Passato e Presente - anno III - n. 14 - mar.-apr. 1960

• Generazioni tedesche 1817 versi da quello di Niente di nuovo sul fronte occidentale di Remarque. Ancor prima degli episodi di antisemitismo la « Deutsche Zeitung >> scriveva (19-12-1959): << Già da anni si parla dell'incapacità, in Germania, di superare il passato... In fondo nessuno si sente piu colpito dai molti appelli, salvo il corpo insegnante cui essi sono principalmente destinati ... Si pretende dagli insegnanti qualche cosa che né le università, né gli uomini politici né la società nel suo insieme possono dare, e nemmeno soltanto vogliono dare. Ci sono certo tentativi di studiare scientificamente il nazionalsocialismo, e certo in alcune università si tengono lezioni sulla dittatura hitleriana, ma è fuor di dubbio che non c'è nessuno che possa mettere gli insegnanti in grado di inserire il nostro piu recente passato nella storia nazionale». Il che significa, in altre parole, che dovunque l'insegnante volga gli occhi non vedrà altro che con/ ermata la propria istintiva e purtroppo esatta convinzione nella . continuità della storia nazionale, sia che vi inserisca il nazismo, sia che lo metta tra parentesi. C'è dunque tanto da meravigliarsi se i figli di questi genitori, gli scolari di questi maestri, i sudditi di questo Stato si divertono a imbrattare i muri delle sinagoghe? Se il Dumoulin obietta che sono i · figli della prosperità e non della miseria, egli stesso risponde che « ventre vuoto o pieno, sono state offerte loro le stesse tentazioni». Tuttavia una differenza tra il ventre vuoto e quello pieno ci deve essere anche nei confronti dei vecchi miti. Poiché se essi sono gli stessi, diverso è il valore che si deve attribuire alla loro ricezione in momenti storicamente diversi. E' da notare anzitutto che nelle gesta dei giovani imbrattatori l'antisemitismo sembra essersi dissociato dal nazionalismo e dall'imperialismo, e già questo li distingue nettamente dai vecchi nazisti. Essi scrivono << Juden raus » e dichiarano vagamente che bisogna << spedire. gli ebrei a Gerusalemme·», ma non sembrano molto vogliosi di portare a Mosca la civiltà germanica, e comunque queste velleità, mutatis mutandis, si potrebbero esprimere liberamente o quasi. Essi si attaccano all'antisemitismo perché esso è l'unico fenomeno per cui non è ufficialme11te riconosciuta nessuna continuità· di sorta col << piu recente passato >>, cioè l'unico in cui lo Stato non può accettare atteggiamenti che persistono nella società civile. Essi sono, insomma, antisemiti perché per l'antisemitismo c'è rischio di andare in prigione. Ora questa << posizione privilegiata » degli ebrei, l'unica categoria della popolazione che non può essere ingiuriata come tale, dà naturalmente noia a molti tedeschi anche vecchi e stravecchi ·(non senza la nota grottesca portata da un rabbino, tale lsaak Goldstein, che ha concesso alla neonazista << Deutsche Soldaten-Zeitung » un'intervista in cui protesta contro questo privilegio in quanto susciterebbe risentimenti e impedirebbe la fraternizzazione tra tedeschi ed ebrei). Costoro però protestano perché vorre·bbero Biblioteca Gino Bianco

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