Passato e Presente - anno II - n. 7 - gen.-feb. 1959

902 Claudio Pavone Per l'Italia c'era, in particolare, da risolvere .in termini democratici la questione delle minoranze nazionali oppresse durante il fascismo, soprattutto quelle slave. La slavofilia della democrazia risorgimentale tornò allora di attualità, quella slavofilia che aveva sempre dato fastidio ai nazionalfa- ., scisti: il Volpe, ad esempio, aveva ritenuta superata « certa tradizione del Risorgimento, che· considerava croati e sloveni strumenti ciechi d'occhiuta rapina dell'Impero asburgico dominato dai Tedeschi, cioè vittime essi stessi, come noi, di un uguale regime di oppressione >> 1 • Soprattutto i comunisti si erano, durante il ventennio, interessati alla sorte delle minoranze etniche in Italia, nel quadro delle note tesi di Lenin e di Stalin sulla questione nazionale: anzi, era stato da parte loro sopravalutato il ruolo che la ribellione di quelle minoranze avrebbe potuto giocare nella rivoluzione italiana. Articoli e dichiarazioni comunisti sugli sloveni e sui croati si erano susseguiti in abbondanza 2 , e no11ci si _eradimenticati né dei greci del Dodecanneso 3 , né . dei tedeschi dell'Alto Adige 4 , anche se la posizione di questi ultimi aveva necessariamente risentito dell'Asse, dell'Anschluss, ·del plebiscito per il trasferimento in Germania e, dopo l'otto settembre, della loro pratica annessione al Reich, che li pose in una posizione totalmente diversa da quella delle altre popolazioni alpine e di confine. Anche Salvemini, in Mussolini d1:plomatico, aveva denunciato la politica fascista contro le minoranze slave e tedesche; GL aveva a sua volta agitato qtJ.estomotivo; e Sforza, in una intervista alla Gazzetta del Mez.zogiorno di Bari dell'ottobre 1943, appellandosi a Cavour, Mazzipi e Garibaldi indicava nella politica balcanica del fascismo la riprova del suo carattere antitaliano 5 • Fu prova di maturità della Resistenza aver saputo affrontare con spirito democratico le rivendicazioni autonomiste delle popolazioni alpine 6 , e anche, almeno nelle linee di massima (che il resto ~ G. VoLPE~ L'Italia_ in cammino, cit., pp. 131-32. • 2 Vedi, ad esempio, in SO: V. UKov, Sul problema delle minoranze slovene e croate in Italia, III (1929), pp. 668-76; lo Schema di una pi,attaforma per l'azio- nr politica delle o_rgani~zazioni comuniste della Venez_ia Giulia, IV (1930), pagine 514-31; la Risoluzione del IV congresso del partito comunista d'Italia, V (1931), p. 223; la Dichiarazione comune dei partiti comu.nisti della fugoslat1ia, dell'Italia e dell'Austria sul -problema slot1eno, VIII (1934), pp. 349-51. Nel 1942-43 E. CuRIEL, triestino, ~crisse a Ven~otene alcuni Appunti per uno studio sul movimento nazionale slavo (ora in Classi e generazioni del Secondo Risorgimento, Roma 1955, pp. 145-54). 3 K. GRisPos, La popolazione del Dodecanneso in rivolta çontro l'imperialismo italiano, SO, VIII (1934), pp. 627-28. 4 S. GASSMAYER, Il problema del Tirolo meridionale; SO, III (1929), pp. 132-46: · Cfr. pure la Risoluzione, citata a nota 2, dove si parla anche delle minoranze tedesche. 5 A. DEGLI EsPINOSA, op. cit., pp. 161-62. 6 Cfr. G. PEYRONEL, La dichiarazione dei, rappresentanti d~lle popolazioni alpine al cont1egno di Chivasso il 1,9 dicembre 1943: contro « il motto brutale e Biblioteca Gino Bianco

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