Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

' 906 Claudio Pavone Che sotto quella bandiera potessero nascondersi degli equivoci fu avvertito, ad esempio, da Eugenio Curiel che, nel dicembre 1943 1 , criticando l'atte~- giamento « antipartitico » di alcune formazioni di montagna, avanzava 11 dubbio che esso si rifacesse a certe situazioni risorgimentali, e in particolare alla formazione della Società Nazionale del 1857. « Sono richiami astratti , dalla realtà storica», commentava Curiel, non risparmiando le sue critiche alla « indefinibilità politica » e al « candore » di Garibaldi, che lo facevano << facile strumento di avvedute diplomazie». Ormai l'Italia non era piu nazione di «popolo», nel senso indiscriminato e precapitalistico che poteva ancora valere nel Risorgimento, bens1 · nazione di classi socialmente diverse e contrastanti, che di ciò ac;quistano coscienza nei partiti: quindi, « nazione di partiti». E « l'unità d'azione non si raggiunge nella romantica ed enfatica confusione dell'embrassons nous, ma nella coscienza della distinzione». Perciò, concludeva Curiel, « ridurre, quasi per tema di complicazioni, le parole d'ordine al vecchio motto sabaudo e garibaldino di via i tedeschi, significa non aver inteso la profonda differenza tra la occupazione nazista d~ oggi e il dominio absburgico di ieri. Noi non possiamo scindere la parola d'ordine di via ,: tedeschi da quella di_ morte ai fascz·sti ». Parole chiare, in cui il desiderio di evitare l'equivoco viene argomentato in termini quasi liberali, come invito a ciascuna delle forze in campo a giocare fino in fondo il ruolo che le è proprio, nella fiducia che i fatti avrebbero poi dimostrato quale fosse la più valida ed efficiente. In reatà, come abbiamo visto all'inizio ricordando Longo e Secchia 2 , i comunisti ancor oggi, nonostante il largo uso fattone, considerano il secondo Risorgimento come formula tutt'altro che ovvia,. anzi bisognosa di molte precisazioni, di cui ormai siamo in grado di meglio cogliere il significato e la remota origine 3 • C'è da aggiungere che man mano che passano gli anni, e i fatti dimostrano come la classe operaia sia lontana dall'esercitare in Italia qu~lla funzione dirigente che avrebbe dovuto costituire il presupposto della sua azione unitaria durante la Resistenza, agli stessi comunisti sarà sempre piu difficile sottrarsi alla necessità di un riesame critico che non continui a dare pe~ scontato ciò che palesemente non sussiste. Di « attaccamento _eccessivo, in qualche caso,. alla politica unitaria>> ha parlato anche Togliatti 4 ; e Longo riconosceva, nella conferenza già ricordata, che se la catastrofe na1 Fronte nazionale, società nazionale, blocco nazionale (E. CuRIEL, op. cit., pp. 161-67). · 2 Cfr. nota 7 a p. 851. 3 Aggiungiamo che le ultime propaggini del bordighismo stanno ferme al totale ripudio del secondo Risorgimento. Vedi: ALFA, Il ridicolo « bis » del risormento e Dopo le garibaldine, in «Prometeo», 1946, n. 2, p. 70, e 1948, n. 10, p. 433 4 Trent'anni ..., cit., p. 208 (si tratta di una delle note redazionali, attribuite comunemente a Togliatti). iblioteca Gino Bianco·

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