Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

FIAT sotto inchiesta goria >>: i primi hanno infatti raggiunto ormai il 50% del totale. Ciò porta nell'industria torinese alla creazione di due ben distinte fasce salariali: la prima fascia privilegiata è quella dei lavoratori del monopolio; l'altra è quella delle piccole e medie industrie (per lo piu fornitrici della FIAT e messe coll'acqua alla gola) in cui i salari dei lavoratori risultano inferiori del 50 e del 60% rispetto alla prima fascia. La forza rivendicativa dei sindacati ne risulta logicamente minorata e la solidarietà di classe spezzata. Fine esplicito è quello di legare a sé le maestranze in senso nettamente corporativo, e di far fallire ogni agitazione colla minaccia di precipitare i lavoratori nella fascia salariale piu bassa. La piena attuazione del riformismo aziendale trova evidentemente la condizione del suo sviluppo nello stroncamento di ogni potere di classe all'interno della azienda: il che si attua in primo luogo colla adozione sistematizzata di criteri discriminatori nel ricambio annuo delle maestranze : negli ultimi quattro anni ben 13 005 operai sono stati dimessi, e I 7 068 sono stati assunti (in larga parte col massiccio appoggio del clero torinese), pari a 1/ 3 delle maestranze. In questo stesso ·periodo hanno luogo i massicci licenziamenti collettivi, che nel giro di quattro anni hanno estromesso 1930 lavoratori di sinistra; quasi tutti sono avvenuti in periodo invernale_, qualche mese prima delle elezioni, e danno ragione di certi crolli paurosi nei voti della FIOM. Tutti quanti sono mascherati da « esigenze di riduzione del personale >>: ma avvengono « stranamente » nel periodo ('54-'57) di massima espansione produttiva del monopolio, in cui il totale delle maestranze cresce di 4 303 unità. Particolarmente interessante è poi nel fascicolo di « Nuovi Argon1enti » l'in~ chiesta sui « licenziamenti di rappresaglia >> a carico attivisti della FIOM espulsi dalla fabbrica per ragioni esplicitamente politiche, per lo piu individualmente. L'indagine tra questi licenziati (207 dal '48 ad oggi) è stata condotta ispirandosi in una certa misura ai 1netodi e ai questionari di Inchiesta a Palermo di Danilo Dolci, adattandoli ad una situazione economicamente e culturalmente piu evo1 uta, e ha dato importanti risultati sul piano umano piu che statistico. Ed ecco in poche chiare parole i frutti della politica del monopolio, prima tracciata a grandi linee: « Sono trascorsi alcuni anni dal '54. Il potere operaio sorto nel dopoguerra è stat_o battuto, il riformismo aziendale si è consolidato, il monopolio ha ripreso il sopravvento negli stabilimenti, la produzione può essere pianificata, il potere rivendicativo dei lavoratori non è piu un'incognita che grava sulla produzione, gli investimenti subiscono un rapido ammortamento grazie alla p'iu razionale distribuzione dei fattori produttivt ». Nella sua prima fase, la politica. della direzione PIAT nei confronti delle organizzazioni dei lavoratori è volta all'as~·orbimento, e spesso all'asservimento alle dette esigenze di pianificazione interna, dei quadri a.,ziendali dei sindacati scissionisti CISL e TJIL. Quest'azione è facilitata, nella fabbrica, dalle difficoltà di ridimensionamento e del conseguente periodo di crisi della CGIL. Questa parte specifica del problema attende ancora di essere studiata e approfondita maggiormente, alla luce anche delle recenti discussioni avvenute in merito all'interno del sindacato e dei partiti operai. Nella parte del fascicolo riguardante il progressivo esautoramento delle Commissioni Interne, e la netta e brutale discriminazione operata, in seno ad esse, tra le correnti sindacali, le condizioni della FIOM appaiono a volte per accenni, qua~i sullo sfondo: sfondo necessario alla comprensione degli avvenimenti. BibliotecaGino Bianco

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