14 - mar.-apr. 1960

• Economia europea 1811 negano l'esistenza di debolezze dell'EF1 1A, ci· pare f acci·ano una semplice somma di potenziali economici, laddove è necessario fare un calcolo di costi e di vantaggi. Calcolo che deve dare un risultato positivo per dare un'indicazione di solidità per le soluzioni forni te dall'EF1 1A. Ora non pare che di tale risultato si possa parlare almeno sulla base dell'indagine piu completa della quale ora si disponga: quella fornita dalla Commissione economica per l'Europa dell'ONU. Cost stando le cose parrebbe ragionevole puntare, per i fini democratt"ci, sull't"ntegrazione della CEE, che piu permette e anche impone tra le varie formule il superamento dei li.miti libero scambisti voluti, per le integrazi"oni sovranazionali, dalla classe dirigente del capitalismo « manageriale )). E' comprensibile che questa impostazione non possa essere fatta propria, malgrado le sollecitazioni della realtà, dai partiti comunisti dell'Europa occidentale. Questi partiti sono infatti strutturalmente legati in non scarsa misura a impostazioni agitatorie che impediscono alcune scelte di fondo ( come ha dimostrato anche il IX congresso del PCI, ancora incentrato sulla << politica delle categorie >>). Se questi partiti mutassero tali impostazioni verrebbero meno alla loro ragione originaria di vita: quella di favorire il grande disegno strategico connesso ad un ordine di prion"tà determinato in connessione all'azione della Unione Sovietica. Meno chiaro è perché forze della cosiddetta << sinistra democratica», o forze della sinistra cattolica « aperturista >> abbiano anch'esse perplessità e ritrosie contro la prospettiva di inserirsi fattivamente nella integrazi·one europea. Per quel che riguarda l'Italia, freddezza nei confronti della CEE dimostrano, per esempio, organi di stampa come "Il Giorno", come "Il Punto", forze politiche della sinistra democratica. Motivi economici di questi atteggiamenti potrebbero forse trovarsi nei vincoli che legarono, nel corso di una corretta politica petrolifera d'ampio respiro, l'ENI guidato dall'on. Mattei e i gruppi petroliferi britannici. Si tratterebbe in sostanza di un'alleanza che ha riflessi oltre gli obbiettivi originari per i quali fu stipulata. Eppure ora esistono legami dell'ENI col gruppo Schacht per creare raffinerie nelle regioni meridi·onali della Germania Ovest, raffinerie alimentate dall'oleodotto Genova-Aglié. Iniziative nelle quali Mattei ha anticipato di anni la concorrenza, come ormai nconosce la stessa stampa confindustriale italiana già per. molto tempo avversa all'oleodotto progettato dall'ENI. ✓ Iniziative queste che servono· forse anche a parare la minaccia che, sul terreno delle disponibilità di energia, la Francia sta portando a quella Germania, cui il tramonto tecnologico del carbone sta togliendo · una storica supremazia in fatto di combustibili. Indicazioni di·verse queste che varrebbe la pena di veder discusse. Biblioteca Gino Bianco

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