Passato e Presente - anno I - n. 6 - nov.-dic. 1958

Recessione e M.E.C 757 i problemi che lo sfruttamento dell'energia nucleare creava e si univano allo scopo. Nelle prospettive d'azione dell'Euratom si connettono vari problemi. Tra gli altri la costruzione, per quel che ci riguarda, nel nostro Mezzogiorno di centrali termiche trasformabili, onde 1nigliorarne le prospettive · energetiche. Tuttavia è bene ricordare che le prospettive dell'Euratom ci portano in là con gli anni, e quando il processo di integrazione o non sarà stato o avrà già proceduto per un buon tratto. Per passare ad un esame esemplificativo di singoli settori, cominciamo col considerare brevemente l'industria meccanica (25% delle nostre esportazioni). Nel settore dovremo subire probabilmente una forte concorrenza da parte degli altri cinque paesi, ma sappiamo che proprio in questo settore la liberalizzazione ha sortito effetti positivi, rivelando possibilità di competizione çhe la campana di vetro autarchica poteva aver compromesso gravemente. Gli operatori hanno tratto fiducia dai loro stessi risultati. Abbiamo visto che il sottosettore automobilistico ha buone esportazioni. Nel M.E.C. dovrebbero aversi - se la Z.L.S. non cambia la situazione - migliori sbocchi verso il Benelux, perché la creazione della tariffa doganale comune alzando la tariffa di questi paesi a bassa tariffa ostacolerebbe le esportazioni inglesi nel Benelux. Per contro facilitata la concorrenza tedesca e francese sul nostro mercato. Accenneremo ancora al settore. Per l'industria delle macchine utensili non è tanto la situazione attuale che conforta sulle nostre possibilità quanto la tendenza che si è manifestata negli ultimi anni : dal 1955 le nostre esportazioni di macchine utensili verso i paesi della C.E.E. sono raddoppiate. Indice di capacità competitiva poiché gli altri cinque paesi del. M.E.C. sono fortemente industrializzati. Capacità competitiva comprovata anche da un analogo raddoppio delle esportazioni verso il solo mercato tedesco, sul quale agisce come è noto una assai temibile produzione nazionale. Recentemente la « Suddeutsche Zeitung >>ha scritto, un po' in generale, ma in particolare per la mostra delle macchine utensili di Milano, che l'industria della R.F.T. « ha incontrato una forte concorrenza dell'industria italiana, che negli ultimi tempi ha fatto considerevoli pro- . gress1 ». _ Ancora sul terreno dei sottosettori, nella meccanica fine la nostra industria è stata capace di avviare buoni flussi di esportazione, ad es., di cuscinetti a rotolamento verso paesi ad elevato sviluppo industriale. Cuscinetti che si fanno ora con acciaio italiano. Quest'ultimo rilievo ci ricorda la C.E.C.A. e il nostro settore siderurgico (che dai 3 milioni di tonnellate di acciaio previsti dal piano Sinigalia, che sembravano tanti in Parlamento, è giunto ai 6 milioni di tonnellate e strutturalmente possiamo prevedere i 9 per il 1960). Si è parlato di C.E.C.A nel partito socialista ultimamente. Riccardo Lombardi,. ha ricordato i tempi in cui si parlava di « ciminiere spente>> e di « minaccia del piano Schuman ». Biblioteca Gino Bianco

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